Nel corso del 2018 sono stati uccisi nel mondo 40 missionari, quasi il doppio rispetto ai 23 del 2017. Si tratta per la maggior parte di sacerdoti: 35. Come riporta Fides, «dopo otto anni consecutivi in cui il numero più elevato di missionari uccisi era stato registrato in America, nel 2018 è l’Africa ad essere al primo posto di questa tragica classifica». Emblematico, in questo senso, l’esempio del Centrafrica, dove solo quest’anno sono morti cinque sacerdoti.
I DATI
Secondo i dati raccolti da Fides, nel 2018 sono stati uccisi 35 sacerdoti, 1 seminarista e 4 laici. In Africa sono stati uccisi 19 sacerdoti, 1 seminarista e 1 laica (21); in America sono stati uccisi 12 sacerdoti e 3 laici (15); in Asia sono stati uccisi 3 sacerdoti (3); in Europa è stato ucciso 1 sacerdote (1).
Per quanto riguarda le cause delle morti, si legge:
«Anche quest’anno molti missionari hanno perso la vita durante tentativi di rapina o di furto, compiuti anche con ferocia, in contesti sociali di povertà, di degrado, dove la violenza è regola di vita, l’autorità dello stato latita o è indebolita dalla corruzione e dai compromessi, o dove la religione viene strumentalizzata per altri fini. Ad ogni latitudine sacerdoti, religiose e laici condividono con la gente comune la stessa vita quotidiana, portando la loro testimonianza evangelica di amore e di servizio per tutti, come segno di speranza e di pace, cercando di alleviare le sofferenze dei più deboli e alzando la voce in difesa dei loro diritti calpestati, denunciando il male e l’ingiustizia. Anche di fronte a situazioni di pericolo per la propria incolumità, ai richiami delle autorità civili o dei propri superiori religiosi, i missionari sono rimasti al proprio posto, consapevoli dei rischi che correvano, per essere fedeli agli impegni assunti».