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Bizzarro e inarrestabile, Robert Combas trionfa nella sua Lione

Di Mariapia Bruno
07 Febbraio 2012
Il Musée d'art contemporain di Lione accoglie l'eclettico e iper-contemporaneo artista a cui dedica una grande retrospettiva che ripercorre la sua straordinaria crescita tra pittura, scultura e musica rock

Graffianti, colorate, invadenti, euforiche, rock e pop: le opere di Robert Combas sono il biglietto da visita di questo iper-contemporaneo artista francese (Lione 1957). Dipinge freneticamente, poggia la tela sul pavimento, l’accarezza, l’osserva, poi crea, si ferma e riparte con maggiore furore, cambia colori e strumenti. Eclettico e bizzarro, non è solo pittore ma scultore, disegnatore, musicista rock e fondatore – alla fine degli anni ’70 – del gruppo Les Démodés. E dal prossimo 24 febbraio al Musée d’art contemporain di Lione la retrospettiva “Greatest Hits” permetterà di conoscere meglio la produzione di Combas. Per la prima volta in assoluto, infatti, saranno esposte circa 300 opere raccolte da importanti collezioni pubbliche e private di tutto il mondo. Un percorso cronologico avvolgente che racconta la crescita di un personaggio in grado, sin da giovanissimo, di mischiare arte contemporanea e rock creando non solo dipinti e sculture ma anche “attività satelliti”, cioè composizioni non eseguite da lui ma trasformate secondo il suo stile.
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Curata da Richard Leydier, affiancato dall’artista stesso, la retrospettiva ha inizio con i lavori di Combas eseguiti all’Ecole des Beaux-arts di Montpellier, per poi proseguire con quelli del periodo “Arab Pop” (periodo contraddistinto da una serie di disegni eseguiti nello stile “Pop Art Orientale”, inventato dallo stesso artista, e ispirati alle soluzioni originali dei parrucchieri africani del quartiere Barbès di Parigi), fino allo “Stile Combas” per eccellenza, dal quale emergono quelle figure euforiche ricorrenti in tutte le sue composizioni. È lo stile del periodo tra l’84 e l’88, caratterizzato da composizioni selvagge, nate da impulsi quasi bestiali. Un incontro con un genere di arte che si ribella a ogni schema e che coinvolge il visitatore con la sua linfa vitale perfettamente in linea con la cultura popolare dei sobborghi parigini degli anni ’80, culla di fumetti e giovani menti ingovernabili.

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