Strage in Egitto. Terroristi assaltano bus di copti: almeno 28 morti

Di Redazione
26 Maggio 2017
Un gruppo di terroristi travestiti da militari, forse dell'Isis, ha attaccato due autobus e un pick-up a Minya diretti verso il monastero di Anba Samuel. L'eccidio sarebbe stato filmato

Egypt

Un gruppo di terroristi, forse dello Stato islamico, hanno assaltato due autobus e un pick-up diretti verso il monastero di Anba Samuel in Egitto, provincia di Minya, e ucciso almeno 28 cristiani copti, ferendone altri 23. Alcuni uomini si stavano recando al lavoro, altri in visita al luogo sacro.

I jihadisti si sarebbero appostati sulla strada con tre veicoli e avrebbero fatto scendere i copti. Dopo averli allineati sulla carreggiata, li avrebbero uccisi con armi da fuoco filmando l’eccidio. Secondo un ufficiale cristiano interpellato dal New York Times, «la situazione è confusa. Ma sappiamo che anche alcuni bambini sono stati uccisi». Il dato delle vittime non è ancora chiaro ma potrebbe essere molto più alto rispetto ai numeri che circolano in queste ore. Un ex portavoce della Chiesa copta parla infatti di 36 vittime.

Parlando ad AsiaNews, il portavoce della Chiesa cattolica Rafic Greiche ha detto che «i cristiani sono ormai un obiettivo dei terroristi. È un dato di fatto. Vogliono purificare l’Egitto e tutto il Medio Oriente dalla presenza cristiana. Hanno colpito proprio oggi perché domani comincia il mese sacro per i musulmani, il Ramadan». I veicoli assaltati, continua, «sono almeno tre». I jihadisti, secondo altre fonti, vestivano uniformi militari.

L’attentato di oggi è solo l’ultimo di una lunga serie, che si è intensificata negli ultimi mesi. Da dicembre, sono almeno 75 i cristiani uccisi. Oltre agli attentati contro la cattedrale copta di San Marco, al Cairo, e quelli la Domenica delle palme nelle chiese di Tanta e Alessandria, i terroristi islamici hanno anche lanciato un’offensiva nel Sinai del Nord, uccidendo i cristiani casa per casa nella città di Al-Arish. A migliaia sono scappati dopo la serie di omicidi e non tutti sono tornati. L’ultimo cristiano in città è stato ucciso a inizio maggio. La strage odierna ricorda invece quella del febbraio 2015, quando 21 cristiani copti sono stati sgozzati dall’Isis sulla spiaggia di Sirte, in Libia.

egitto-minya-attentatoL’Isis prende di mira i copti, che rappresentano il 10 per cento della popolazione egiziana e costituiscono la più grande minoranza cristiana di tutto il Medio Oriente, per diversi motivi. Innanzitutto per fare notizia in Occidente e mettere in imbarazzo il governo di Abdel Fattah al-Sisi, che ha deposto nel 2013 il presidente espressione dei Fratelli Musulmani, Mohamed Morsi, e che ha promesso di difendere i cristiani. Attentato dopo attentato, l’impotenza del governo è evidente.

Inoltre, come spiegato da Tempi in un precedente articolo, la propaganda islamista «accusa i copti (falsamente) di “controllare più del 40 per cento dell’economia egiziana” e di insultare il profeta Maometto». Inoltre, vengono perseguitati con l’accusa di voler «creare un mini-Stato copto» e di manovrare da dietro i militari. Secondo altri, dentro le chiese sarebbero nascoste centinaia di armi e il clero copto userebbe i cristiani per «fare la guerra ai musulmani» e sottometterli.

Foto Ansa/Ap

Articoli correlati

0 commenti

Non ci sono ancora commenti.