Appello per la liberazione degli ostaggi armeni in Azerbaigian

Di Redazione
06 Novembre 2024
Tre leader religiosi chiedono alla comunità internazionale di far pressione sul regime azero per la liberazione dei detenuti a Baku. La sintonia tra Aram I e Trump. Il premio ad Antonia Arslan
Protesta pro Armenia davanti al palzzo della Commissione europea a Sofia, Bulgaria, 1 ottobre 2023 (foto Ansa)
Protesta pro Armenia davanti al palazzo della Commissione europea a Sofia, Bulgaria, 1 ottobre 2023 (foto Ansa)

Non possiamo «rimanere in silenzio di fronte alla violazione da parte dell’Azerbaigian dei diritti degli armeni dell’Artsakh e all’indifferenza della comunità internazionale». Scrivono così in un comune appello i leader spirituali della Chiesa apostolica armena (Aram I), cattolica (Raphaël Bedros Minassian XXI) ed evangelica (Paul Haidostian) a pochi giorni dalla conferenza Onu sul clima che si svolgerà a Baku (Azerbaigian) a partire dall’11 novembre.

Nell’appello – come riportato da Vatican News – le tre autorità religiose ricordano quanto accaduto in Nagorno-Karabakh (Artsakh) con la cacciata di 120 mila persone e il sistematico saccheggio e distruzione di edifici e monumenti religiosi armeni. A questo si aggiunge la situazione delle persone in ostaggio nelle carceri di Baku per le quali Aram, Bedros e Haidostian auspicano «una rapida liberazione».  

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Nelle carceri di Baku

Della situazione degli ostaggi aveva parlato con Tempi in una recente intervista Tigran Balayan, ambasciatore della Repubblica di Armenia presso l’Unione Europea:

«Siamo a conoscenza della presenza di 23 ostaggi armeni attualmente detenuti illegalmente nelle carceri di Baku. L’Azerbaigian purtroppo è noto per le sue torture nei luoghi di detenzione e molti prigionieri di guerra armeni una volta rimpatriati hanno raccontato storie terribili del trattamento disumano ricevuto in prigione in Azerbaigian. Il numero di prigionieri di guerra e civili presi in ostaggio dall’Azerbaigian in realtà è molto più alto (almeno 80 persone) ma sfortunatamente gli azeri negano la loro esistenza e quindi non sappiamo il numero esatto, né sappiamo se queste persone siano ancora vive o morte. Negli ultimi quattro anni, si sono verificati molti episodi di omicidio, incluse decapitazioni e fucilazioni di massa, torture e altri maltrattamenti di prigionieri di guerra e civili. Molti di questi sono stati ripresi in video dagli stessi torturatori azeri».

https://twitter.com/301arm/status/1852797761562796242

La lettera a Tajani e il premio ad Arslan

Da segnalare, inoltre, anche il ringraziamento che Aram I ha voluto esprimere nei confronti del candidato statunitense alla presidenza Donald Trump che su X si era schierato con gli armeni cristiani in Artsakh.

La stessa attenzione che, purtroppo, non è stata invece riservata dal nostro Paese. Il Consiglio per la comunità armena di Roma ha infatti inviato una lettera aperta al ministro degli Esteri Antonio Tajani contestando le dichiarazioni del viceministro Edmondo Cirielli che aveva protestato per il voto con cui il Parlamento europeo aveva condannato il regime azero. Nella lettera – cui per ora nessuno ha risposto – si chiedeva se la posizione del viceministro rappresentasse quella del ministro.

Infine, va ricordato che il 30 ottobre a New York la scrittrice Antonia Arslan è stata insignita della medaglia “Mesrop Mashtots”, un prestigioso riconoscimento per il suo inesausto impegno a favore della cultura e storia armena.

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