Suicidio assistito. «In Friuli e Veneto violata la sentenza della Consulta»
«Chi si assumerà la responsabilità di stravolgere il senso del Servizio sanitario nel nostro paese? Chi ha deciso di arrendersi alla cultura di morte che la Associazione Luca Coscioni sta seminando in ogni regione italiana?». Questa la domanda posta in una “lettera-diffida” indirizzata ai presidenti del Friuli-Venezia Giulia e del Veneto dal network di circa cento associazioni “Ditelo sui tetti”, estesa anche a tutti i presidenti di Regione e al governo (qui il testo integrale).
«Nella nota», spiega il coordinatore Domenico Menorello, si denuncia che i più recenti casi di autorizzazione al suicidio assistito in Veneto e in Friuli-Venezia Giulia violano gli stessi parametri dettati dalla Corte costituzionale con la sentenza n. 242/2019, perché si dilata il concetto di “sostegno vitale” fino ad allargarlo a farmaci ordinari o addirittura alla semplice assistenza. Inoltre, la Coscioni sta mutando il profilo della sua azione: non casi urgenti e drammatici, ma richieste di avere una sorta di “patente” per andare a morire negli ospedali pubblici, quando ciascuno deciderà».
«Il portato di questa azione, che viene ormai pretesa in molte aziende sanitarie italiane», si legge nella lettera aperta, «sta snaturando le istituzioni sanitarie, che si vogliono trasformare in potentissimi moltiplicatori di messaggi di disvalore verso i più fragili, che così percepiranno un abbandono fino a pensare di “dover andarsene”, come ammoniva la fondatrice degli hospice, madame Cicely Saunders, a proposito di forme più o meno edulcorate di eutanasia».
«Invece, la Costituzione e il Servizio sanitario italiano», concludono le associazioni, «hanno come scopo l’avere cura di ogni persona, in qualsiasi condizione sia, il che imporrebbe piuttosto di organizzare, finalmente, servizi di assistenza a chi soffre H24 e di potenziare le terapie del dolore, che raggiungono ancora una inaccettabile percentuale di popolazione, così calpestando diritti alla cura che la stessa Corte costituzionale ha definito essenziali».
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