Sì quello degli armeni fu un «annientamento sistematico», cioè un genocidio

Di Redazione
13 Aprile 2015
La Turchia ritira l'ambasciatore dal Vaticano dopo le parole di papa Francesco. Perché a cento anni di distanza è ancora così difficile parlare della strage degli armeni

FRANCE-TURKEY-ARMENIANS-FILER-4Perché è così difficile parlare di «genocidio» armeno? «Perché fissa l’orrore dell’annientamento sistematico di un intero popolo, rende visibili gli scomparsi, oltre un milione di persone mandate a morire secondo un progetto preciso. E ha tutto il peso di un crimine che non cade in prescrizione». Sono queste le parole usate oggi in un’intervista al Corriere della Sera da Antonia Arslan, scrittrice di origine armena (La masseria delle allodole). Arslan interviene dopo le polemiche suscitate dalle parole di papa Francesco in seguito all’incontro tenutosi ieri a Roma con il Patriarca cattolico Nerses Bedros XIX, alla presenza dei due Catholicos Karekin II e Aram I e del presidente armeno Serz Azati Sargsyan.

COSA HA DETTO IL PAPA. La parole di Bergoglio non sono piaciute ad Ankara che ha richiamato l’ambasciatore turco in vaticano. Il Pontefice, infatti, in un passaggio del suo discorso ha esplicitamente usato il termine «genocidio», che la Turchia non ha mai riconosciuto. «La nostra umanità – ha detto Francesco – ha vissuto nel secolo scorso tre grandi tragedie inaudite: la prima, quella che generalmente viene considerata come il primo genocidio del XX secolo; essa ha colpito il vostro popolo armeno, prima nazione cristiana». «Furono uccisi vescovi, sacerdoti, religiosi, donne, uomini, anziani e persino bambini e malati indifesi. Le altre due furono quelle perpetrate dal nazismo e dallo stalinismo. E più recentemente altri stermini di massa, come quelli in Cambogia, in Ruanda, in Burundi, in Bosnia. Eppure sembra che l’umanità non riesca a cessare di versare sangue innocente. Sembra che l’entusiasmo sorto alla fine della seconda guerra mondiale stia scomparendo e dissolvendosi. Pare che la famiglia umana rifiuti di imparare dai propri errori causati dalla legge del terrore. E così ancora oggi c’è chi cerca di eliminare i propri simili, con l’aiuto di alcuni e con il silenzio complice di altri che rimangono spettatori. Non abbiamo ancora imparato che la guerra è una follia, una inutile strage».

Pope Francis leads the Mass for the centenary of the Armenian "martyrdom"IL DISCORSO DEL PATRIARCA ARMENO. Qui di seguito pubblichiamo il discorso pronunciato dal patriarca Karekin II, in occasione della Santa Messa celebrata nella Basilica di San Pietro.

Sua Santità e amato Fratello in Cristo,

Grazie alla volontà misericordiosa del Signore, abbiamo l’opportunità di visitare ancora una volta la città di Roma. Siamo venuti con il Presidente della Repubblica di Armenia, Serge Sargsyan, con il Catholicos della Grande Casa di Cilicia, Aram I, con i Vescovi della Chiesa Armena e con i rappresentantidei fedeli armeni sparsi in tutto il mondo, portando nella nostra anima la gioia della Resurrezione, retaggio della nostra tradizione cristiana, per porgere alla Sua Santità i nostri saluti fraterni e i nostri migliori auguri, e per partecipare, con le nostre preghiere, alla Santa Messa celebrata nella Basilica di San Pietro in ricordo delle vittime del Genocidio Armeno.

Esprimiamo la profonda soddisfazione Nostra e del nostro popolo, per il conferimento da parte della Chiesa Cattolica del titolo di “Dottore della Chiesa” secondo la definizione della Chiesa Cattolica a San Gregorio di Narek, uno dei padri della Chiesa Armena, durante questa cerimonia che testimonia l’amicizia delle nostre due Chiese sorelle. Nel X secolo San Gregorio di Narek, maestro di preghiere e illuminatore dell’universo, rivolse ‘‘dal profondo del cuore colloquio con Dio’’ la preghiera di penitenza e di confessione di tutte le generazioni dell’umanità. Il santo monaco con il suo ‘Libro vivente’, adorato dal popolo armeno, indicò ai ‘‘peccatori e onesti, superbi e umili, buoni e cattivi (Parola 3) la via della salvezza per grazia di Cristo, guidando i devoti di tutti i tempi verso il Signore.

Il nostro popolo, che diede i natali a Gregorio di Narek, durante la sua storia, fu sottoposto a molte vicissitudini e affrontò parecchie tentazioni in nome della sua fede e della sua identità.

Un secolo fa, la Turchia ottomana perpetrò il genocidio del nostro popolo. Secondo un piano premeditato, un milione e mezzo di Armeni furono sterminati con una crudeltà indicibile. Il nostro popolo antico fu sradicato dalla sua culla, dalla sua Patria storica e si disperse nel mondo. Il nostro patrimonio cristiano secolare fu demolito, distrutto e saccheggiato.

Pero, né la sofferenza, né le persecuzioni scossero il nostro popolo che accettò di morire piuttosto che ripudiare la propria Santa Fede e la propria nazione.

Oggi appare davanti ai nostri occhi la grandezza della bravura spirituale di fronte al martirio che la nostra nazione manifestò, proclamando di nuovo la formula dell’identità stabilita ancora nel V secolo, e ricordando di possedere la cristianità non come un abito, ma come colore della nostra pelle. (Storico Eghishe).

Con la caritatevole misericordia del Signore, il nostro popolo, dopo parecchie atrocità e privazioni, raddrizzò la propria schiena, portando avanti una nuova vita nelle comunità della Diaspora e sotto l’egida dello Stato ristabilito nella parte orientale dell’Armenia. Il nostro popolo segui il suo percorso di recupero con uno straordinario coraggio nell’affrontare le numerose privazioni e le difficoltà. E anche oggi la nostra nazione vive nel blocco delle frontiere imposte da parte di Turchia e dall’Azerbaijan, lotta per la vita libera in Nagorno-Karabakh, continua a impegnarsi per il riconoscimento del Genocidio degli Armeni e rivendica il diritto alla memoria, alla verità storica. All’epoca, l’umanità non riuscì a impedire il Genocidio degli Armeni, di sopprimere le conseguenze e fu il testimone dell’Olocausto, dei genocidi di Cambogia, di Ruanda, di Darfur e altri.

Ancora oggi l’umanità e le singole nazioni, a causa dei conflitti armati, delle guerre e degli atti di terrorismo, vive in privazioni e in difficoltà e paga per la sua fede versando il proprio sangue. Noi siamo convinti che il riconoscimento universale del Genocidio degli Armeni, come un esempio importante di realizzazione della giustizia, della protezione dei diritti umani, contribuirà alla creazione di un mondo più sicuro e legittimo.

In questo senso il 1000 anniversario del Genocidio degli Armeni è un potente richiamo al mondo a non essere indifferenti di fronte ai patimenti e ai martiri odierni e a fare più sforzi per fermare le aggressioni ingiuste e per prevenire le violenze che temprano la gente nella sofferenza. Ecco il frutto che deve germogliaredalla radice del martirio.

Durante questa Santa Messa, offerta in occasione del Centenario del Genocidio Armeno, in ricordo delle anime per le nostre vittime innocenti, noi ricordiamo i Venerandi Predecessori di Sua Santità, Papa Benedetto XV, che fece sentire la sua voce di protesta riguardante il Genocidio degli Armeni, e il Santo Papa Giovanni Paolo II, che nel 2001, con una dichiarazione congiunta, riconobbe e condannò il Genocidio degli Armeni. A questo riguardo la pubblicazione deidocumenti inediti, custoditi negli Archivi Vaticani è di grande importanza.

Il nostro popolo esprime la sua profonda gratitudine alle nazioni, organizzazioni e individui che ebbero il coraggio e la convinzione di non solo riconoscere e condannare ad alta voce il genocidio armeno, ma anche di realizzare missioni umanitarie, prendendo cura degli orfani, dando rifugio ai sopravvissuti e aiutandoli a superare parecchie difficoltà.

Il 23 aprile 2015, in occasione del 100º anniversario del genocidio degli Armeni, in Santa Sede di Etchmiadzin, con la partecipazione orante delle nostre Chiese sorelle, inclusi i rappresentanti di Sua Santità, illustri ospiti e fedeli armeni di tutto il mondo, sarà annunciata la canonizzazione di innumerevoli vittime del genocidio che scelsero la corona de lmartirio in nome della propria fede e della propria patria. Chiederemo l’intercessione di questi nostri santi martiri che aderiscano all’esercito delle schiere celesti, affinché la pace divina propaghi sulla vita umana e che le tragedie del genocidio non abbiano più luogo nel mondo.

Amato Fratello in Cristo, condividiamo la Sua opinione che il martirio non conosce differenze confessionali. Infatti, i martiri ci uniscono come figli e servitori di un unico Signore Gesù Cristo affinché impariamo e ci impegniamo a stabilire l’amore, la giustizia, la pace nel mondo e ad avviare un dialogo tra le religioni e le civiltà come ci insegna il messaggio scritturale: Facciamo attenzione gli uni agli altri per incitarci a carità e a buone opere (Ebrei 10:24).

Ci auguriamo che la nostra preghiera e le nostre suppliche rivolte al cielo, da questa Sacra Basilica di San Pietro, siano udite dal Nostro Padre e la Sua grazia e la Sua benedizione sostengano i nostri sforzi per il nostro cammino nell’instaurazione della pace nel mondo. Preghiamo Dio per il benessere della Sua Santità, per la prosperità della Chiesa Cattolica e chiediamo che la misericordia, l’amore e le grazie di Dio siano con noi e con tutti,invocando le parole esternate dal cuoredi San Gregorio di Narek, Dottore della Chiesa e l’Illuminatore dell’Universo :

Tu che sei potente per trovare tutte le soluzioni necessarie,
donami uno spirito di salvezza,
una destra di protezione,
una mano caritatevole,
un ordine di bontà,
una luce di misericordia,
una parola di rinnovamento,
un motivo di perdono,
un bastone di aiuto per conservare la vita.
Perché Tu sei speranza di rifugio, oh Signore Gesù Cristo,
benedetto con il Padre per il Tuo Spirito Santo
nei secoli dei secoli
(Gregorio di Narek, Parola 59)

Amen

Foto Ansa

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20 commenti

  1. Sasso Luigi

    Io mi domando, se un giorno toccherà a me, sarò capce di accettare il martirio.
    Signore, tu dai agli inermi la forza del martirio aiutami……

  2. maurizio

    Tory,deciditi..é o non é genocidio…e che cosa é per te genocidio?..come chiameresti tu l’operazione scientificamente programmata dell’eliminazione di un popolo…(in sintesi:G -E-N-O-C-I-D-I-O)?Ci sono montagne di documentazioni al riguardo!!..c’é un pezzo di territorio armeno che i turchi si sono tenuti perché lì c’è la montagna”sacra”per gli armeni-l’Ararat-giusto per dire che l’identità armena non esiste(idea turca,naturalmente).Chi fa un viaggio in Armenia si deve limitare a guardarla da lontano,sospirarla da lontana-perché oltre il confine imposto c’é una terra di nessuno e poi le postazioni di confine(armate)dei turchi.Cosi come c’è un intero territorio-armeno-incastrato in territorio azero(Azerbaigian)che anni fa diete vita ad una sanguinosa(e inconcludente)guerra..perché,naturalmente,gli azeri(musulmani,alleati dei turchi e ricchi di petrolio-in compenso gli armeni sono ricchi di pastorizia,agricoltura e tanta arte religiosa)gli azeri,dicevo,si volevano pappare anche quella..ma sono rimasti con un pugno di mosche(e tante vittime complessive).Però tutto questo per tanti non si può dire per convenienza politica o strategica.La verità,però,é sempre più forte della menzogna ed alla fine anche i turchi dovranno rassegnarsi ad accettarla!!

  3. tory

    Con il discorso del patriarca armeno non si fa la pace. E forse non è genocidio.

    1. yoyo

      Per fare la pace bisogna essere in 2. La Turchia si inchini finalmente alla verità della storia. Perché genocidio è.

    2. brazov

      Tocca infatti alla Turchia cambiare, riconoscendo il genocidio.

    3. viccrep

      SENZA LA VERITà NON SI FA LA PACE, I NOSTRI POLITICI CODARDI NON HANNO RICEVUTO IL PRESIDENTE ARMENO, ANZI UN RESPONSABILE DEL GOVERNO HA DETTO CHE NON SI PUò DIRE UNA VERITà DI STATO-
      CODARDI

    4. gladio

      Caro Tory, forse non hai ancora capito come gira il mondo: se vuoi la pace devi essere pronto alla guerra.

      Giuseppe ha centrato perfettamente la questione portando ad esempio il beato Giovanni Paolo II quale, a differenza di quelli come te, non ha esitato ad affrontare a viso aperto l’ intero blocco orientale (una superpotenza nucleare, ben più pericolosa dell’ attuale Turchia) denunciandone le nefandezze.

      Pagò per questo di persona subendo un attentato le cui conseguenze sulla sua salute lo accompagnarono fino alla morte ; Ma vinse, anzi, trionfò.

      E’ doloroso pertanto sentire critiche verso Papa Francesco ( un altro grande Pontefice ) ” reo” sia di anteporre la verità alle esigenze diplomatiche che di uscire dai rigorosi schemi imposti dal ” politicamente corretto”

      Il Cattolicesimo, caro Tory, specie in questo momento ha bisogno di uomini come Giovanni Paolo II, Benedetto XVI e Francesco, non certo dei macachi dell’ Azione Cattolica o di tutta quella ” pretaglia rossa ” che, nel nome di Cristo si schiera politicamente al fianco di quelle forze che divulgano i principi e la cultura dell’ Anticristo.

      P.S: chiedo scusa per la durezza dal commento ma quel va detto va detto…

    5. Filippo81

      Gentile Tony, quello che hanno fatto i Turchi a suo tempo agli Armeni come lo chiamiamo …..una felice innocua scazzottata ?Due milioni di morti, una larga fetta della totale popolazione armena !!!!!

  4. gladio

    E pensare che tutto il circo del ” politicamente corretto ” vorrebbe la Turchia in Europa…

  5. Filippo81

    I membri del governo erdogan facciano meno i suscettibili e riconoscano il GENOCIDIO ARMENO!

    1. tory

      Diplomaticamente è un fatto gravissimo. La Turchia, a parte questo governo di fanatici, è un paese inserito(più dell’Italia naturalmente) nel contesto delle relazioni internazionali da secoli. Sono sconcertato. Anche questa volta ci vorranno i militari.

      1. Giuseppe

        Diplomaticamente è un fatto straordinario.
        Egregio Tory, a quelli come Te piace calare le braghe, tanto sono gli altri che vengono ammazzati.
        Anche l’Unione Sovietica era inserita nel contesto delle relazioni internazionali, e intanto prosperavano i gulag.
        Giovanni paolo II ebbe il coraggio di affrontare la situazione e dire la verità, anche se scomoda, alla faccia dei senza palle e di quelli del “chi sono io per giudicare” (ignorando colpevolmente il resto del famoso discorso di Francesco).

  6. dodi

    GRAZIE A PAPA FRANCESCO;CHE HA CHIAMATO IL GENOCIDIO DEGLI ARMENI CON IL VERO NOME! e chi se ne frega dll’ambasciatore turco e dei turchi che si sentono offesi,vogliamo iniziare a dire le cose come stanno veramente?senza vergognarsi in nome della laicita che sta rovinando l’europa e il mondo intero?

    1. tory

      Però non è appropriato parlare di genocidio.

      1. yoyo

        Solo per i turchi.

      2. Nino

        @Tony: tu come lo chiameresti? Massacro? La verità è che accadde qualcosa di molto grave ma il governo turco ha sempre rifiutato di ammetterlo, e di chiedere scusa. E’ come se i tedeschi avessero sempre rifiutato di ammettere il genocidio messo in atto verso gli ebrei dal nazismo.

      3. Sebastiano

        Aspetto pazientemente che la Redazione faccia passare il post.
        Nel frattempo duole notare come i turpiloquisti di professione abbiano libero e immediato accesso alla sezione commenti mentre per il sottoscritto e altri (di migliore caratura) sia sempre pronta la lista d’attesa. Mah…

      4. Sebastiano

        Lasciate in pace Tory, ha ragione. Non si trattò di genocidio, furono un-milione-e-mezzo di omicidi singoli… Come dire che per il virus Ebola ci sono stati 8500 casi isolati di malattia…
        Incredibile come la mortadella ideologica riesca a far chiudere gli occhi anche su realtà lampanti come il sole.
        Ridicolo invece come questi pseudopaladini della libertà dimentichino di rispettare la verità (compresa quella storica), ignorando che non riconoscere la seconda toglie fondamento alla prima. Fosse per loro, i milioni di morti dei gulag erano allegroni in vena di scampagnate.
        Adesso aspettiamo i grandi maitre a penser che ci diranno come e quando l’intervento del Papa era “politicamente inopportuno”. Del resto gli intellettuali di casa nostra, come da manuale, sono artisti del cerchiobottismo calabraghiero.

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