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Ucraina. Erdogan approfitta della debolezza dell’Ue e tratta con Putin

Mentre l'Europa punta tutto sulla soluzione militare, il presidente turco incontra Putin a Sochi e parla di come rinnovare l'accordo sul grano e di come porre fine alla guerra

Leone Grotti
05/09/2023 - 6:00
Esteri
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Erdogan e Putin parlano a Sochi della guerra in Ucraina

Mentre l’Ucraina fa pulizia al suo interno, rimuovendo il ministro della Difesa Oleksij Reznikov, il presidente turco Recep Tayyip Erdogan scippa all’Unione Europea il ruolo da mediatore e incontra Vladimir Putin a Sochi per rilanciare l’accordo sull’export di grano e valutare la presenza di spazi di manovra per porre fine alla guerra.

La gestione corrotta della guerra in Ucraina

Nell’agosto 2022 il ministro Reznikov era finito nell’occhio del ciclone per aver affidato a un’azienda turca una commessa da 11 milioni di dollari circa per dotare l’esercito di giacche invernali, che poi si sono rivelate estive e dunque inutilizzabili ma a un prezzo triplicato pari a 33 milioni.

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Un nuovo scandalo aveva travolto Reznikov a gennaio, quando i media ucraini scoprirono che il ministero aveva acquistato generi alimentari per l’esercito al triplo del prezzo al quale potevano essere trovati in qualunque mercato di Kiev. Secondo i media ucraini, molti giovani avrebbero inoltre evitato la coscrizione pagando generose mazzette ai funzionari incaricati.

Nonostante questi problemi, Reznikov è rimasto in sella fino a domenica sera, quando Volodymyr Zelensky l’ha rimosso proponendo al suo posto il nome di Rustem Umerov, tataro originario della Crimea, che sarà presto approvato dal Parlamento ucraino.

Guerra di notizie al fronte

Nonostante le operazioni militari non siano coordinate direttamente dal ministero per la Difesa, i numerosi fallimenti riscontrati da Kiev durante la controffensiva potrebbero avere influito nella decisione di silurare Reznikov.

Settimana scorsa l’Ucraina ha dichiarato di aver perforato la prima linea di difesa russa, vantando progressi verso sud. Secondo la Bbc, però, non è chiaro se la conquista del villaggio di Robotyne sia da considerarsi definitiva e se quanto annunciato dall’esercito rispecchi la realtà sul campo.

La 46ma brigata di assalto aereo ha ad esempio dichiarato sabato che la prima linea di difesa russa è sotto pressione, «ma che nessuno è ancora riuscito a superarla».

L’Ucraina recluta nuovi soldati

Senza dubbio l’Ucraina ha perso in tre mesi di assalti un enorme numero di soldati. Non a caso, il Parlamento ha emendato la legge che consentiva agli studenti universitari di essere esentati dai combattimenti. Chi ha più di 30 anni e ha già conseguito una laurea non potrà più utilizzare gli studi per ottenere l’esenzione com’è stato finora.

Allo stesso modo, e contrariamente a quanto avvenuto fino ad ora, non saranno più considerati inadatti alla guerra gli uomini con malattie del sangue, epatite, tubercolosi, problemi alla tiroide e Aids.

L’Europa rinuncia alla diplomazia

Tutti i segnali portano a credere che la guerra sarà ancora lunga, mancando i presupposti per un accordo tra Kiev e Mosca. Chi aveva visto nelle recenti dichiarazioni di Zelensky un’apertura a trattative di pace ha dovuto ricredersi dopo che il presidente ucraino, al Forum Ambrosetti di Cernobbio, ha ribadito che non è possibile dialogare con Vladimir Putin.

Pur provando timidamente a correggere questa posizione («che piaccia o no l’interlocutore è Putin»), in un’intervista alla Stampa anche l’Alto rappresentante dell’Ue per gli affari Esteri Josep Borrell ha espresso la stessa posizione, insistendo sulla necessità della vittoria militare: «Il piano di Zelensky (la resa della Russia, ndr) è il solo a essere rimasto sul tavolo. Ha il nostro sostegno come Unione Europea. Perché la situazione si sblocchi ci devono essere le giuste condizioni. Ma quali sono lo devono dire gli ucraini. Non sta a me dire su come gli ucraini si presenteranno a un tavolo di trattativa. Io credo solo che l’aggressore debba essere trattato da aggressore. Che l’aggredito recuperi la sua integrità. E che l’aggressore debba pagare per le conseguenze dei suoi atti».

Ma come si può raggiungere questo obiettivo se la controffensiva ucraina, come sembra, non avrà successo? A questa domanda, l’unica che conta, Borrell non risponde, abbandonando completamente in mani altrui l’iniziativa diplomatica.

La Turchia media tra Russia e Ucraina

Il riferimento ovviamente è a Recep Tayyip Erdogan, che ieri è stato ricevuto a Sochi da Putin. Oltre a ribadire nuovi progetti «di successo» di collaborazione economica ed energetica tra Turchia e Russia, il presidente ha annunciato che l’accordo sul grano potrebbe rinascere «in tempi brevi».

La Russia, ha detto Putin, «è pronta a tornare all’accordo sul grano» se verranno rimossi gli ostacoli all’export dei cereali e dei fertilizzanti russi e se il grano ucraino, come previsto, sarà prioritariamente venduto ai paesi africani e non a quelli europei. Durante l’incontro, Putin ha anche annunciato che verranno regalate a sei paesi africani 25-50 mila tonnellate di grano con l’aiuto di Ankara.

Erdogan ha poi ribadito che «la Turchia è pronta a mediare affinché Russia e Ucraina abbiano negoziati diretti di pace». Aggiungendo che, «naturalmente, l’Ucraina deve ammorbidire il suo approccio per potere compiere dei passi insieme alla Russia». Putin, dal canto suo, ha affermato di «essere aperto a trattative di pace» e che un precedente accordo raggiunto tra Kiev e Mosca «è stato gettato nel cestino dall’Ucraina».

Erdogan sfrutta la debolezza dell’Ue

Erdogan è l’unico leader a essere riuscito a mantenere un rapporto sia con la Russia che con la Nato, avendo venduto armi a Kiev ma non avendo aderito alle sanzioni occidentali contro Mosca. L’accordo sul grano saltato a luglio era stato mediato da Ankara, al pari degli scambi di prigionieri di guerra.

Ieri, ancora una volta, il presidente turco ha rubato la scena a tutti sul fronte della mediazione e delle trattative. Un ruolo che poteva e doveva ritagliarsi l’Unione Europea, incapace di farlo a causa dell’eccessiva frammentazione dei Ventisette sulla guerra in Ucraina e dell’appiattimento troppo marcato sulle posizioni degli Stati Uniti.

@LeoneGrotti

Foto Ansa

Tags: guerra ucrainaRecep Tayyip ErdoganRussiaUcrainaUnione Europeavladimir putinVolodymyr Zelensky
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