
Il Deserto dei Tartari
Aboliamo la Corte Costituzionale
Voi lo sapevate che la Costituzione italiana prevede la generazione di bambini di serie A e di bambini di serie B? Cioè bambini che avranno accesso a entrambi i genitori che hanno contribuito alla loro nascita da una parte, e bambini che programmaticamente e per legge non sapranno mai chi sarà il loro padre o la loro madre, l’uomo nel cui seme hanno avuto origine o la donna che li ha portati per nove mesi nel suo ventre?
Sapete che la Costituzione italiana stabilisce che alcuni bambini abbiano due genitori, un uomo e una donna dal cui incontro è sorta la loro vita, mentre altri ne possono avere tre o quattro, che non sapranno con che nome chiamare, a seconda del bricolage genetico scelto per arrivare a produrli tecnologicamente?
Né io né voi lo sapevamo, ma da ieri lo abbiamo scoperto perché i 15 soloni della Consulta della Corte costituzionale, nominati quasi tutti da presidenti della Repubblica di sinistra e atei, si sono riletti la Costituzione e si sono accorti che sì, i padri costituenti – Enrico De Nicola, Alcide De Gasperi, Piero Calamandrei, Umberto Terracini, Giuseppe Saragat, Palmiro Togliatti, Pietro Nenni – volevano, nel fondo del loro cuore, trasformare la procreazione in un atto tecnologico, la filiazione in un imbroglio giuridico inestricabile (chi è la mamma, chi è il papà del figlio di Elton John concepito coi gameti di quattro o cinque persone?), i figli in un prodotto che si ordina e si confeziona su misura.
Dunque, per anni noi italiani ci siamo battuti inutilmente fra noi, discutendo, argomentando, polemizzando. Avanzando argomenti di ragione, proponendo dissertazioni giuridiche, formulando considerazioni di buon senso che affondano le radici nella psicologia e nella psicanalisi. Loro, i giudici della Corte costituzionale, sapevano già tutto. Sapevano che stavamo perdendo il nostro tempo: la Costituzione italiana del 1946 prevede già la famiglia tecnologica, la filiazione oscurata e falsata per decreto legge. Il nuovo nato sarà obbligato, da una legge che la Corte costituzionale autorizzerà il parlamento a emanare, a riconoscere come propri genitori due persone che non lo sono veramente (almeno una).
La legge italiana produrrà, sosterrà e affermerà il falso, e obbligherà tutti noi a dire e affermare il falso: che Pepi è figlio di Tino e di Tina, una finzione contraria alla realtà dei fatti, perché il vero papà di Pepi è uno stangone svedese che in questo momento sta manovrando un treno, oppure perché la vera mamma di Pepi è una contadina indiana del Bihar che coi soldi della maternità surrogata mantiene i figli di due sue sorelle anch’esse contadine.
Il nostro bimbo italiano tecnologicamente concepito arrivato all’adolescenza cercherà disperatamente il genitore biologico mancante, finirà nello studio di uno psicanalista, assumerà psicofarmaci, abuserà di sostanze per sentirsi meglio, comincerà a odiare i genitori sociali che l’hanno fatto nascere in modo tale da precludergli l’accesso alle sue radici biologiche. Ma ai 15 prodi della Consulta cosa gliene importa? Per loro contano solo gli adulti e i loro desideri soggettivi, che loro sono pronti a tradurre in diritti. I bambini soffrono e soffriranno, ma è normale. Se ne facciano una ragione, i piccoli: ci sono tanti bimbi neri che muoiono di fame o di morbillo in Africa, in Asia e in America Latina!
Però a questo punto mi permettete di avanzare una proposta radicale perché non si ripetano più in futuro situazioni di questo genere, che cioè la Consulta si sostituisca al Parlamento per fare e disfare le leggi che non le piacciono. Perché le cose stanno così: solo un fesso può credere davvero che i magnifici 15 abbiano vagliato la costituzionalità della norma sulla fecondazione eterologa. Diciamo la verità: loro hanno voluto abbattere il contenuto più qualificante della legge 40 semplicemente perché hanno un’altra visione del mondo, sono dei liberal faustiani e prometeici convinti che l’uomo sia l’unico Dio dell’universo e quindi abbia facoltà di fare tutto ciò che la tecnica gli permette di fare.
Quando un giorno si potrà fare un figlio così come si monta una ferrovia in miniatura coi trenini, o un castello di Lego, o quando si potranno produrre ibridi uomo-animale, o esseri umani privi di sesso o con due sessi, i nostri magnifici 15 amici del presidente Napolitano diranno che sì, si può fare, amigo. Nessun limite al desiderio umano, se gli si può appiccicare sopra l’etichetta con la parola “amore” (sottofondo musicale: “Love kills”, dell’immortale Freddy Mercury).
Io non ci credo proprio che la Corte costituzionale italiana sia dedita alla vigilanza sulla compatibilità costituzionale delle leggi italiane. Io credo che, semplicemente, i giudici che sono stati lì nominati abusino della loro posizione per imporre i loro personalissimi – in questo caso tragicamente sbagliatissimi – punti di vista. Pertanto propongo, al fine di rendere più semplice, trasparente e civilmente coinvolgente il dibattito politico e legislativo nel nostro paese intorno a questo e ad altri temi, l’abolizione della Corte Costituzionale. La Svizzera, paese civilissimo e modello insuperato di democrazia reale, non ha alcuna corte costituzionale: la volontà popolare è sovrana. C’è lo strumento del referendum che fa da complemento ai poteri legislativi del livello federale, e la cosa finisce lì. E anche nel Regno Unito, altro paese che ha insegnato al mondo un grande modello di democrazia, la Corte Suprema può invalidare legislazione secondaria, come quella degli atti di legge governativi, ma non quella primaria, cioè le leggi approvate dal parlamento.
Se su tutte le questioni veramente interessanti e addirittura cruciali per il senso di una civiltà come questa della fecondazione assistita a decidere in ultima istanza devono esser 15 parrucconi, che se ne fottono del dibattito di tutto un popolo, della passione civile e intellettuale con cui i cittadini hanno preso parte alla lotta politica per la formulazione della legge, tanto valeva restare al fascismo.
Anche allora, come oggi, decidevano pochissime persone e tutti gli altri dovevano adattarsi. Anche allora chi vestiva di nero si credeva più importante, intelligente e potente di tutti gli altri. Detesto il nuovo fascismo. Il mio voto è a disposizione di qualsiasi partito, di qualsiasi schieramento, che inserisca nel suo programma l’abolizione della Consulta della Corte costituzionale, avanguardia del neofascismo Lgbt.
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13 commenti
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Chi sono questi giudici?
Vorrei vederli in faccia. Che cosa fanno nella vita? Hanno moglie e figli?
Quanto prendono di stipendio? Dove abitano? Posiamo vederli in foto?
Sono un cittadino della repubblica, è perciò un mio sacrosanto diritto sapere chi governa la giustizia (se giustizia si può chiamare….) in questo paese.
http://www.lavoce.info/la-corte-costituzionale-costi-sprechi-scandalo/
Facciamo memoria di chi dobbiamo ringraziare per la composizione dell’attuale corte “costituzionale”:
il madonnaro rosso Oscar Luigi Scalfaro;
il banchiere rosso Carlo Azeglio Ciampi;
il leader rosso Giorgio Napolitano.
La corte costituzionale si sta prendendo libertà che non le competono. E per favore, commentatori laicisti, lasciate stare la Storia, che vi dimostrate pateticamente ignoranti!
Ti prego rodolfo casadei, fai un respiro profondo, rileggi quello che hai scritto e renditi conto di quello che proponi. Non voglio credere che tu sia davvero cosi stupido. Senza Corte Costituzionale niente impedisce a una maggioranza parlamentare deviata di schiacciare i diritti delle minoranze o di instaurare una dittatura. E Amicone, se fai scrivere questi premi nobel non lamentarti poi che tempi é considerato una barzelletta.
Stupido come uno svizzero, stupido come un britannico.
Rodolfo, hai ragione da vendere.
Purtroppo il “bullo compressore” che ci troviamo come capo del governo, e che è l’espressione massima del populista / demagogo / piacione / progressista / politicamente corretto – al grido di battaglia “credere,abolire, combattere” – vuole abolire tutto (senato, province, regioni, aziende municipalizzate, ecc.) – tranne l’inutile e dannoso consesso che va abolito per primo e urgentemente.
Purtroppo stiamo diventando un paese di zombie che si credono intelligenti – vedi alcuni commenti al tuo articolo – in cui pochi hanno il coraggio di dire le cose come stanno.
Se trovi il partito che propone quello che hai detto, fammelo sapere. Altri due voti sono sicuri (io e mia moglie).
Sottoscrivo pienamente ogni riga scritta nell’articolo. Il respiro profondo lo deve fare lei Sig. Moresco e coloro i quali continuano ad agitare lo spauracchio delle dittature (quale peggio di quella del pensiero unico odierno che esalta i corpi e uccide le anime? Vedi monito di Francesco…) per mantenere in vita un sistema istituzionale ingessato, stantio, putrescente che sta sfasciando quel poco di resta di un Paese una volta imperfetto, chiassoso, complicato, ma VIVO (la Corte Costituzionale non è solo che la più alta espressione di tutto ciò…).
Mi sembra di potervi quasi scorgere una realizzazione delle parole che DeAndrè scriveva decenni fa descrivendo i “soci vitalizi del potere ammucchiati in discesa a difesa della loro celebrazione”.
PS: magari Tempi fosse una barzelletta almeno si potrebbe ridere di molte cose che invece tutt’altro che comiche sono.
Se è la stessa Corte Costituzionale a violare la costituzione a cosa serve?
Forse è considerato una barzelletta dai laicisti infervorati come lei.
LAICISTA: Termine inventato dai cattobigotti per additare chi non vogliono che l’Italia rimanga uno Stato in cui le gerarchie ecclesiastiche dettano leggi adatte al Medioevo o giù di lì. E il bello è che credono sia anche un insulto.
Ma dove hai studiato la storia, sui Baci Perugina? Queste sono banalità prive di fondamento, degne di un pappagallo ammaestrato che ripete la filastrocca che qualche furbacchione gli ha insegnato.
Direi la storia e la sintassi …
nuovo fascismo? non era il fascio ad andare contro la chiesa, semmai in alcuni paesi sono andati d’accordo. voi vecchi compagni sempre al grido “dagli al fascista” eh? io invece vorrei la presa d’atto che l’imparzialità non esiste e che le nomine siano politiche, in modo che i cittadini si facciano un’idea della differente gestione tra l’uno e l’altro schieramento, anche nella giustizia, dato che la magistratura per prima si è politicamente divisa in correnti.