Siria, video delle suore rapite: «Stiamo bene»

Di Daniele Guarneri
07 Dicembre 2013
Al Jazeera diffonde un video delle religiose rapite: «Stiamo bene, saremo libere fra due giorni». I rapitori chiedono la liberazione di «mille donne siriane detenute nelle prigioni del regime»

Le suore di Maloula, rapite lo scorso 2 dicembre dal monastero di Santa Tecla che non avevano mai abbandonato nonostante gli attacchi dei ribelli in tutta la città, sono apparse ieri sera in un video diffuso da Al Jazeera. Pochi minuti prima che il video venisse trasmesso, un gruppo di ribelli, le brigate di Ahrar al Qalamoun hanno rivendicato il sequestro e in cambio del rilascio delle religiose hanno chiesto la liberazione di «mille donne siriane detenute nelle prigioni del regime siriano».
Nei due minuti del video, le suore hanno rassicurato tutti dicendo che stanno bene e che saranno rilasciate entro due giorni. Nel filmato si sente la voce di un uomo che fa alcune domande alle monache. Una di loro dice; «Stiamo bene, siamo in una bellissima villa e saremo liberate fra due giorni». «Abbiamo lasciato il monastero per i troppi bombardamenti», dice un’altra. «Chiediamo la fine dei bombardamenti su chiese e moschee. I nostri ospiti sono molto gentili e si prendono cura di noi».
«Saremo libere fra due giorni», ripete un’altra. Poi quasi riprendendosi, precisa: «Non siamo rapite, siamo solo custodite in sicurezza». Le religiose continuano a dire che il gruppo che le ospita e che le ha fatte uscire dal monastero di santa Tecla, lo ha fatto per la loro sicurezza. E assicurano che sono «13 religiose e tre civili ad aver lasciato il monastero a causa dei bombardamenti».

L’agenzia Fides fa sapere che «il generale Abbas Ibrahim, capo degli apparati si sicurezza libanesi, su incarico del presidente libanese Michel Sleiman si è recato in Qatar nella giornata di sabato 7 dicembre nel tentativo di trovare una soluzione al caso delle monache di Maalula prelevate dal monastero di Santa Tecla e trasferite in una località finora non identificata». La missione è stata confermata da fonti libanesi consultate dall’agenzia Fides. Il Generale Ibrahim avrebbe anche contattato l’emittente tv Al Jazeera per avere notizie sulla fonte del video trasmesso dalla rete venerdì 6 dicembre, in cui le monache appaiono sedute sui divani di un’ampia sala mentre, sollecitate da una voce maschile fuori campo, pronunciano frasi rassicuranti sulle proprie condizioni e sul loro prelevamento, presentato non come un rapimento ma come una specie di operazione umanitaria per sottrarle ai pericoli, dopo che la città di Maalula è stata di nuovo occupata dalle milizie ribelli.

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2 commenti

  1. Praticamente sono ospiti di benefattori senza macchia e senza peccato, dal buon cuore, Ora Pro Siria non mi sembra la pensi così.
    il portavoce del gruppo, Mohannad Abu al-Fidaa, ha detto che “le suore sono in un luogo sicuro, ma non saranno rilasciate finche’ non saranno accolte alcune richieste, prima tra tutte il rilascio di mille donne siriane rinchiuse nelle prigioni del paese”.
    Perchè le suore non indossano la croce nell’incontro, forse perchè i ribelli non sopportano vedere la croce?
    da: http://oraprosiria.blogspot.it/2013/12/monache-di-maaloula-perche-colpire-la.html
    La testimonianza di una parlamentare siriana in visita al Santo Padre:
    Maria Saadeh, architetto, deputata cristiana del Parlamento siriano eletta come indipendente nel Parlamento siriano nel 2012.
    “Sono venuta in Italia per spiegare che in Siria è in atto una guerra contro lo Stato, non contro il governo. Per distruggerlo, paesi stranieri fomentano il conflitto sociale, etnico e religioso”.
    Radio Vaticana, 8 dicembre 2013 intervista audio a Maria Saadeh: http://media01.radiovaticana.va/audiomp3/00403252.MP3

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