Svelato l’enigma della vita. Sciocchi voi che ancora festeggiate Gesù

Di Luigi Amicone
04 Dicembre 2020
Adesso capisco perché il governo ha vietato il cenone di Natale anche tra congiunti fuori dal comune di residenza: è una specie di vaccino

Cronache di mezzo lockdown / 15

«Dopo 50 anni di dilemmi svelato l’enigma della vita». Nientepopodimeno. Se lo sapevo prima dell’enigma che periodicamente si svegliano a svelare – dopo 50 anni, adesso, ma ai bei tempi di Ceasescu in Romania succedeva tutti i giorni benché poi i bambini vivessero ancora sotto i tombini – con la prima pagina del Corriere della Sera del 2 dicembre che annuncia l’enigma svelato sotto una foto-spot di un socio fondatore di un’azienda di Google, l’impresa di intelligenza artificiale Deep Mind, se lo sapevo prima dicevo, col segreto svelato e un po’ di Botox ci ricreavo la mia povera carne invece di apparecchiarmi a tavola con quel pesce, brutto ma buono, che è lo scorfano, e che gli omofobi (omofobi? Massì, tanto fa sempre buon brodo antifa) dicono anche di certe donne.

Scorfani e omofobi delle mie tasche, ma perché ogni due per tre ci raccontate la minchiata che scoprono il segreto della vita e poi si continua a morire ammazzati da un nanokiller qualsiasi?

Mi sto preparando allo Pfizer, benché quest’anno io abbia maleducatamente balzato tutti gli altri vaccini importanti. Mica c’è da vantarsene, dice la mia pneumologa Chiara Melacini – nome per niente di fantasia – che non vuole dichiararmi candidato alle procellarie (procellarie? Massì, non ricordate Leopardi: «A che tante procelle?»).

Dovevo fare l’antipneumococco. E mi sono addormentato al telefono del numero di prenotazione che poi mi ha risposto: «Scusi signore, antipitocco che?». Non scherziamo con i carcinominati, please. Allora mi han detto di fare almeno l’antifluenzale, ché sono dentro tutte le categorie protette (anziani, malati, invalidi). E ci mancherebbe che mi attacco di nuovo al telefono, ho risposto io. Allora i miei familiari, suadenti e gentili, prendono e mi spediscono come un pacco in cima a una collina di Gallura. Mia moglie mi accompagna come se fossi anche in carrozzina – aggiungendo così al mio curriculum un’altra categoria protetta: il deambulante non autosufficiente – e poi se ne torna in continente promettendomi di riammettermi in famiglia quando la situazione Covid «sarà un po’ più tranquilla». Campa cavallo.

Per fortuna il consigliere comunale lo posso svolgere ancora in smart working, come si dice. Però come si fa per tutto il resto? Intanto mi distendo abbastanza nel sapere che c’abbiamo un enigma in meno: la vita.

Ah, ecco, volevate dire che sono dei cucù quelli che festeggiano ancora Gesù? E allora siate più diretti, perdinci. Adesso capisco perché il governo ha vietato le festività anche tra congiunti fuori dal comune di residenza, così che se sei di Roma fai Natale anche con i prozii e i cugini di tua sorella. Se sei di Sesto San Giovanni, un chilometro più in là, il nonnetto di Cologno faccia il Natale da solo sotto l’albero spelacchiato. È una specie di vaccino. Prima ti svelano l’enigma della vita. Poi, come fanno in Cina, vietano la Messa di Natale ai minori di 18 anni.

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