«Abbracci gratis»? Idea simpatica e innocua, a meno che non si viva in Arabia Saudita. Abdulrahman al-Khayyal ha pensato mercoledì scorso di percorrere le strade della capitale Riyad offrendo assieme a un amico, come indicato in un grosso cartello, un «abbraccio gratis» ai passanti. Ma è stato arrestato dalla polizia religiosa.
CAMPAGNA POPOLARE. Al-Khayyal aveva copiato l’idea da un suo coetaneo, Bandr al-Swed, che martedì scorso ha realizzato un filmato, diventato subito popolarissimo su Youtube, in cui donava «abbracci gratis» ai ragazzi della capitale lungo la centrale via King Mohammed Abdel Aziz. La campagna “Saudi Free Hug” non è nient’altro se non la riedizione di simili manifestazioni avvenute prima a Sidney e poi a New York.
POLIZIA RELIGIOSA. Ma l’Arabia Saudita non è l’Australia, e tanto meno l’America, e per questo il 21enne Al Khayyal è stato arrestato dalla polizia religiosa, formata dai temuti Mutawaeen che sono incaricati di garantire la conformità dei comportamenti dei cittadini alla morale islamica e alla sharia, in base all’esortazione coranica: «Ordinare il bene e proibire il male».
I due ragazzi se la sono cavata con poco: accusati di «disturbare l’ordine pubblico, violare le leggi locali e intrattenersi in pratiche esotiche» sono stati rilasciati dopo aver firmato un documento che attesta che non faranno più niente del genere.
PENE ESEMPLARI. A ottobre quattro persone, per aver filmato un uomo che ballava nudo su una macchina e aver messo il video su internet, sono state condannate nella provincia di Al Qasseem rispettivamente a 10, 7 e tre anni di prigione, 2 mila, 1.200 e 500 frustate e 13 mila dollari di multa.