A Milano ci saranno due moschee? Ma il progetto del Caim non è stato ancora approvato

Di Redazione
31 Marzo 2014
La giunta Pisapia tratta con Giordania e Marocco per la costruzione di una moschea in zona viale Certosa. Il progetto del Caim? Fonte a tempi.it nega l'ok: «Non si è parlato di una delibera per concedere il Palasharp al Caim»

La grande moschea a Milano potrebbe sdoppiarsi. Non uno ma due spazi di culto saranno forse concessi ai musulmani meneghini. La notizia è trapelata dai colloqui riservati, in corso da mesi, fra le associazioni islamiche e il vicesindaco Ada De Cesaris. Una moschea, finanziata e gestita dai governi di Giordania e Marocco, potrebbe sorgere nei pressi di viale Certosa. La seconda, al Palasharp. In questo caso, la gestione e i finanziamenti sarebbero addebitati al Caim che riunisce alcune delle comunità islamiche di Milano.

DUE MOSCHEE. A dare notizia che a Milano potrebbero sorgere due moschee, è stato oggi il Corriere della Sera. Dopo tre anni di trattative con le associazioni islamiche locali, sarebbe questa la strada imboccata dalla giunta a guida Giuliano Pisapia per uscire dall’impasse. L’obiettivo è dotare Milano di uno spazio di culto per i musulmani, in vista dell’inaugurazione di Expo 2015.
Il quotidiano di via Solverino osserva che «a questo punto, dato che il tempo è poco per costruire o ristrutturare gli spazi necessari, anche le firme sui due progetti potrebbero essere imminenti». Entro la fine di aprile il Comune chiarirà quale decisione ha preso.

PROGETTO GIORDANIA-MAROCCO. La decisione di far entrare nel tavolo delle trattative il regno di Giordania sarebbe scaturita dalle divisioni interne alla comunità islamica. Il governo giordano ha nominato un console onorario a Milano proprio con lo scopo di costruire una moschea nella città in vista dell’Expo. «L’emissario di Amman – prosegue il Corriere della Sera – si sarebbe messo al lavoro e avrebbe individuato l’area adatta a un progetto di “grande moschea”: uno spazio privato, un’ex concessionaria d’automobili all’interno di uno stabile in vendita, nella zona di viale Certosa, prossima all’imbocco dell’autostrada dei Laghi». «Nel piano – aggiunge il Corriere – è coinvolto anche il consolato del Marocco, che rappresenta la comunità musulmana più numerosa a Milano (e nel Paese), rimasta sempre poco rappresentata nell’Islam organizzato in Italia».

IL PROBLEMA CAIM. Per quanto riguarda la trasformazione del Palasharp in moschea l’approvazione della giunta è tutt’altro che scontata. Una fonte autorevole interna al Comune conferma a tempi.it che la concessione dello spazio pubblico al coordinamento rappresentato da Davide Piccardo non è stata ancora presentata. «Non si è ancora parlato di una delibera per concedere il Palasharp al Caim», ha spiegato la fonte.
Nell’ultima riunione di giunta, anzi, sul tema si era insistito sulla necessità di trovare un accordo fra tutte le associazioni, molte delle quali lamentano l’affidamento del progetto di una moschea al Caim. In una nota in risposta alla campagna mediatica scatenata dal Caim, il vicesindaco De Cesaris era stata netta: «L’amministrazione – aveva affermato – ha avviato un percorso che vuole e deve coinvolgere tutte le associazioni islamiche presenti sul territorio». Un percorso che, secondo l’amministrazione Pisapia, «deve tener conto di tutte le istanze, che non sono solo quelle espresse dal Caim». L’associazione guidata da Piccardo non rappresenta tutti i musulmani milanesi e «se insiste nel voler perseguire una strada autonoma», aveva proseguito il vicesindaco, «non potranno essere messe a disposizione aree pubbliche», come il Palasharp.

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