Ubi, indagati Bazoli e Pesenti
Il presidente del consiglio di sorveglianza di Intesa San Paolo, Giovanni Bazoli è indagato insieme ad alcuni manager di spicco dell’Ubi, il quinto gruppo bancario in Italia, nell’inchiesta relativa a Ubi Leasing. In un altro filone risulta indagato invece Giovanni Pesenti, presidente dei gruppi Italimmobiliare e Italcementi. Gli uomini della Guardia di finanza di Bergamo stanno perquisendo gli uffici dei manager, insieme a quelli di altri 20 dirigenti di Ubi Leasing e Ubi Banca
L’ACCUSA A BAZOLI. Bazoli è sotto inchiesta perché secondo la procura di Bergamo avrebbe ostacolato le funzioni di vigilanza di Banca d’Italia: in qualità di presidente del Consiglio direttivo dell’Associazione banca lombarda e piemontese, avrebbe influito sulle nomine dei vertici dell’istituto Ubi (nato dalla fusione tra Banca Lombarda e Banca popolare di Bergamo) impedendo il controllo di Bankitalia. Avrebbe messo in piedi un complesso sistema di regole di cui Palazzo Koch non era a conoscenza e che permetteva di predeterminare i vertici di Ubi. Con Bazoli, in questo filone d’inchiesta sono indagati anche il presidente del comitato di sorveglianza Ubi, Andrea Moltasio e il vicepresidente Mario Cera, e il presidente del comitato di gestione della banca, Franco Polotti, insieme con l’amministratore delegato Victor Massiah e l’ex presidente Emilio Zanetti.
LE ACCUSE A PESENTI. L’imprenditore è indagato con l’accusa di truffa e riciclaggio, ma Pesenti ha già dichiarato: «Le indagini faranno emergere la mia totale correttezza». In questo secondo troncone dell’inchiesta sono indagati anche il consigliere di Ubi Leasing Italo Lucchini, dell’ex amministratore delegato Giampiero Bertoli, e l’ex responsabile del recupero e vendita beni Guido Cominotti. Le indagini su Ubi Leasing in realtà sono iniziate da tempo, anche a livello di Bankitalia che si è già espressa, dopo due ispezioni all’istituto tra giugno e ottobre 2012. Palazzo Koch ha riscontrato infatti che le accuse mosse da Giorgio Jannone, ex deputato Pdl che a lungo aveva criticato i vertici di Ubi, risultavano fondate e ha commutato una sanzione di 360 mila euro ai vecchi e nuovi manager della banca. Nel mirino di Bankitalia era finita tra le altre un leasing nautico per l’imprenditore degli yacht Massimo Crespi, in seguito arrestato per evasione e frode fiscale: un’imbarcazione del valore di 12 milioni di euro è stata affidata in leasing a Crespi che ha smesso dopo un po’ di pagare, andando in solvenza. La barca è stata quindi venduta – malgrado offerte superiori – per soli 3,5 milioni di euro ad una società riconducibile all’Italcementi di Pesenti.
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