Un vecchio ciellino e uno storico radicale contro lo stato delle carceri
Riportiamo la lettera inviata e pubblicata dal Foglio del direttore di Tempi Luigi Amicone e di Lorenzo Strik Lievers, storico esponente dei Radicali.
Caro Direttore,
da tempo Il Foglio opera per spingere il governo a recuperare credibilità, legittimità e forza vera non con gli espedienti del populismo bensì giocandosi sul terreno delle scelte alte di una politica di un vero governare il paese, con ampio respiro e sguardo lungo. Bene. C’è un tema, allora, diremmo emblematico, sul quale non si può puntare per raccogliere qualche facile consenso (facile perderne, anzi), ma su cui si giocano la dignità e il rispetto di sé della società e dello stato.
La condizione delle carceri, il degrado umano e civile in cui sono costretti a vivere i carcerati (tanti dei quali in attesa di giudizio, e fra loro tanti, si sa, destinati all’assoluzione), e insieme ad essi il personale di custodia, costituiscono una vergogna, un marchio d’infamia per il paese. E mettono lo stato italiano fuori e contro la lettera e lo spirito delle sue stesse leggi, oltre che del diritto europeo e internazionale. E’ la questione su cui Marco Pannella dal 20 aprile (!) conduce uno sciopero della fame drammatico, soffocato da un incredibile, omertoso silenzio. Un vecchio radicale e un ciellino di lungo corso, insieme (stupisce?), si permettono allora di avanzare una proposta al Foglio: perché non sviluppare una campagna, di quelle di cui il giornale e il suo direttore sono capaci per ottenere che governo, parlamento, forze politiche, di maggioranza e di opposizione si assumano apertamente le responsabilità che loro competono, qualifichino se stessi su questo?
Pannella propone la strada dell’amnistia. Non accettano? Dicano allora quale altra vogliono scegliere, anzi, quale subito adottano per superare qui ed ora, una realtà che non è letteralmente tollerabile. E che se no è quella che essi decidono che continui.
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