«Non è accettabile riprendere le decapitazioni e diffonderle tra la gente nel nome della religione e del jihad. Qualunque sia il motivo, per noi è un grosso errore». Questa condanna dei delitti dello Stato islamico potrebbe sembrare ovvia, se solo non fosse stata pronunciata da un uomo che di decapitazioni, terrorismo e jihad se ne intende molto bene: Nasr bin Ali al-Ansi.
«CONDANNIAMO LE DECAPITAZIONI». Al-Ansi non è un terrorista qualunque, ma il comandante in capo di Al Qaeda nella Penisola arabica. In un’intervista video di 43 minuti, tradotta da Site Intelligence, il leader qaedista si scaglia contro lo Stato islamico criticando la propaganda negativa generata dagli efferati omicidi perpetrati davanti alla telecamera. «Senza dubbio – dichiara al-Ansi – alcuni dei nostri fratelli sono stati colpiti vedendo scene di decapitazioni diffuse di recente. Noi non le accettiamo, anzi, le condanniamo con forza».
MEGLIO I PROIETTILI. Il comandante di Al Qaeda ricorda come il successore di Osama bin Laden, Ayman al-Zawahiri, avesse scritto nel 2005 a Abu Musab al-Zarqawi, fondatore del gruppo che sarebbe diventato lo Stato islamico, di non diffondere online video di decapitazioni. «Uccidili con i proiettili». Secondo al-Ansi, «chiunque commetta simili azioni viola il comando dello Sheikh Osama».
Al Qaeda non contesta le uccisioni in sé. Gli uomini sotto il comando di al-Ansi hanno giustiziato il 6 dicembre l’ostaggio americano Luke Somers. Solo la scorsa settimana, i qaedisti di Al Nusra hanno ucciso un ostaggio libanese con un colpo alla testa. Meglio usare la pistola che il coltello quando c’è da porre fine alla vita di un infedele: non proprio un discorso moderato.
AL QAEDA SCHIZZINOSA? Come mai Al Qaeda è diventata improvvisamente schizzinosa? Probabilmente, più per motivi politici e strategici che per una reale preoccupazione sull’eccessiva brutalità delle decapitazioni. Sono proprio gli uomini di bin Laden infatti ad aver insegnato a quelli del Califfo come agire: le teste mozzate fanno parte del copione e sono linfa vitale per la guerra santa. Ora però l’allievo sta superando il maestro e al-Baghdadi, che ha rifiutato l’autorità di al-Zawahiri a gennaio, ha rubato di gran lunga la scena ad Al Qaeda, mettendone in discussione la forza. Il Califfo, inoltre, ha raggiunto in un anno molto più di quello che Al Qaeda ha ottenuto in dieci. Se si pensa che ha anche saputo attirare investimenti tali da diventare il gruppo terrorista più ricco del mondo, forse si può anche capire da dove ha preso le mosse la scaramuccia formale su come giustiziare gli infedeli.