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«Stampa estera contro la Meloni»? Stavolta il vecchio trucco non regge

Dopo la rivedibile campagna sull'allarme fascismo, come ai tempi del Cav. i media italiani rilanciano due articoli di FT e Guardian per dire che i giornali internazionali sono contro Fdi. Falso, oltre che irrilevante

Piero Vietti
21/09/2022 - 6:25
Politica
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Giorgia Meloni

Dopo la poco incisiva campagna mediatica sul pericolo fascista, dopo avere tentato con scarsi argomenti di convincere i lettori che Giorgia Meloni è sì donna (quindi evviva), ma non abbastanza (l’unica vera donna è di sinistra, pare), e avere quasi preso sul serio l’ossimoro lettiano dell’«uomo femminista» al comando, i media progressisti hanno provato ad alzare il tiro, a una settimana dalle elezioni politiche, accusando la leader di Fratelli d’Italia di essere orbaniana e antiabortista.

Il soccorso degli editorialisti progressisti. Forse

Sinistra alla frutta, abbiamo scritto, se questi sono gli argomenti rimasti a una campagna elettorale basata soltanto sulla reazione a quanto il centrodestra faceva e diceva. Si era provato già con la carta dei competenti, ma anche in questo caso non erano arrivati gli assist sperati a livello internazionale: persino due icone liberal come Hillary Clinton e Senna Marin hanno detto di non avere nulla in contrario a un governo Meloni, e il leader dei popolari europei Manfred Weber ha “benedetto” il progetto conservatore della presidente di Fdi. A sinistra si sono allora buttati su Elodie e Chiara Ferragni, trasformandole in raffinate opinioniste politiche assieme a Marracash e Francesca Michielin. Niente da fare.

Ossessionati dal pericolo fascista, molti progressisti hanno visto l’inizio della dittatura nel rifiuto di Laura Pausini di cantare Bella ciao in una trasmissione tv spagnola e nei fulmini tricolori disegnati sul casco del ciclista italiano Filippo Ganna, troppo simili a una fiamma per i difensori della democrazia. All’appello mancava la stampa internazionale, invero troppo tiepida fin qui, nonostante l’allarme fascista sia stato gridato da molti, giornali del gruppo Gedi in testa. E finalmente eccola, quasi in extremis.

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«Stampa estera» contro Meloni? Due giornali inglesi

«La stampa estera contro la leader di Fdi», scrive Repubblica. Un grande classico di ogni elezione in Italia dai tempi di Berlusconi, la chiamata alle armi di giornali, commentatori, tv straniere che guardano preoccupate all’appuntamento elettorale così da permettere ai nostri giornali di dire “ecco, lo vedete, persino all’estero se ne sono accorti che se vincono quelli è un disastro”. Peccato che «la stampa estera contro la leader di Fdi» siano due articoli usciti su due quotidiani britannici, e basta.

Uno è un editoriale non firmato del Financial Times, che però non si dice preoccupato per le conseguenze di un governo Meloni, anzi. Molto più semplicemente osserva che Fratelli d’Italia non è mai stato al governo, quindi è difficile sapere quale sarà il volto di Giorgia Meloni, se quello più conservatore e pro famiglia, quello più di destra, quello atlantista o quello critico dell’Europa. Ciò che è certo, dice il quotidiano della City, è che «nonostante la competenza di Draghi, l’Italia non potrà essere governata per sempre da tecnocrati». Non solo: «L’Ue dovrebbe incoraggiare questo passo democratico, per quanto sfumato». E addirittura: «Evitare un governo Meloni, con tutte le sue posizioni illiberali, non farebbe altro che spingerlo verso gli angoli più bui del nazionalismo».

Il Guardian contro la Meloni

Insomma il FT dice “stiamo a vedere”, e suggerisce anzi che sarebbe sbagliato cercare di impedire alla Meloni di governare, sebbene non tutte le sue idee combacino con la linea editoriale del quotidiano finanziario. E ci mancherebbe. Basta tecnocrati, aggiunge l’editoriale, rovinando un po’ i piani a Rep. che nelle stesse ore spiegava che «Da Kissinger al ceo di Blackstone, l’America punta ancora su Draghi: “Con te il mondo ha fiducia nell’Italia”».

Meno male che c’è Guardian, però: al noto quotidiano di sinistra inglese non piace il centrodestra, ma la notizia sarebbe il contrario, semmai. «Se Giorgia Meloni salisse al potere alla testa di una coalizione di estrema destra, le conseguenze economiche e sociali potrebbero essere terribili», ammonisce il Guardian, ripreso da tutte le testate italiane. Peccato che a dirlo sia un collaboratore del quotidiano britannico, lo scrittore e traduttore Jamie Mackay, che vive a Firenze e scrive saltuariamente “opinion” per il Guardian. Poca roba, dunque, ma abbastanza per fare dire a Repubblica che la stampa estera è schierata contro Giorgia Meloni. Come se questo importasse davvero a qualcuno, al di fuori delle redazioni con sede nelle Ztl delle grandi città.

Tags: Elezioni 2022Giorgia Melonigiornalismorepubblica
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