Contenuto riservato agli abbonati
Ieri in Consiglio regionale Luca Zaia ha fatto il furbo. Intervenendo prima del voto sulla proposta di legge sul fine vita, il governatore del Veneto ha usato toni morbidi e concilianti - ben diversi da quelli assertivi delle ultime settimane -, per promuovere, come l'ha chiamata lui, una «operazione verità». Questa morbida ricerca del consenso degli indecisi non ha però avuto gli effetti desiderati e il Consiglio, per un solo voto, ha bocciato la proposta.
Torniamo a Zaia e alla sua "operazione verità". Il discorso a braccio del governatore è stato all'insegna dell'accortezza, del volere «pesare bene le parole», del rispetto per «le idee altrui», «dell'alto momento di politica che siamo chiamati a vivere». Di più: Zaia ha detto che con questa legge «non si autorizzava un bel niente», ma solo si voleva dare «tempi certi» e chiarire il «ruolo delle Usl». Ha aggiunto che, sebbene non avesse mai nascosto le sue idee in merito, non si sentiva «portabandiera» di alcunché. Insomma, Zaia h...
Contenuto a pagamento
Per continuare a leggere accedi o abbonati
Abbonamento full
€60 / anno
oppure
Abbonamento digitale
€40 / anno