«Le scosse non finiscono, ma la voglia di ripartire è molta perché la nostra gente è forte e positiva». Don Gabriele Porcarelli è il parroco di Sant’Agostino (Ferrara), uno dei comuni più colpiti dalle scosse cominciate il 20 maggio. Il sisma ha reso inagibile la chiesa della parrocchia.
Don Gabriele, la chiesa in cui è parroco è ritenuta pericolosa e non è permesso celebrare le funzioni religiose, ma questo non vi ferma. È così?
C’è un grosso desiderio da parte di tutti di ricominciare. Settimana scorsa non siamo stati in grado di celebrare la Messa, ma questa domenica era Pentecoste e tutti mi chiedevano: «Come faremo?». Era evidente nella gente l’esigenza di un luogo in cui ritrovarsi. Abbiamo chiamato un’azienda specializzata che, in pochissimo tempo, ha montato un tendone dove abbiamo potuto celebrare le Messe.
C’erano molti fedeli?
Tutte le Messe sono state molto partecipate. Tenga presente che tutta la zona è senza una chiesa. L’unico edificio non a rischio è, teoricamente, la parrocchia di Poggio Arenatico perché è una struttura nuova, ma anche questo edificio è stato inibito alla frequentazione.
Quando pensa di poter celebrare ancora nella sua parrocchia?
I tempi saranno lunghissimi perché la struttura è molto lesionata, ma per fortuna è rimasta in piedi. Non so quando potremo ritornare alla normalità, ma sono sicuro che ci vorrà molto tempo, prima di tutto perché le scosse non si sono fermate. Dovremo attendere i sopralluoghi degli organi incaricati dal ministero dei Beni e le attività culturali per valutare la gravità dei danni che, sappiamo bene, comporteranno dei costi importanti per le ristrutturazioni.
Qual è il sentimento che prevale nelle persone che incontra?
La gente è paziente e sono tutti attivi: hanno voglia di ripartire mostrando una buona dose di disponibilità. Le nostre persone sono forti e positive, nonostante le numerose difficoltà: oltre la chiesa inagibile, la vita civile è bloccata perché il municipio è squarciato e molti luoghi di lavoro sono irraggiungibili, ma tutti siamo cosciente che le attività devono andare avanti.