Usare la gayezza di Rimbaud per fare propaganda politica. La ministra francese va fuori tema
Najat Vallaud-Belkacem, ministro dei Diritti delle donne del governo socialista di Francois Hollande e portavoce del governo, ha trentacinque anni, è musulmana e di origine marocchina. Intervistata tre giorni fa dal magazine Tetu ha lanciato una critica all’insegnamento omofobico della storia e della letteratura nelle scuole d’oltralpe: «Oggi i libri di testo insistono a non menzionare che certe figure storiche o autori erano Lgbt – sigla per “Lesbo, gay, bisessuali o trans” – anche quando questo fatto spiega in larga parte il loro lavoro, come per il poeta Arthur Rimbaud».
POVERO RIMBAUD. «Scrivere sui libri di testo l’inclinazione sessuale di ogni personalità di rilievo sarebbe utile per le coppie gay con figli, per far vedere che la loro esistenza è in realtà ordinaria», ha aggiunto. Paladina delle politiche anti-omofobia e favorevole alla procreazione assistita, i commenti del ministro piovono proprio quando ritorna al centro dell’agenda politica transalpina la questione del matrimonio e delle adozioni per le coppie omosessuali. Anche perché, detto sinceramente, della storia tra Arthur Rimbaud e Paul Verlaine sa chiunque mastichi un poco di poesia francese maudit.
SERVIRA’? Al di là della possibile o pretestuosa strumentalità delle uscite di Vallaud-Belkacem, si aprono prospettive di azione e di pensiero sopra questa proposta. È necessario conoscere le inclinazioni di uno scrittore o di un poeta per comprenderne l’opera? Si potrebbe anche concederlo, a patto che sia lo stesso autore a metterlo al centro della sua produzione. Ma nel caso delle esternazioni del ministro, la letteratura non c’entra proprio nulla. Servono solo alla propaganda politica. Voto a Najat: quattro, sei andata fuori tema.
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1 commento
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Anche io penso che possa essere strumentale e finalizzata ad una certa politica chiedere di specificare nei testi scolastici l’inclinazione sessuale dei vari personaggi nell’arte come nella storia.
Come alla stessa maniera penso che lo sia volerlo deliberatamente tacere.
Mi chiedo come si possano commentare diversamente poesie di Rombaud e Verlain, o di André Gide o di Garcia Lorca. Come non riferirsi alle loro vite parlando di Pasolini, Oscar Wilde. Come guardare l’arte di Francis Bacon o il pensiero di Tomas Man. E cosa dire di Saffo? E come collocare Antinoo se non come favorito dell’imperatore Adriano?
E di casi così c’è tutto un elenco.
E’ vero che non bisogna per forza specificare l’intimo delle persone, ma nello stesso tempo non vedo una ragione valida per non farlo.
Un pò come capita quando si parla di olocausto, delle persone che furono internate e uccise nei campi di sterminio. Si parla giustamente degli ebrei, dei rom, un pò meno dei testimoni di Geova, per niente degli omosessuali.
Robinson