La stampa progressista ha ormai identificato nel presidente ungherese Viktor Orban il “cattivo d’Europa”. In verità, già da tempo, Orban non gode dei favori dei grandi mass media internazionali. Troppe le colpe che gli possono essere imputate: non solo è laicamente cristiano e di destra, ma in più ha anche portato il suo paese ad ottimi risultati economici. Ora, da quando è scoppiato il problema dei profughi, Orban è diventato il bersaglio polemico numero uno per la stampa internazionale a causa del pugno duro utilizzato contro i profughi.
Intendiamoci, il presidente ungherese non ci va per il sottile: muri, idranti, interventi delle forze dell’ordine sui confini non sono begli spettacoli. L’uomo è deciso e sbrigativo, anche se qualche domanda dovremmo iniziare anche a porcela se non per giustificare, almeno per capire se esiste un qualche motivo per tanta durezza. Ieri, ad esempio, su Libero Franco Bechis ha giustamente notato che le immagini dei poliziotti ungheresi che maltrattano i migranti raccontano un pezzo di verità. Ci sono anche quelle di profughi che lanciano pietre contro i poliziotti, ma queste appaiono con molta meno frequenza sui giornali.
I NUMERI. Soprattutto, nota Bechis, c’è un «un eccesso ideologico con cui le cancellerie e media internazionali hanno creato l’uomo nero ungherese anche per lavarsi coscienze non proprio immacolate». Secondo i numeri riportati da Libero, prima dell’ondata migratoria di agosto settembre, il paese europeo che aveva dato maggior accoglienza ai profughi è stato proprio l’Ungheria. «Fra settembre 2014 e luglio 2015 – ha scritto Bechis – l’Ungheria ha accolto 131.295 profughi, una cifra assoluta inferiore solo a quella della Germania (che ha aperto le porte a 294.580 richiedenti asilo), più che doppia rispetto a quella della Francia (60.075) e Italia (56.923)». Ma se si tiene conto del numero di abitanti di ogni paese, l’Ungheria supera di gran lunga anche la stessa Germania avendo 1.321 rifugiati ogni 100 mila abitanti. Per capirci: per la Svezia sono 719, per l’Austria 600, per la Germania 360, per l’Italia 96, per la Francia 92, per la Gran Bretagna 47.
E FRANCIA E GRAN BRETAGNA? La verità – come anche Tempi ha scritto diverse volte – è che la situazione è scoppiata quando la Turchia, nei cui campi profughi molti siriani si erano rifugiati – li ha “lasciati andare”. Così queste persone si sono riversate in Europa.
Quindi, ripetiamo: Orban non è certamente un santo, ma nemmeno il diavolo che ci vogliono dipingere. Forse qualche domanda in più andrebbe fatta all’Unione Europea e a quei paesi, come la Francia e la Gran Bretagna, che sono sempre solerti nello spiegare agli altri come comportarsi, ma poi piuttosto restii ad impegnarsi per pagare le conseguenze delle loro azioni. O forse, come nota oggi Italia Oggi, ci siamo dimenticati di cosa è accaduto in Libia? Ecco, Orban non se l’è dimenticato.
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