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Non voglio spegnere fiammelle di speranza. Ci pensano da sole a estinguersi (qui da noi in Armenia, specie sui confini orientali, da cui passava l’aspra e dolce via della seta caucasica, lasciandosi alle spalle il lago di Sevan dai cui bordi vi scrivo, fratelli italiani). Ce n’è una che però appena si smorza, eccola ravvivarsi e si ostina a scottarmi le dita. La guardo, e provo a illudermi. La Cop29, cioè la ventinovesima Conferenza delle Nazioni Unite sul cambiamento climatico, quest’anno si tiene dall’11 al 22 novembre, a Baku. Cosa ne penso? Che è uno schifo. È il premio che i paesi occidentali porgono all’Azerbaigian mentre l’autocrate Ilham Aliyev agita lo scalpo del popolo armeno e cristiano cacciato dal nostro caro Artsakh (Nagorno-Karabach) con una guerra di conquista in due tempi.
Il crimine azero contro l'Armenia
Dapprima l’aggressione del settembre-novembre 2020, condotta con droni, missili e scimitarre dei pasdaran al soldo turco (duemila armeni caduti in battaglia o...
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