Un giorno saremo tutti bisessuali. È inevitabile, almeno a seconda di Umberto Veronesi, l’oncologo che spesso si diletta a discorrere di teologia e politica. Veronesi è tornato a parlare di un suo ormai cavallo di battaglia (noi ve ne avevamo già parlato qui, col Correttore di bozze, e qui, con un editoriale di Luigi Amicone).
«È inevitabile che la sessualità si evolva per aprirsi sempre più alla omosessualità e alla bisessualità», ha detto a Repubblica.
Secondo Veronesi non si tratta di opinioni ma di asettiche rilevazioni scientifiche. «La Scienza ha dimostrato che esiste un legame profondo fra stile di vita e pensiero, assetto ormonale e sessualità. Sappiamo che il cervello elabora dei bisogni per la sopravvivenza e, attraverso l’ipotalamo, all’interno del cervello, li comunica all’ipofisi, che è la regista del sistema ormonale perché a sua volta stimola tutte le ghiandole endocrine, comprese le gonadi, cioè gli organi riproduttivi. Nella donna le ovaie; nell’uomo i testicoli».
Quindi, in parola povere, un giorno saremo tutti bisessuali e passeremo senza troppe remore da un sesso (pardon, un “genere”) all’altro. Problemi? Ma va là, anzi, spiega Veronesi, «in generale la diminuzione delle differenze fra generi ha come risultato una valorizzazione della donna e della femminilità, fino a poco fa discriminate. Questo fattore, unito al crollo di molti tabù sessuali, può influire sul desiderio di cambiare sesso, quasi sempre a favore del sesso femminile».