Siria. Aumenta il numero dei cristiani rapiti dallo Stato islamico: «Sono 350, 15 giustiziati»

Di Leone Grotti
27 Febbraio 2015
Il funerale di altre nove persone uccise si è già tenuto. Sembra che trattative per liberare i cristiani non combattenti siano in corso con l'Isis

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Potrebbero essere fino a 350 i cristiani rapiti dallo Stato islamico nei 35 villaggi cristiani che si snodano lungo il fiume Khabur, nel nord della Siria, ma sui numeri non ci sono certezze. Secondo quanto dichiarato ad Aiuto alla Chiesa che soffre dall’archimandrita Abbot Emanuel Youkhana il numero dei sequestrati è più alto di quanto precedentemente annunciato e «15 sono già stati martirizzati».

OLTRE 200 RAPITI. L’Isis ha attaccato i villaggi assiri e caldei poco prima dell’alba del 23 febbraio, dirigendosi verso quelli della sponda sud del fiume. Sentendo gli spari, gli abitanti dei villaggi a nord sono scappati rifugiandosi ad Hassaké e Qamishli. Le persone fuggite sarebbero tra le 3.000 e le 5.000. Inizialmente si parlava di 90 rapiti, poi l’Osservatorio siriano per i diritti umani ha confermato il rapimento di 220 persone. Oggi i numeri si sono alzati ancora a 350. I nomi di 98 di questi sono stati riportati da Aina. Provengono dai villaggi di Tel Jazira, Tel Fweidat, Tel Goran, Qaber Shamiyeh e Tel Hurmiz.

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«UN UOMO BRUCIATO VIVO». Anche il numero dei villaggi conquistati dai jihadisti non è chiaro. Secondo quanto dichiarato ieri a tempi.it dalla Federazione assira di Svezia sono «sicuramente 10, forse di più. In un villaggio, Tel Jazire, lo Stato islamico ha bruciato tutte le case. Un uomo che si è rifiutato di andarsene è stato bruciato vivo. Questi fatti sono confermati».

VITTIME. Anche sul numero delle vittime ci sono fonti discordanti. Nove cristiani assiri sono sicuramente morti (Milad Sammy Adam, George Maholian, Tamir Darwish, Marius Hurmiz, Simon Somo, Abraham Qatina, Joseph Afeh, Julian Osi, Haysam from Hasaka), i loro funerali si sono tenuti il 25 febbraio (foto Aina). Secondo l’archimandrita Youkhana, però, altri 15 sono stati giustiziati. Padre Ayvazian Antranig, responsabile dell’eparchia armeno-cattolica di Qamishli, ha dichiarato a tempi.it che due cristiani sono stati decapitati.

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CRISTIANI LIBERATI? Il 25 febbraio, il sacerdote ci ha parlato di trattative in corso con lo Stato islamico, aggiungendo che circa 65 tra vecchi, donne e bambini erano stati liberati e si trovavano a Msherfe in attesa di essere portati al sicuro. Questo evento, tuttavia, sembra non essersi ancora verificato. Anche l’agenzia Aina parla di trattative in corso: scrive che l’Isis ha deciso di rilasciare tutti i non combattenti e di tenere prigionieri i membri di milizie di auto-difesa. Per ora, però, anche questa notizia non è confermata, essendoci altre fonti che parlano di una imminente esecuzione di massa dei prigionieri.

@LeoneGrotti

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1 commento

  1. Sascha

    Vox clamantis in deserto: Carthago delenda est! Lo Stato Islamico va distrutto altrimenti altri patiranno sofferenze ben peggiori! L’intero Medio Oriente rischia di sprofondare nel pozzo del califfo! Il terrore della sua fama si diffonde nel mondo: agite prima che sia troppo tardi! L’Occidente deve intervenire a sostegno dei cristiani assiri e caldei e a sostegno dei legittimi governi di quei paesi. Non lasciate che l’ombra della bandiera nera oscuri il caldo sole del Medio Oriente!

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