Tempi
  • ACCEDI
ABBONATI
  • Esteri
    • Guerra Ucraina
    • Unione Europea
    • USA
    • Cina
    • Cristiani perseguitati
    • Islamismo
  • Politica
  • Giustizia
    • Magistratura
    • Carceri
  • Economia
    • Recovery Fund
    • Lavoro
    • Euro
    • Risparmio
    • Mutui
  • Ambiente
    • Clima
    • Crisi energetica
  • Salute e bioetica
    • Covid-19
    • Eutanasia
    • Fecondazione assistita
    • Aborto
  • Chiesa
    • Cristianesimo
    • Papa Francesco
    • Benedetto XVI
    • Luigi Giussani
    • Comunione e Liberazione
  • Magazine
    • Sfoglia Tempi digitale
    • Giugno 2022
    • Maggio 2022
    • Aprile 2022
    • Marzo 2022
    • Febbraio 2022
    • Gennaio 2022
    • Dicembre 2021
Nessun risultato
Visualizza tutti i risultati
  • Esteri
    • Guerra Ucraina
    • Unione Europea
    • USA
    • Cina
    • Cristiani perseguitati
    • Islamismo
  • Politica
  • Giustizia
    • Magistratura
    • Carceri
  • Economia
    • Recovery Fund
    • Lavoro
    • Euro
    • Risparmio
    • Mutui
  • Ambiente
    • Clima
    • Crisi energetica
  • Salute e bioetica
    • Covid-19
    • Eutanasia
    • Fecondazione assistita
    • Aborto
  • Chiesa
    • Cristianesimo
    • Papa Francesco
    • Benedetto XVI
    • Luigi Giussani
    • Comunione e Liberazione
  • Magazine
    • Sfoglia Tempi digitale
    • Giugno 2022
    • Maggio 2022
    • Aprile 2022
    • Marzo 2022
    • Febbraio 2022
    • Gennaio 2022
    • Dicembre 2021
Nessun risultato
Visualizza tutti i risultati
Tempi
ABBONATI
Home Esteri

La Svizzera sceglie la libertà e sbatte la porta in faccia all’Ue

Dopo la Brexit, Bruxelles riceve un'altra mazzata. Ecco perché Berna, gelosa della sua democrazia diretta, ha rifiutato l'accordo europeo

Agnese Costa
28/05/2021 - 3:00
Esteri
CondividiTwittaChattaInvia
Il presidente della Svizzera Guy Parmelin con il presidente della Commissione europea Ursula Von der Leyen
Il presidente della Svizzera Guy Parmelin con il presidente della Commissione europea Ursula Von der Leyen

La notizia è arrivata mercoledì, benché per gli osservatori più attenti non sia stata un fulmine a ciel sereno: l’accordo quadro per un mercato unico al quale Svizzera e Ue lavoravano da oltre sette anni è saltato. Ad annunciarlo è stata la stessa Confederazione elvetica. Troppe le divergenze, troppi i punti sui quali era impossibile accordarsi e così, consapevoli anche delle possibili conseguenze negative, gli svizzeri hanno optato per chiudere la partita prima del fischio di inizio.

La Svizzera ha ascoltato il popolo

La cosa avrà certamente dei risvolti non da poco, se anche Berna (come accadde per Londra) ha deciso di interrompere le trattative con Bruxelles per l’impossibilità di trovare soluzioni negoziali soddisfacenti. Tuttavia, si badi bene, non si tratta di una Brexit in salsa elvetica. Non solo perché la Svizzera non è uno Stato membro dell’Ue, ma soprattutto perché comunque ha optato per continuare la via degli accordi bilaterali (oltre 120 quelli all’attivo) che da decenni permette a questo paese neutrale e ricchissimo di coltivare i propri interessi non estraniandosi dagli Stati che la circondano.

Ma quali sono i punti che hanno fatto saltare il banco e perché si è arrivati a questa rottura? Sicuramente il Consiglio federale – cioè l’organo esecutivo del governo svizzero – ha fatto quello che tutti i governi dovrebbero fare: ascoltare il proprio popolo. In un paese dove la democrazia e il federalismo sono sacri, era inevitabile che accadesse. E il popolo svizzero si è espresso, in diverse occasioni, chiedendo che ci fossero delle garanzie. Ad esempio riguardo agli aiuti di Stato o ai salari: come proteggere il mercato del lavoro elvetico dagli effetti di dumping dovuti a salari potenzialmente così diversi tra loro? E perché i correttivi proposti dalla Svizzera alla libera circolazione non sono stati recepiti da Bruxelles?

LEGGI ANCHE:

La Repubblica Ceca si avvicina all'inizio del semestre di presidenza dell'Unione Europea

Ucraina. La Russia avanza nel Donbass, dall’Ue solo «retorica e illusione»

28 Giugno 2022
Christine Lagarde

La Bce la finirà con l’ipocrisia per fare davvero la banca centrale?

28 Giugno 2022

Berna è gelosa della sua autonomia

Soprattutto, però, Berna vuole essere autonoma nel decidere gli adeguamenti del diritto svizzero a quello dell’Ue e si è rifiutata di accettare automatismi pericolosi che avrebbero potuto in qualche modo minare la sovranità elvetica. L’accordo, infatti, avrebbe obbligato la Svizzera ad adottare le regole del mercato interno, ma anche a rendere il suo diritto sociale e del lavoro compatibili con quelli della Corte di giustizia europea trasformando la tradizionale democrazia diretta svizzera in qualcosa di profondamente diverso.

Lo ha scritto bene Berner Zeitung, secondo cui la Svizzera non ha bisogno di un «trattato della paura»: non bisogna concludere un accordo «che concede ai cittadini dell’Ue un accesso costoso al nostro sistema di previdenza sociale e che integra praticamente la Svizzera nell’Ue» senza le tutele necessarie.

L’Ue non ha dato garanzie adeguate

A Bruxelles hanno pestato i piedi. Come riportato dalle agenzie, le dichiarazioni successive alla notizia non sono state rassicuranti. La Commissione Ue ha preso atto con «rammarico della fine delle trattative», ricordando i «progressi compiuti negli ultimi anni». Bruxelles ha spiegato che «l’accordo quadro istituzionale era pensato come base per rafforzare e sviluppare le relazioni bilaterali per il futuro», con l’obiettivo di «garantire a chiunque operasse nel mercato unico dell’Ue, a cui la Svizzera ha un accesso significativo, le stesse condizioni perché un accesso privilegiato al mercato unico deve significare il rispetto delle stesse regole e degli stessi obblighi».

Concetto chiaro, ma agli svizzeri piace essere liberi e poiché le garanzie richieste non sono mai arrivate, per tutelare il proprio mercato e rispettare la volontà dei propri Cantoni, Berna ha preferito opporre un cortese rifiuto. Ma la gentilezza non è sempre di casa a Bruxelles e così ieri Von der Leyen e Borrell – oltre a sottolineare che con questo nulla di fatto, adesso, «la modernizzazione delle relazioni non sarà possibile e gli accordi bilaterali invecchieranno inevitabilmente» – hanno anche alluso poco simpaticamente agli enormi vantaggi lucrati dalla Svizzera finora grazie agli accordi attualmente in vigore.

Ora la fase degli accordi bilaterali

Una critica che non ha smosso di un millimetro Berna. E alla quale il consigliere federale Ignazio Cassis, ministro degli Esteri svizzero, ha risposto ricordando che la bilancia commerciale tra Svizzera e Ue pende per diversi miliardi in favore di Bruxelles e che la mobilità tra Nord e Sud dell’Europa passa dal territorio elvetico.

Ora si apre una nuova fase dove tutti gli accordi bilaterali (alcuni piuttosto datati) andranno rinegoziati ma senza accettare passivamente le lente procedure burocratiche europee. E Bruxelles dovrà calcolare bene le proprie mosse e le future negoziazioni, prima che altri paesi scelgano di muoversi come la Svizzera.

Foto Ansa

Tags: svizzeraUnione Europea
CondividiTwittaInviaInvia

Contenuti correlati

La Repubblica Ceca si avvicina all'inizio del semestre di presidenza dell'Unione Europea

Ucraina. La Russia avanza nel Donbass, dall’Ue solo «retorica e illusione»

28 Giugno 2022
Christine Lagarde

La Bce la finirà con l’ipocrisia per fare davvero la banca centrale?

28 Giugno 2022
Giovani in Italia piantano nuovi alberi

L’Ue ha promesso «tre miliardi di alberi entro il 2030». Siamo a tre milioni

27 Giugno 2022
Zelensky, presidente dell'Ucraina, si collega al Consiglio europeo

Ucraina nell’Ue. Vittoria simbolica, ma il percorso sarà lunghissimo

25 Giugno 2022
L'oleodotto Druzhba, collegato a una raffineria in Germania, verrà in parte bloccato dalle sanzioni Ue

Le sanzioni alla Russia si ritorcono contro l’Europa?

24 Giugno 2022
Mario Draghi

La guerra più difficile Draghi ce l’ha in casa

20 Giugno 2022

Video

Foto Red Dot per Unsplash
Ambiente

Stop auto endotermiche? «Decisione ideologica»

Redazione
9 Giugno 2022

Altri video

Lettere al direttore

Manifestazione contro la guerra in Ucraina

Loro cantano “Imagine”. Noi cantiamo “Martino e l’imperatore”

Emanuele Boffi
27 Giugno 2022

Read more

Scrivi a Tempi

I nostri blog

  • La preghiera del mattino
    La preghiera del mattino
    Dite alla Nato che anche nello scontro Turchia-Grecia ci sono aggressore e aggredito
    Lodovico Festa
  • Lettere al direttore
    Lettere al direttore
    Fermare la guerra infinita
    Carlo B. Scott Visconti
  • Cartolina dal Paradiso
    Cartolina dal Paradiso
    L’ideale cristiano non è la brava persona di successo, ma il santo
    Pippo Corigliano
  • Il Deserto dei Tartari
    Il Deserto dei Tartari
    Vasilij Grossman, la Russia e Macron
    Rodolfo Casadei
  • Good Bye, Lenin!
    Good Bye, Lenin!
    I sabati di lavoro dei profughi ucraini per i polacchi «in segno di gratitudine»
    Angelo Bonaguro

Foto

Ragazza in bicicletta
Foto

Esame di maturità. Un rito di passaggio

27 Giugno 2022
Egisto Corradi
Foto

La faccia più vera

26 Maggio 2022
Foto

Il potere dei senza potere e la guerra in Ucraina

20 Maggio 2022
Foto

“Investire in educazione”. Incontro sulla mostra “Alleanza scuola lavoro”

10 Maggio 2022
Foto

“Droga, le ragioni del no. Scienza, prevenzione, contrasto, recupero“

2 Maggio 2022

Altre foto

Reg. del Trib. di Milano n. 332 dell’11/6/1994

Codice ISSN
online 2499-4308 | cartaceo 2037-1241

Direttore responsabile
Emanuele Boffi

Editore
Contrattempi Società Cooperativa
Piazza della Repubblica, 21 – 20124 Milano
[email protected]
C. F. / P. Iva 10139010960
Iscrizione ROC n. 30851

Redazione
Piazza della Repubblica, 21 – 20124 Milano
+39 02.51829864
[email protected]

  • Chi siamo
  • Scrivi a Tempi
  • Iscriviti alla newsletter
  • Pubblicità
  • Privacy policy
  • Preferenze Privacy
  • Sfoglia Tempi digitale
  • Gestione abbonamento
  • Abbonati con carta di credito
  • Abbonati con bonifico/bollettino
  • Archivio storico

Copyright © Contrattempi Società Cooperativa. Tutti i diritti sono riservati | Contributi incassati nel 2021: euro 155.773,68. Indicazione resa ai sensi della lettera f) del comma 2 dell’articolo 5 del decreto legislativo 15 maggio 2017, n. 70

Nessun risultato
Visualizza tutti i risultati
  • ACCEDI
  • Magazine
    • Sfoglia Tempi digitale
    • Giugno 2022
    • Maggio 2022
    • Aprile 2022
    • Marzo 2022
    • Febbraio 2022
    • Gennaio 2022
    • Dicembre 2021
  • Esteri
    • Guerra Ucraina
    • Unione Europea
    • USA
    • Cina
    • Cristiani perseguitati
    • Terrorismo islamico
  • Politica
  • Giustizia
    • Magistratura
    • Carceri
  • Scuola
    • Scuole paritarie
    • Educazione
  • Ambiente
    • Clima
    • Crisi energetica
  • Salute e bioetica
  • Chiesa
    • Cristianesimo
    • Papa Francesco
    • Benedetto XVI
    • Luigi Giussani
    • Comunione e Liberazione
  • Cultura
    • Libri
  • Economia
    • Recovery Fund
    • Lavoro
    • Euro
    • Risparmio
    • Mutui
  • Società
    • Social network
    • Razzismo
    • Politicamente corretto
    • Lgbt
    • Sport
  • Spettacolo
    • Cinema
    • Tv
    • Musica
  • Tempi Media
    • News
    • I nostri blog
    • Video
    • Foto

Welcome Back!

Login to your account below

Forgotten Password? Sign Up

Create New Account!

Fill the forms bellow to register

All fields are required. Log In

Retrieve your password

Please enter your username or email address to reset your password.

Log In

Add New Playlist