
Stamina. «Se il metodo Vannoni serve a salvare i bambini, il ministro lo renda pubblico»
[internal_video vid=107263]Un gruppo di una ventina di scienziati ha scritto al ministro della Salute Beatrice Lorenzin per chiedere che il controverso metodo Stamina, appena consegnato dall’équipe di Davide Vannoni all’Istituto Superiore di Sanità per ottenere il via libera ufficiale alla sperimentazione, sia reso pubblica. Questa volta – scrive Giuseppe Remuzzi in un commento sul Corriere della Sera – sono «i più bei nomi della nostra medicina» che «vogliono vederci chiaro», «gente che di ricerca e di staminali se ne intende (da Ballabio a Corbellini a Cossu a Di Fiore e poi ci sono Frati, Garattini, Notarangelo e ancora Pellegrini, Pellicci, Redi, Rambaldi e tanti altri)». E dunque sarà difficile continuare a mantenere nell’ambiguità questa «storia di sotterfugi e mezze verità» che va avanti da oltre un anno.
Remuzzi condivide le domande che hanno spinto i venti ricercatori a scrivere al ministro. Una in particolare: «Che garanzie abbiamo che quello che hanno presentato all’Istituto Superiore di Sanità corrisponda a quello che si fa da mesi all’ospedale di Brescia?». Secondo il commentatore del Corriere, inoltre non ci sono ragioni per cui la Lorenzin debba rifiutare la richiesta di pubblicazione del protocollo, visto che quest’ultimo «non è protetto da alcun brevetto» e visto che «la sperimentazione si farà con soldi pubblici». La Stamina Foundation di Vannoni ha però chiesto «che non siano diffusi i dettagli della loro tecnica», prosegue Remuzzi. Ma «se uno trova una cura ha il dovere di renderla pubblica perché si diffonda a vantaggio di tanti. Se poi serve a “salvare tante vite e tanti bambini” lo dovremmo fare prima ancora che qualcuno ce lo chieda. Giusto professor Vannoni? O no?».
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Ecco il testo della lettera degli scienziati al ministro Lorenzin:
Signor Ministro, è stato detto per mesi a tutto il Paese che un esclusivo e originale “metodo” di produzione di cellule nervose da cellule staminali ossee permetteva guarigioni e miglioramenti spettacolari in malattie incurabili. Il Parlamento ha imposto di scoprire le carte. Vorremmo ora poter vedere quel “metodo” originale e le cellule nervose da sperimentare nei pazienti. Vorremmo sapere se il protocollo consegnato all’ISS coincide con quel metodo Stamina già nel dominio pubblico (domande di brevetto, dichiarazioni). Vorremmo sapere se descrive quanto è stato a lungo fatto nel preparare cellule da somministrare ai pazienti.
Chiediamo che il protocollo di isolamento, coltura, differenziamento, e inoculo di cellule consegnato ieri da Vannoni Davide all’ISS sia reso pubblico integralmente.
Non esiste infatti ragione di segretezza. Non si tratta infatti di un trial clinico sponsorizzato da un’industria; non si tratta di un protocollo protetto da brevetto; non si tratta di un protocollo di cui esista traccia nella letteratura scientifica se non due articoli ucraini sconosciuti come valore scientifico. La sperimentazione del “metodo Stamina” è promossa per legge e finanziata dallo Stato come conseguenza di circostanze eccezionali di disinformazione di massa e compromissione dell’ordine pubblico; è condotta allo scopo di rendere noto al pubblico in che cosa consista e che effetti abbia un “metodo” tenuto segreto e tuttavia incredibilmente praticato in ospedali pubblici, e presentato al pubblico con amplissima risonanza.
Non esiste ragione di segretezza. Non esiste documento che comprovi al Ministero che il protocollo consegnato da Vannoni Davide sia proprietà intellettuale o commerciale di Vannoni Davide. Non esiste documento disponibile al Ministero che il protocollo consegnato non sia magari proprietà intellettuale o commerciale di altri. Non esiste documento che il protocollo consegnato rifletta quanto praticato ai pazienti in precedenza. Non esiste documento di alcuna innovazione biologica di interesse clinico da sperimentare nei pazienti. Potrebbe essere un protocollo qualunque, perfino coperto da brevetti altrui, perfino preparato da altri e consegnato a loro insaputa.
Né la legge 57 né il DM attuativo prevedono o prescrivono contatti personali extraprotocollari e ripetuti tra Vannoni Davide e organi tecnici del Ministero; né prevedono la partecipazione stabile di Vannoni Davide e di persone da lui scelte alle sedute della Commissione; né prevedono che Vannoni Davide imponga le sue regole. Né prevedono la secretazione del protocollo.
Altri hanno fornito al pubblico l’evidenza che il “metodo Stamina”, tenuto segreto al pubblico, ma praticato in ospedali pubblici, sia gravato da frodi e plagi. Il Governo deve al pubblico chiarezza. Deve alla comunità scientifica chiarezza e rispetto. Deve ai pazienti chiarezza, rispetto e tutela della salute.
Andrea Ballabio, direttore Istituto Telethon di genetica e Medicina (TIGEM) Napoli
Paolo Bianco, ordinario di Anatomia Patologica, direttore Laboratorio Cellule Staminali Dir Medicina Molecolare, Sapienza Univ. di Roma
Andrea Biondi, ordinario di Pediatria, Università Milano Bicocca
Elena Cattaneo, ordinario di Farmacologia, direttore Centro di ricerca Unistem, Univ. di Milano
Daniele Condorelli, ordinario di Biochimica, Univ. di Catania
Giulio Cossu, ordinario di Istologia e Embriologia, Univ. di Milano e Professore di Biologia delle cellule staminali umane, University College London
Michele De Luca, direttore Centro di Medicina Rigenerativa “Stefano Ferrari”, Univ. di Modena e Reggio Emilia
Pier Paolo Di Fiore, ordinario di Patologia Generale, Univ. Di Milano e IFOM, Milano
Fabio Facchetti, ordinario di Anatomia Patologica, Univ. di Brescia
Luigi Frati, Rettore Sapienza Univ. di Roma
Silvio Garattini, direttore Ist. di Ricerche Farmacologiche Mario Negri Irccs
Martino Introna, direttore Laboratorio di Terapia Cellulare “G. Lanzani” Azienda Ospedaliera Papa Giovanni XXIII, Bergamo
Luigi Notarangelo, ordinario di Pediatria e Patologia, Harvard Medical School, Boston
Piergiuseppe Pelicci, ordinario di Patologia Generale, Univ. di Milano e co-direttore scientifico IEO, Milano
Graziella Pellegrini, dir. Unità di Terapia Cellulare Centro di Medicina Rigenerativa “Stefano Ferrari”, Univ. di Modena e Reggio Emilia
Vincenzo Perciavalle, ordinario di Fisiologia, Univ. di Catania
Alessandro Rambaldi, direttore Ematologia e Trapianto Midollo Osseo, Azienda Ospedaliera Papa Giovanni XXIII, Bergamo
Carlo Alberto Redi, ordinario di Zoologia, Univ. di Pavia
Ferdinando Rossi, ordinario di Neuroscienze, Direttore Dip. di Neuroscienze Rita Levi Montalcini, Univ. di Torino
Fulvia Sinatra, ricercatore in Biologia Applicata, Univ. di Catania
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2 commenti
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Se Vannoni vuole fare ricerca seria ha proprio sbagliato paese, in Italia non puoi più neanche cucigli gli occhi ai gatti.
…il siugnor V. ha ricevuto milioni dallo stato per fare ricerca sulla base di nessun dato scientifico…direi che l’Italia ha gia fatto anche troppo.