Sono riprese le proteste dei No Tav. Come di consueto, la formula è stata il blocco per un’ora della A32: è stato solo il primo di una scaletta di appuntamenti. Ogni giorno ci saranno nuovi blitz, poi venerdì 9 i No Tav (rappresentati da Sandro Plan, presidente della Comunità montana) sono attesi a Roma, invitati alla manifestazione nazionale della Fiom. Sabato 10, invece, in Val di Susa scatterà l’occupazione di un edificio abbandonato per rispondere all’esproprio della “loro” cascina occupata, Baita Clarea. Intanto Giorgio Napolitano è stato in Piemonte: ma ha deciso di non incontrare i sindaci No Tav. Con questi fatti alle spalle, il pomeriggio di Silvana Accossato trascorre in relativa tranquillità. Accossato è sindaco del Pd a Collegno, la patria del celebre smemorato, oggi uno dei centri che saranno attraversati dall’Alta velocità. Il paese (50 mila abitanti) ha sempre espresso parere positivo alla Grande opera. Tant’è che a tempi.it Accossato dichiara: «Le posizioni No Tav sono decisamente minoritarie a Collegno».
Sindaco, lei è favorevole alla Tav. Perché?
Sono favorevole personalmente ed esprimo anche la volontà del mio Comune, che guido dal 2004. Abbiamo sempre dialogato, dopo la creazione dell’Osservatorio della Val di Susa, che abbiamo voluto e condiviso. Infatti le osservazioni che noi amministratori locali avevamo posto al tracciato della Tav sono state tutte accolte e per noi quel lavoro è stato un successo. A Collegno, che sarà tutto attraversato secondo il nuovo tracciato dalla Tav, in galleria, vedo anche qualche bandiera No Tav. Ma è un’assoluta minoranza. Infatti noi siamo già “attraversati” dalla linea storica, che passa in pieno centro, ed è fondamentale per noi che quella linea venga trasformata, secondo il nuovo progetto, in una ferrovia metropolitana che permetterà ai pendolari di spostarsi fino al centro di Torino in treno-metropolitana, anziché in auto. L’altra faccia del progetto è anche questa, un trasporto pubblico di qualità, “liberato” grazie alla nuova linea dedicata ai treni merci. Perciò le posizioni No Tav sono decisamente minoritarie a Collegno.
Ma qual è la situazione che vede in Val di Susa?
Oggi il movimento No Tav parla di tutto. È un’opposizione generica a tutto ciò che è nuovo. Qui si coagulano tutti i “no” d’Italia, e non sono la prima a dirlo. Ma per i sindaci di paesi più piccoli, soprattutto, il condizionamento è più forte. Sono sindaci con cui abbiamo lavorato negli anni, fin dall’inizio, per contrastare le prime ipotesi di progetto. Saremmo potuti rimanere insieme per lavorare a partire dai risultati raggiunti, invece ne è scaturita una posizione contraria a prescindere. Ora l’obiezione che pongono è quella dei costi. Io non la vedo così. Non si può nemmeno dire che la Tav renderà la Val di Susa più ricca: è un’opera grandissima, che coinvolge una metropoli come Torino, l’intera regione e l’Italia, per cui è un’occasione da cui si trarranno dei vantaggi per tutti, renderà ricchi, nel caso, tutti. Dovremmo pensare anche al paese. Se poi anche questo territorio troverà la possibilità di rifiorire, con collegamenti più efficaci, è importante. È chiaro, certo, si parla di un periodo medio-lungo. Ma noi amministratori dobbiamo capire come sarà questo paese tra dieci o vent’anni. Voglio dire che con la Tav si pensa di modificare il trasporto da gomma a rotaia. Questa è una delle campagne forti degli ambientalisti, eppure i No Tav non ne parlano. È un loro punto debole, visto che abbiamo una tangenziale intasata tutti i giorni di camion.
I sindaci per il no hanno scritto a Napolitano, ma non saranno ricevuti. Che aria tira in valle?
Spero che prevalga il buon senso. La direzione provinciale del Pd, di cui faccio parte, ha approvato una mozione che ribadisce l’esigenza dell’opera, e che si faccia bene, che vengano condannate le violenze.
Però la giunte del no sono tutte di centrosinistra. Cosa farete con questi “disobbedienti”? In che rapporti sono con il Pd a livello provinciale e regionale?
Stanno esprimendo il loro dissenso, ma l’ho detto, la linea del Pd è stata chiara e non solo a livello locale. Ora Mario Monti si è mostrato disponibile a incontrarci. Spero che ci saremo tutti. Penso che i sindaci che non vogliono la Tav, o le autorità come il presidente della Comunità montana, non abbiano il controllo effettivo del movimento, ma sarebbe un segnale se partecipassero a questo incontro. Guardiamo anche i dati elettorali della Valle. I partiti che si oppongono al treno (Sel, Movimento 5 stelle) sono piccoli. A me pare che in Val di Susa ci sia una larga maggioranza che vuole capire, al massimo esprime un dissenso legittimo. E penso che adesso ci sia anche tantissima gente che non ne può più di non riuscire ad andare a lavorare o di trovare la valle bloccata dai manifestanti.