
Socci e la ridicola idea di “genitore 1 e 2”, partorita da chi vuole eliminare i fatti con le opinioni
Articolo tratto dal blog di Antonio Socci
Quasi cent’anni fa il grande Gilbert K. Chesterton prevedeva che la deriva della moderna mentalità nichilista sarebbe stata – di lì a poco – il ridicolo. Cioè la guerra contro la realtà.
Intendeva dire che ciò che fino ad allora era stata un’affermazione di buon senso e di razionalità – per esempio che tutti nasciamo da un uomo e da una donna – in futuro sarebbe diventata una tesi da bigotti, un dogmatismo da condannare e sanzionare. Sosteneva che ci dovevamo preparare alla grande battaglia in difesa del buon senso.
Chesterton infatti scriveva:
“La grande marcia della distruzione culturale proseguirà. Tutto verrà negato. Tutto diventerà un credo… Accenderemo fuochi per testimoniare che due più due fa quattro. Sguaineremo spade per dimostrare che le foglie sono verdi in estate. Non ci resterà quindi che difendere non solo le incredibili virtù e saggezze della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile: questo immenso, impossibile universo che ci guarda dritto negli occhi. Combatteremo per i prodigi visibili come se fossero invisibili. Guarderemo l’erba e i cieli impossibili con uno strano coraggio. Saremo tra coloro che hanno visto eppure hanno creduto”.
Viene da ricordarlo con una certa tristezza in questi giorni nei quali – seguendo la bislacca trovata del governo francese – anche in Italia sta cominciando a dilagare l’idea di sostituire, nella modulistica della burocrazia scolastica, le categorie “padre” e “madre” con la formula “genitore 1” e “genitore 2”.
Tutto questo perché – secondo l’ideologia “politically correct” – si deve “desessualizzare la genitorialità”. Cioè perché la dizione “padre” e “madre” potrebbe essere sentita come discriminatoria da qualcuno.
Resistendo allo sconcerto e al ridere vorrei provare a ragionare pacatamente con chi si fa alfiere di questo tipo di trovate. Anzitutto va sottolineato che “i fatti hanno la testa dura” e – con buona pace di certi opinionisti – tutti sulla terra siamo stati generati da un uomo e da una donna. In qualunque modo sia avvenuto il concepimento.
Quindi la realtà contraddice le opinioni e soprattutto mostra che nessuno può sentirsi “discriminato” da quella formulazione perché tutti, proprio tutti, siamo stati generati da un padre e da una madre e dunque siamo loro figli.
Ma oggi purtroppo la mentalità dominante afferma che se i fatti contraddicono le opinioni, tanto peggio per i fatti. Così, non potendo “abolire” la natura per legge, si decide di abolire le parole che “dicono” la natura delle cose (domani si potrà decretare per legge che due più due fa sette e che si deve chiamare notte il giorno e giorno la notte).
Torniamo al genitore 1 e al genitore 2. Il fatto è che con questa formula i “politicamente corretti” finiscono pure per creare discriminazioni peggiori.
Anzitutto discriminano la stragrande maggioranza delle persone che continuano a sentirsi padri e madri – e non genitore 1 e genitore 2 – e continuano farsi chiamare dai figli “papà” e “mamma” (finché non verrà proibito).
In secondo luogo con la nuova formulazione si discrimina il “genitore 2” che inevitabilmente diventerà secondario.
Infatti per ovviare a questo problema al Comune di Bologna pare abbiano pensato di adottare un’altra dizione: “genitore” e “altro genitore”.
Vorrei sommessamente notare che è egualmente discriminatoria verso uno dei genitori. E che entrambe poi sono formule fortemente sessiste, perché sia la “soluzione” veneziana che quella bolognese, usano il termine genitore al maschile, mentre la madre – se vogliamo usare un linguaggio non discriminatorio – è casomai “genitrice”.
Ma, a quanto pare, in questo caso la discriminazione contro le donne viene ignorata e tenuta in non cale. Alla fine della fiera è evidente che i soli termini che non discriminano nessuno sarebbero “padre” e “madre”.
Ma ormai l’ideologia dominante ha dichiarato guerra a padri e madri, alla famiglia naturale, alla realtà. E quindi dovremo subire la loro progressiva cancellazione linguistica.
Non solo. L’epurazione del linguaggio andrà avanti (per esempio la parola “matrimonio”, che rimanda evidentemente alla mater, quindi alla generazione) e si dovrà estendere alla letteratura.
Si dovrà censurare quasi tutto, dall’Odissea, dove Telemaco ha la sfrontatezza di aspettare il padre anziché il genitore 1, all’Amleto dove il protagonista vive anch’esso il dramma della morte del padre.
Dalla Bibbia, dove la paternità di Abramo dà inizio all’Alleanza e dove Gesù insegna a pregare col “Padre nostro”, indicando in Maria la Madre, fino alla psicoanalisi.
Anche la psicoanalisi dovrà cadere sotto i colpi del politically correct.
Sigmund Freud nella “Prefazione alla seconda edizione” di “L’interpretazione dei sogni” scrive testualmente: “Questo libro ha infatti per me anche un altro significato soggettivo, che mi è riuscito chiaro solo dopo averlo portato a termine. Esso mi è apparso come un brano della mia autobiografia, come la mia reazione alla morte di mio padre, dunque all’avvenimento più importante, alla perdita più straziante nella vita di un uomo”.
Come ha notato Hermann Lang “se Freud è da considerare il padre della psicanalisi” da questa citazione “risulterebbe che questa psicanalisi la deve essenzialmente alla relazione con il padre”.
La psicoanalisi infatti ci spiega che il “padre” e la “madre” non sono soltanto l’ineludibile realtà umana da cui tutti siamo nati e nasciamo, coloro che hanno generato il nostro corpo biologico: essa ci svela che le loro diverse figure permeano pure la nostra psiche, fondano, in modo complementare, la nostra identità profonda e la nostra relazione con tutte le cose. Abolire il padre e la madre dunque rischia di portare all’abolizione (psicologica) dei figli.
Ricordo solo un pensiero di Freud: “Non saprei indicare un bisogno infantile di intensità pari al bisogno che i bambini hanno di essere protetti dal padre” (da “Il disagio della civiltà”, in Opere, X, Boringhieri, Torino 1978, p. 565).
Qua, come pure dove parla della madre, come si può “correggere” Freud? Non si può sostituire padre e madre con genitore 1 o genitore 2. Perché non sono intercambiabili. Padre e madre sono complementari. E ineliminabili.
Ma tutto questo sembra non importare a questo o quell’assessore o politico o ministro o opinionista. Pare che nemmeno ci si accorga dell’enormità e della delicatezza di ciò che si va a spazzar via. Cosa volete che sia la cancellazione di una civiltà millenaria e della stessa natura umana. Basta una delibera del sindaco.
Da “Libero”, 19 settembre 2013
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18 commenti
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Il papa lo potremo chiamare ancora santo padre? Oppure si dovrà chiamare, per non essere omofobi, santo genitore ?
una cosa mi incuriosisce tanto. ossia vedere fino a che punto può essere messa a dura prova la pazienza della gente con queste grandissime stronzate. no che alla fine padre e madre è chiaro. chi è il genitore 1 e chi il genitore 2? ogni famiglia dovrà mettersi d’accordo così ad esempio il padre è il g.1 e la madre il g.2. o viceversa. così i figli un po’ di chiarezza ce l’hanno. ma ce l’hanno? cioè se invece in un’altra famiglia la madre è il g.1 e il padre il g.2 dopo se i genitori si incontrano non c’è chiarezza. poveri bambini! qualcuno qui ha detto che ogni volta che pensa che i grillini non possono essere più stupidi è costretto a ricredersi. come dargli torto?
non c’è bisogno di scomodare Chesterton e Freud: genitore 1e2 è un’idiozia
Bisognerebbe che tutti i padri e le madri protestassero con un bello sciopero dei consumi superflui sciopero della TV, digiuno e rosario che rendono piu liberi
Mi viene un dubbio, chi allatta è il genitore 1 o genitore 2 ?
Dubbio amletico, caro Giovanni!! 😉
Meglio cancellare la delibera del sindaco o il sindaco stesso, che magari non è neanche genitore 1 o genitore 2.
Vabbè, da Socci non ci si aspettava altro, se non questo. L’idea di utilizzare termini come genitore 1 e genitore 2 nasce dal volere di rispettare tutti i bambini. In Italia, così come negli altri Paesi, vi sono ormai migliaia bambini che crescono con genitori dello stesso sesso. Che vi piaccia o meno è così. Dunque, visto che questa realtà già esiste, bisogna cercare di tutelarli nel migliore dei modi possibile. Per rispetto di TUTTI i bambini (che dovrebbe essere il primo pensiero di chiunque) è dunque giusto che nei moduli ci siano dei termini neutri che siano applicabili a tutte le situazioni. Questo non toglie NIENTE ai bambini con genitori di sesso diverso e al tempo stesso è una terminologia inclusiva, che tutela anche i bambini con due papà e due mamme, come è giusto che sia. Per quanto riguarda tutta la parte psicologica veramente oggigiorno parlare di psicologia limitandosi a citare Freud è come parlare di cosmologia limitandosi a citare le teorie copernicane, ovvero la preistoria di tale disciplina. Come ha illustrato bene durante un’intervista lo psichiatra e psicoterapeuta Luigi Cancrini, presidente del Centro Studi di Terapia Familiare e Relazionale, “Contrariamente a quanto affermato da Freud, il tema del rapporto triangolare che lega il bambino e i suoi genitori è un tema di vicinanze e di distanze più che un tema legato alla sessualità. (…) Quelle che contano per il bambino solo la qualità umana e la maturità affettiva della coppia che lo alleva, non l’orientamento sessuale dei suoi componenti.”
Abbeh!, chapeau allo psichiatr./psicoterap. Cancrini Dr. Luigi. Sempre che i componenti (come quelli del Lego?) della succitata “coppia” si manifestino affettivamente maturi, sessualmente orientati (o occidentati?) (ma cosa vuol dire) ancorché umanamente qualitativi nei riguardi del rapporto triangolare che li lega (allora vedi che è proprio il Lego) al bambino (ma non è un po’ obsoleto il termine “bambino”, così ottocentesco e discriminatorio……..non si è trovato un termine più neutro, perché poi è anche maschile, mannaggia!
Tipo: vertice del triangolo formato dal cateto 1 e cateto 2; dai mi sembra più moderno.
Eh già, perché i bambini notoriamente hanno degli sturbi immani a causa della modulistica comunale. Gli ospedali psichiatrici sono infatti pieni di persone che a causa delle diciture comunali discriminatorie sono entrati in crisi depressiva già in età prescolare, roba che neanche la psicoterapia ha potuto farci nulla. Per cui avanti con la buona e moderna battaglia per salvare i bambini da questi traumi indicibili.
Mi scusi sig bifocale non sono un addetto ai lavori credo di farle una domanda istintiva, sulla quantità e sulla qualità,delle attenzioni,che una coppia omosessuale possa investire nella crescita di un bambino non dubito
Ma la mia domanda forse ingenua, i famosi modelli di riferimento padre/madre, sostituiti da genitori dello stesso sesso,il bambino(parlando per assurdo) potrebbe cercare diciamo…….. la figura mancante all’esterno della famiglia? Vivendola come una mancanza
Oppure basterebbe la naturale diversità di carattere degli individui genitoriali es. uno più severo,uno più affettuoso,ecc ecc per creare una sorta di ideale distacco dei ruoli (se necessaria) ? Spero di essermi espresso in modo non troppo confuso molte grazie
Bifocale, siamo alle solite: non tutto quello che c’è – per esempio le famiglie arcobaleno – e’ giusto valorizzarlo. Inoltre stabilire, come fa l’onorevole comunista prof. Cancrini, che è sufficiente “la maturità affettiva della coppia” nulla dice circa il contenuto di questa maturità: lo stabilisce l’onorevole? È perché, a questo punto, non allargare la coppia a un terzo volenteroso? I bisessuali potrebbero sentirsi discriminati, e d’altra nella realtà – piaccia o non piaccia – esistono anche i ménage a trois …
NB la rivoluzione copernicana e’ ancora valida…
Ma caro Cisco, quanto sei indietro, nei commenti in questo sito sono già stati sdoganati poligamia e incesto dai soliti tizi multipli ! E , direi, ovviamente.
Aggiungo qualche perla di citazione dai commenti:
“Esistono moltissime culture dove i matrimoni sono tra più di una persona ( certi sceicchi arabi o capi tradizionali africanii hanno harem composti da centinaia di mogli, tutte regolarmente sposate) , tra persone dello stesso sesso (nelle culture tradionali americane e asiatiche) o addirittura con un morto (diverse culture africane, per i figli si ricorre alla fecondazione eterologa con un fratello minore del defunto, ma i bimbi sono legalmente figli del trapassato) .. Come vedi sono sempre esistite culture “non razziste” in questo campo”.
’L’incesto è il più radicato tabù della storia umana (praticamente si conoscono casi di incesto legalizzato solo in famiglie reali, anzi di re divinizzati come i faraoni egizi e gli Inca peruviani).
Non esiste quindi praticamente nessuna richiesta sociale in questo senso.Se la richiesta sociale di altri tipi di unione aumenterà ne discuteremo”.
E’ più chiaro ora, caro Cisco ?
Cara Giovanna, immaginavo ma evidentemente mi ero perso un pezzo…. Come sempre la realtà supera la fantasia: per ora, a meno che non mi sia perso anche questo, manca solo il matrimonio con le grandi scimmie, ma temo ci penserà presto il prof. Veronesi, magari chiedendo la mano alla nota scimmia pensante Scalfari.
“In Italia, così come negli altri Paesi, vi sono ormai migliaia bambini che crescono con genitori dello stesso sesso.”
Cita le fonti, altrimenti rimane alla stregua di chiacchiera da bar!!
à bifocale!! regola un po’ le lenti….!!
Allucinante!!!!!
E’ proprio vero che il genitore 1 (o il genitore 2) dei cretini è sempre incinto…ehm… incinta……. mahh!!!