Altro che “ossessione” di Fdi, DragTivism era già finito nel mirino del relatore del programma in quota Ppe dopo gli striptease di Barcellona. Ecco come vengono usati i fondi europei per arruolare attivisti minorenni
Corpi senza peli o capezzoli, pseudofalli e vagine. E dolore, atrofia, cancro. Nei file trapelati dalla World Professional Association for Trangender Health la prova regina che non c'è scienza o etica nelle cure gender affirming: i medici brancolano dietro ai desideri di "clienti immaturi"
Riittakerttu Kaltiala aprì la prima clinica gender in Finlandia per minori e scoprì sulla pelle dei suoi pazienti che i protocolli mentivano. La testimonianza della psichiatra
La categoria ontologica della cultura moderna è il “flusso”. Non c’è identità stabile né scopo e la libertà è ridotta ad autodeterminazione. È in questo caos che le aristocrazie tecnocratiche si arrogano il compito di “correggere” l’uomo per adeguarlo al “mondo nuovo”
Non solo carcerati uomini che si dicono donne per essere trasferiti. In Svizzera un ragazzo si è fatto registrare come ragazza all'anagrafe per evitare il servizio militare. Detto, fatto
I cosiddetti "nuovi diritti" non disegnano i confini di un nuovo umanesimo; rappresentano, al contrario, i passaggi sociali necessari alla realizzazione del transumano
Nei suoi nuovi standard la World Professional Association for Transgender Health consiglia di intervenire per accontentare chi manifesta "sintomi di identità eunuca", considerata genere a tutti gli effetti
Appello internazionale per una informazione basata sui dati riguardo ai problemi legati a identità di genere e sesso tra i minori. «Danni gravi da “transizioni” troppo frettolose»
Il ddl Zan antepone il percepito al reale, il soggettivo all'oggettivo. È sorprendente che riceva tanto sostegno in un momento in cui è unanime il coro di chi invoca più scienza, cioè più conoscenza oggettiva
La legge in discussione al Senato negli Usa non danneggia solo le donne, ma «la libertà degli esseri umani razionali di usare un vocabolario comune». Il giudizio del Wall Street Journal