Se con Biden gli agenti frustano i migranti in Texas, «la colpa è di Trump»
Le immagini «orribili» (copyright Jen Psaki, portavoce della Casa Bianca) dei migranti haitiani inseguiti e frustati da guardie a cavallo in Texas hanno fatto il giro del mondo. Il danno alla reputazione dell’amministrazione di Joe Biden, che in pubblico ha sempre predicato l’accoglienza per contrapporsi alle politiche di chiusura di Donald Trump, è immenso.
I dem contro Biden: «È nauseante»
Il governo democratico ha dato ordine di respingere, senza neanche vagliare le richieste di asilo, i diecimila migranti provenienti da Haiti che si trovano accampati sotto il ponte internazionale che collega le due sponde del Rio Grande, il quale divide la messicana Ciudad Acuna dalla città americana Del Rio. Secondo le stime, altri 20 mila migranti arriveranno a breve su quelle sponde.
Biden è stato investito soprattutto dal fuoco amico. In particolare, il leader dei senatori progressisti, Chuck Schumer, ha dichiarato: «È una situazione nauseante. Non possiamo continuare le politiche ignobili e xenofobe di Trump; non possiamo ignorare le nostre leggi, le nostre procedure in tema di immigrazione».
«È il clima creato da Trump»
A dire il vero, scene simili non si sono mai viste durante l’amministrazione Trump. Eppure qualche irriducibile in difficoltà, sempre pronto a dare all’arancione la colpa di tutto, non riesce ad accettare che Biden si sia macchiato di gravi responsabilità. Pertanto, invece di indignarsi e puntare il dito contro il governo, sceglie di dare comunque e senza alcuna ragione la colpa al tycoon repubblicano.
È il caso dello scrittore Joe Lansdale, che al Corriere della Sera ha dichiarato: «Quelle immagini sono terribili, inaccettabili. La violenza della frusta contro gente che sta solo cercando di chiedere asilo. Nell’insofferenza che si sente in giro si percepiscono i riflessi del clima creato in questo paese da Trump».
Il disastro di Biden sui migranti
Riepilogando: Biden promette politiche umane e accoglienti verso i migranti tra gli applausi del mondo liberal; causa una crisi migratoria senza precedenti; torna sui suoi passi e adotta le stesse politiche di Trump portandole all’estremo, ordinando di respingere chiunque oltrepassi il confine; causa in questo modo la violenza raccontata dalle immagini. E di chi è la colpa secondo lo scrittore Lansdale? Di Trump, ovviamente.
Per quanto possa sembrare assurdo, è la stessa tesi sostenuta dallo scrittore André Aciman, intervistato dalla Stampa: «Gli Usa, a causa di Trump, hanno sviluppato un’attitudine totalmente regressiva ed arrogante, creando un’atmosfera tra le forze dell’ordine che le spinge ad essere molto più ostili di quanto non avrebbero bisogno».
E le “fruste” diventano semplici “briglie”
Da otto mesi però al timone di comando c’è Biden, non Trump, azzarda l’intervistatore, ma la risposta non cambia: «Molti sfruttano l’ostilità verso i migranti, e quindi tutto è condizionato dalla politica interna. L’America sta diventando un’altra cosa. Basta guardare cosa accade ai repubblicani contrari a Trump: non si ricandidano, perché le loro vite sono state minacciate. Quando mai era successo prima negli Usa?».
Insomma, non si scappa: se a chiudere le frontiere è Trump, il cattivo è lui, se a farlo è Biden, anche. È lo stesso pervicace atteggiamento, allergico ai fatti, mantenuto dai media fin dal principio sul tema migranti: quando a febbraio furono pubblicate le foto dei minori illegalmente rinchiusi dall’amministrazione Biden, che per settimane ha vietato ai giornalisti di entrare a controllare, nelle stesse “gabbie per bambini” utilizzate da Trump, il Washington Post cambiò improvvisamente lessico e parlò di «strutture per migranti». Agire sul linguaggio è fondamentale e anche la Cnn lo sa: le “fruste” utilizzate dagli agenti sono già diventate morbide e delicate “briglie”.
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