Nell’ultima settimana Repubblica non s’è fatta mancare niente in materia di campagna al napalm contro la Regione Lombardia, il suo Governatore e i suoi funzionari. Titoli roboanti e ricostruzioni a tesi preconfezionate.
Siamo al parossismo della pubblicazione di anni di utenze telefoniche e di nomi di persone che nulla hanno a che vedere con l’inchiesta sulla Maugeri. Siamo alla barzelletta di giornalisti che scrivono di “assistere” ai colloqui tra gli avvocati e gli inquisiti.
In realtà, come spiega a Tempi un uccellino del Palazzo di giustizia di Milano e profondo conoscitore delle dinamiche del quotidiano di Largo Fochetti, la nervosa campagna di Ezio Mauro potrebbe rispondere a esigenze molto più prosaiche di quelle inquisitorie e politiche. «A giorni, il pool che indaga sulla Maugeri deve decidere con quale ipotesi di reato presentarsi al giudice per chiedere il rinvio a giudizio di Formigoni. Siamo a un punto di non ritorno. Se il rinvio a giudizio vacilla e la procura milanese non riceve segnali forti, martellanti, a sciogliere le riserve, c’è il caso che Repubblica venga seppellita sotto una montagna di querele. E sai allora dove finiscono i 560 milioni di euro incassati dalla Cir di De Benedetti con la sentenza del tribunale di Milano contro Fininvest? Finiscono accantonati per le richieste di risarcimento danni».