A Milano arriva Eataly. Tra gente che aspetta Celentano, il Mago Zurlì e Carlin Petrini che sogna «più orti e meno missionari in Africa»

Di Elisabetta Longo
18 Marzo 2014
Oscar Farinetti, Carlin Petrini e Giuliano Pisapia hanno inaugurato la nuova spettacolare sede. Passeggiata nella struttura dopo il taglio del nastro

«Scusi ma Celentano a che ora arriva? Noi siamo venute solo per Celentano. Abbiamo letto su Internet che avrebbe suonato», dicono due allegre pensionate, in piazza Venticinque aprile, a Milano, all’ombra dell’enorme scritta Eataly. È il 18 marzo, è la giornata dell’inaugurazione ufficiale, che Oscar Farinetti, il fondatore, ha voluto far coincidere con l’anniversario delle Cinque Giornate di Milano. I lavori per la trasformazione dell’ex Teatro Smeraldo andavano avanti da quasi un anno, con molte polemiche, molti rallentamenti. Ma alla fine ce l’hanno fatta a consegnare alla città il nuovo dichiarato tempio del cibo e della ristorazione.

TAGLIO DEL NASTRO. Poco prima delle 10, L’ora fissata per il simbolico del taglio del nastro, la gente in piazza è poca: per lo più giornalisti annoiati. Arriva Oscar Farinetti, scambia qualche breve battuta sorridendo a tutti, chiacchiera con Carlin Petrini, patrono di Slow Food, che porta al collo la solita sciarpa rossa in cachemire. Quando anche arriva il sindaco Giuliano Pisapia, dopo qualche foto di rito, il nastro tricolore viene tagliato, e si aprono ufficialmente le porte in vetro di Eataly Smeraldo.

POLEMICHE SULLA PIAZZA. I curiosi si spargono per i tre livelli del punto vendita, a piano terra frutta e verdura e conserve, al primo piano la macelleria, l’angolo della “mozzarella show”, al secondo piano le birre e la cantina dei vini, il ristorante Alice, all’ultimo piano il centro congressi dove si terranno corsi di cucina e quant’altro. Al centro della struttura, tutta in vetro e legno (quello originale del teatro Smeraldo) vi è un palco, con un pianoforte e le rappresentanze che fanno gli onori di casa. Comincia a parlare il sindaco Pisapia, che attacca con un riferimento all’amministrazione che l’ha preceduto, quella di Letizia Moratti: «Piazza 25 aprile sembrava deturpata negli ultimi anni. Ai milanesi sembrava impossibile poter ritrovare la bellezza di questo punto della città, deturpato dai lavori infiniti per il restauro e per il parcheggio sotterraneo». Un parcheggio del quale potranno godere proprio i clienti di Eataly, ai quali sarà data la possibilità di un’ora di posteggio gratuito. «Oscar Farinetti ha affrontato una sfida bellissima, e ha riconsegnato la piazza ai milanesi. Ogni giorno uno chef racconterà la sua storia, e tra queste pareti verrà spiegato come alimentazione, gusto e bellezza siano una cosa sola. È un nuovo tassello per la città nella lunga strada verso l’Expo».

PECCATO DI GOLA. Una breve parola la dice anche Gianmario Longoni, proprietario del Teatro Smeraldo, che dai toni malinconici sembra non essersi ancora rassegnato: «Questa era l’unica strada possibile. È comunque una grande prospettiva per questo posto, che non è stato abbandonato». Ciro Tortorella, ex mago Zurlì, butta lì una provocazione: «Io e Farinetti vogliamo chiedere alle autorità religiose di togliere il peccato di gola, introdotto solo nel 12esimo secolo. Prima il settimo peccato capitale era la tristezza, poi è diventata la gola. Ma la gola è allegria, non può essere un peccato». Infine la parola va a Carlin Petrini, fondatore di Slow Food, con il quale collabora Eataly, nella scelta dei prodotti: «Da sempre c’è una grande amicizia con Oscar, e io sono fiero di quello che fa Eataly, che paga il giusto i contadini e gli artigiani che producono i prodotti. Perché per fare gli chef c’è bisogno di avere i contadini, chi si occupa della Terra e i giovani devono tornare lì. Ed è quello che proponiamo anche per l’Africa, con il nostro progetto per la biodiversità. I soci africani di Slow food hanno già avviato mille orti, e l’obiettivo è di arrivare a 10 mila. Meno missionari in Africa, più orti».

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13 commenti

  1. claudio

    Butto il sasso nello stagno… questi signori che predicano il ritorno all’agricoltura dura e pura, non si ricordano che… diciamo 50 anni fa i nostri nonni coltivavano la terra con tanta poesia ma morivano di fame??? ‘sti miliardari rossi…

    1. Erpersico

      eccolo qua un altro che senza nemici e lotta non si puo tenere la posizione oggi sono i miliardari rossi di eataly chissa domani

      1. claudio

        Caro Erpersico, a parte la mia ironia riguardo ai miliardari rossi, ritieni che abbia torto dicendo che il biologico sia anche una moda? Fino a non molti decenni fa tutto era biologico e infatti le produzioni agricole erano soggette a carestie e problemi di salute di piante e animali. Sono del settore e mi permetto di consigliare prudenza. Né tutto Bio ma nemmeno chimica in quantità. Una bella media di mezzo???

  2. erpersico

    Ma ci siete stati a vedere la piazza e il posto? è molto bello non ce bisogno di aggiunte, se volete fare i partigiani pure sulla bellezza fate pure ormai mi sembra la linea, arrivederci e buona fortuna.

  3. Ale

    Perché perder tempo a parlare di sti 4 minorati mentali?!?

  4. Lela

    Tulio, apprezzo lo sforzo. Io penso che l’illustre personaggio in questione ritenga che gli orti in africa cadano dal cielo (magari paracadutati) e che i missionari stiano lì a fare solo cose “inutili” tipo pregare e evangelizzare. Per certa gente vale ciò che dice il sommo Poeta…Non ti curar di lor…

  5. Tulio Lantanide

    ( WARNING: questo intervento andrà rubricato sotto la voce: avvocatura del diavolo :-))
    per interpretare l’uscita di Petrini in maniera meno malevola preferisco pensare che volesse dire semplicemente che se ci fosse più agricoltura moderna e competitiva ci sarebbe meno bisogno del missionariato come supporto alle economie locali. le costruzioni grammaticali faticose aiutano molto chi è consapevole delle castronerie che dice.
    dopo questa elegante (insomma… anche no) arrampicata su vetro che manco l’uomo ragno, fatta per mettere un po’ di trucco e parrucco ad un’uscita francamente infelice, due parole sul peccato di gola. è nato in un periodo nel quale c’era poco da mangiare per chiunque e quindi chi consumava più risorse del necessario affamava qualcun altro. da questo punto di vista poco da eccepire. non sapevo però che avesse sostituito il peccato di tristezza, che ad oggi mi sembra molto più grave. se la tristezza è spesso inevitabile indicare per opposizione come virtù un’ allegra voglia di vivere mi sembra bellissimo.
    (checchè se ne dica nella Fili 3:19, che peraltro non mi pare così specifica)

  6. beppe

    state alla larga da questa gente.

  7. domenico b.

    …Ma per essere cristiani maturi bisogna per forza dire delle stupidaggini? A proposito del peccato di gola qualcuno ricordi al mago zurlì il versetto 19 capitolo 3 della lettera ai filippesi…
    …che tristezza…ops, sig. papa zurlì, è peccato essere tristi o è stato abolito?

  8. marzio

    Più posti di lavoro in Europa, più orti e missionari in Africa, e soprattutto meno petrini in circolazione !

  9. francesco taddei

    il progetto eataly è valido ed ha grosse opportunità di sviluppo e promozione dei nostri prodotti. bisognerebbe non schifarci del nostro nome ed essere consapevoli che non siamo solo vino e bruschetta. poi petrini dimostra di essere un cretino.

  10. Daniele Ridolfi

    “Meno missionari in Africa, più orti”:
    Carlin Petrini denota, tramite questa frase, un’ignoranza abissale circa l’operato dei missionari in giro per l’Africa (e non solo).
    Petrini non sa (o sa ma fa finta di non sapere) che i missionari promuovono, nei luoghi in cui vengono inviati, lo sviluppo umano, sociale ed economico delle popolazioni, in quanto si impegnano negli ospedali, nelle scuole, nelle costruzione di strade e pozzi d’acqua potabile, nell’agricoltura, ecc…

    1. Antonio

      appena sentono parlare di Chiesa, evangelizzazione, missioni… vedono rosso. Solito putridume anticlericale gratuito.

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