Yemen. L’Arabia Saudita ha favorito Al-Qaeda, ora non sa come fermarla

Di Leone Grotti
02 Settembre 2019
Il governo dello Yemen, che opera in esilio dall'Arabia Saudita, è alleato con i terroristi islamici con il benestare di Riyad. Gli Emirati non ci stanno
epa05522297 A Yemeni child stands over the rubble of a destroyed house targeted by an alleged Saudi-led airstrike in Bait Marran district, Sana'a province, Yemen, 03 September 2016. According to reports, at least nine Yemenis, including five children, were killed and two others injured when an alleged Saudi-led airstrike targeted their house in the northern vicinity of the rebel-held Sana'a, as the Saudi-led military coalition intensifies airstrikes on several cities across Yemen. EPA/YAHYA ARHAB

La guerra in Yemen è sempre più disastrosa e sempre più complessa. Ora anche la coalizione araba sunnita, intervenuta militarmente quattro anni fa per cacciare i ribelli Houthi, inizia a scricchiolare. Non solo gli eserciti guidati dall’Arabia Saudita non hanno ottenuto successi decisivi sul piano militare, ma le alleanze con separatisti e terroristi di Al-Qaeda cominciano a dividere le parti in causa.

La scorsa settimana gli Emirati arabi uniti (Eau), che combattono con l’Arabia Saudita a fianco del governo yemenita contro i ribelli Houthi, hanno bombardato a sorpresa una milizia islamista alleata con il governo yemenita, uccidendo almeno 40 soldati e civili. I raid aerei, avvenuti ad Aden, dove è in corso da mesi una lunga battaglia per il controllo del porto più importante del paese, hanno spinto il governo yemenita, che si trova in esilio e opera dall’Arabia Saudita, a dichiarare: «Riyad intervenga subito per fermare i bombardamenti contro le nostre forze armate».

IL RUOLO DI AL-QAEDA E LO YEMEN SMEMBRATO

Gli Emirati hanno risposto di avere attaccato milizie terroriste, legate ad Al-Qaeda, che si trovano però alleate con il governo yemenita, spiega la Cnn. Uno dei paradossi del catastrofico intervento arabo in Yemen, con il sostegno degli Stati Uniti, è che per fermare gli Houthi alleati dell’Iran è stato permesso ad Al-Qaeda di guadagnare potere e territori. Mentre il governo si è alleato con i terroristi islamici per vincere la guerra, gli Emirati appoggiano un altro gruppo, denominato Stc, che cerca di conquistare il sud del paese per trasformarlo in un’entità statale indipendente. Obiettivo inaccettabile per il governo in esilio.

Il governo ha accusato gli Emirati di favorire in questo modo gli Houthi e l’Iran, che controllano ancora la capitale Sana’a e buona parte del nord dello Yemen. Tutti i tentativi di far raggiungere un accordo tra il governo e i separatisti si sono rivelati un buco nell’acqua e ora anche l’Arabia Saudita si trova in difficoltà col suo più importante alleato.

CATASTROFE UMANITARIA

Mentre Al-Qaeda acquisisce sempre più potere, gli Emirati dispongono ormai di 90 mila soldati in Yemen e Riyad sembra incapace di trovare una sintesi tra gli interessi dei vari gruppi scatenati dalla guerra.

Nel frattempo la crisi umanitaria è sempre più grave: 10 milioni di persone rischiano di morire di fame e i tre quarti della popolazione dipendono dagli aiuti umanitari, che rischiano di essere bloccati dalla guerra per il porto di Aden. Dall’8 luglio 2014, quando gli Houthi hanno conquistato la città di Amran dopo la Primavera araba, innescando la reazione armata della coalizione araba, sono già morte 100 mila persone. I bombardamenti sauditi hanno causato il doppio delle vittime civili di tutte le altre forze sul campo. Solo da gennaio 2019 si sono registrati nel paese 195 mila casi di colera, che dal 2016 ha ucciso più di 3.000 civili. Le prime vittime del conflitto sono i bambini: più di 2.770 sono rimasti uccisi dall’inizio della guerra, secondo l’Onu: la metà è vittima dei bombardamenti sauditi.

@LeoneGrotti

Foto Ansa

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