Il 21 maggio prossimo, il ministro dell’Infrastrutture, Maurizio Lupi sarà in Val Susa, dove incontrerà, tra gli altri, gli amministratori locali. Una visita, dopo le polemiche dei giorni scorsi sui fondi per le compensazioni, che ha lo scopo di dimostrare, come il ministro ha detto in più di un’intervista negli ultimi giorni, che “la Torino – Lione è una infrastruttura fondamentale e andrà avanti nei tempi previsti”. Ma che Valle trovare il ministro? Chiusa, con soddisfazione di tutte le parti, la vicenda legati agli stanziamenti, anche dopo un incontro con il Governatore Roberto Cota. Ben più tesa è la situazione intorno al Cantiere di Chiomonte, dove nella notte tra martedì e mercoledì, un gruppo di incappucciati, ha preso di mira un camion di un’azienda che lavora alla Maddalena, ferendo il lavoratore alla guida.
I complessivi 10 milioni di euro previsti saranno così ripartiti: 2 milioni nel 2013, 4 milioni nel 2014 e 4 milioni nel 2015. In questo modo, spiega Roberto Cota, “sono anche aumentati i fondi originariamente stanziati per quanto riguarda il 2014”. Il presidente della Regione ringrazia il ministro. “Mi sembra proprio – spiega in una nota – che abbiamo iniziato la collaborazione nel modo giusto. Inoltre, abbiamo individuato un’agenda di quattro punti per noi strategici nel rapporto Regione-Stato: primo, il tema del fondo unico per il trasporto pubblico locale, secondo quello delle risorse assegnate al Piemonte, terzo il tema delle infrastrutture da realizzarsi in Piemonte – e su questo punto posso dire che la Pedemontana piemontese sarà inserita già nel prossimo Cipe – e come quarto punto la linea ferroviaria Cuneo-Ventimiglia, che essendo una linea internazionale non può essere posta a carico della Regione Piemonte. Su questi quattro punti ci sarà un aggiornamento periodico già a partire dalla prossima settimana”. Una conclusione positiva, senza il deragliamento di fondi verso l’auditorium di Firenze, accolta con favore bipartisan. Il senatore democratico Stefano Esposito sottolinea, infatti, che “quando il territorio fa squadra qualche risultato lo si raggiunge, mi auguro che si operi nello stesso modo per le grandi emergenze di Torino e del Piemonte. Un grazie anche al Sindaco di Torino e al Presidente della Provincia Saitta”.
Il Movimento No Tav, dopo un’assemblea pubblica, si è formalmente dissociato dalla sassaiola. Va, però, ricordato che sul sito Notav.info è apparso – anche se i trenocrociati si giustificano dicendo che “è stato solo, come tanti articoli, ripreso” – un comunicato dell’area dell’autonomia dall’eloquente titolo: “Chi devasta se l’aspetti”. Nel documento si sosteneva che “ognuno si deve assumere le proprie responsabilità: chi devasta la Valle non può pensare di farlo in maniera indisturbata, come se fosse un lavoro come tanti altri”. E, poco più avanti, si attaccava “il solido codazzo di sindacalisti e politicanti schifosi” che “non ha perso tempo nel rilasciare dichiarazioni roboanti e di condanna, dando continuità al teatrino bipartisan. Ciò che è successo non è nulla di straordinario, semplicemente il continuare a mettere in pratica il boicottaggio attivo del cantiere poiché la campagna ‘c’è lavoro e lavoro’ non è un vuoto slogan, ma un obiettivo che va praticato ogni qualvolta se ne presenti l’occasione. In vista di un’estate di lotta che sta per cominciare, siamo sicuri che ci saranno altre occasioni per continuare l’opera di boicottaggio attivo”. A sostenere l’estraneità dei No Tav sono i grillini. Marco Scibona che assieme ad altri parlamentari del Movimento 5 Stelle (Laura Castelli, Ivan Della Valle, Fabiana Dadone) in una nota respinge le ombre sul movimento: “Nessuno ha visto, ma tutti hanno subito urlato che erano stati i No Tav”.
Lettura diametralmente opposta per Stefano Esposito. Il senatore Pd denuncia “l’assoluto e totale silenzio da parte della politica, delle istituzioni e della cosiddetta società civile nell’esprimere condanna per quanto avvenuto e solidarietà all’operaio ferito”. Il senatore Pd ricorda poi, che “sono ormai molti anni che denuncio l’escalation di una parte minoritaria del movimento No Tav verso forme sempre più estreme di lotta: il silenzio e il disinteresse rispetto a queste denunce, purtroppo, sono una costante. Però, se si ripercorrono cronologicamente le mie denunce, si potrà facilmente verificare che avevo anticipato questo progressivo imbarbarimento della lotta. Un silenzio che ha coinvolto e coinvolge gran parte del sistema politico, gran parte delle istituzioni e dei circoli intellettuali e giornalistici: in alcuni casi non sono mancati da esponenti di tali circoli giustificazioni, alibi e attestati di solidarietà nei confronti dei violenti o dei loro mandanti e istigatori”. Clima caldo. E non basta certo la pioggia per raffreddare gli animi.