“Giù le mani dalla famiglia”, così si intitola la manifestazione che si terrà oggi a Roma alle 18.00 a Piazza Farnese, davanti all’ambasciata di Francia, per esprimere solidarietà ai francesi che, in questi giorni, sono stati fermati dopo la Manif pour tous.
La manifestazione, promossa dal Comitato “Giù le mani dalla famiglia”, insieme ai giovani del Pdl e ad alcuni esponenti del partito di Silvio Berlusconi (fra cui Eugenia Roccella, Maurizio Gasparri, Maurizio Sacconi, Beatrice Lorenzin, Barbara Saltamartini, Giovanardi e Annagrazia Calabria) è aperta a tutti.
CI SARANNO LE MAGLIETTE. Scrive oggi sul suo blog Assuntina Morresi: «Perché manifestare oggi a Roma solidarietà ai francesi nella loro lotta democratica e civilissima contro il matrimonio gay che Hollande vuole imporre al paese (che non ne ha bisogno, hanno i Pacs da più di dieci anni, Pacs che servono solo da passaggio intermedio e preparatorio al matrimonio omosessuale)? Perchè la democrazia è in pericolo, altro che. Leggete qua, su Tempi, come sono stati trattati i manifestanti francesi, nella patria della libertè etc. etc. Guardate che la Francia non è lontana… Oggi tutti a Roma , alle sei del pomeriggio: “Giù le mani dalla famiglia!”. Ci saranno le magliette».
LETTERA ALL’AMBASCIATORE. Roccella, Gasparri, Quagliariello e Sacconi hanno reso noto la loro lettera all’ambasciatore francese: «Abbiamo letto con stupore su Le Figaro – scrivono – che domenica 67 giovani che manifestavano pacificamente, e in silenzio, contro la legge che consente il matrimonio omosessuale sono stati arrestati, e rilasciati solo dopo molte ore. Di più: sappiamo, anche grazie a un video, che la polizia ha impedito l’accesso all’Assemblea nazionale ad alcuni deputati dell’opposizione, dopo le manifestazioni di protesta. E’ la seconda volta che, su una questione di libertà di opinione e di espressione pubblica del proprio pensiero, la Francia – un paese che amiamo – stupisce gli osservatori esterni, in questi ultimi giorni. Ha sinceramente lasciato attoniti il caso di Franck Talleu, che è stato fermato mentre passeggiava tranquillo con i figli, solo perché indossava una felpa con il disegno di un gruppo familiare in cui si potevano distinguere un padre e una madre, ed è stato lasciato libero solo quando ha accettato di togliersela».
«Non entriamo nel merito della legge sul “marriage pour tous” – scrivono i parlamentari -, ma nel merito della libertà di esprimere il proprio pensiero e di manifestare pacificamente. Vogliamo tutti, crediamo, un’Europa in cui non circolino liberamente solo persone e merci, ma anche idee. Appare straordinaria la durezza con cui sono trattati manifestanti inermi e padri di famiglia che hanno la sola colpa di credere nel matrimonio tra un uomo e una donna, tanto più in un paese così importante per l’affermazione della democrazia e della libertà in Europa. Speriamo che le nuove forme del politicamente corretto non oscurino vecchie e gloriose bandiere, come quella della “liberté”.