Se non ti metti a dieta, non ti curo. La ricetta del premier inglese David Cameron, in vista delle prossime elezioni, prevede inediti tagli alla copertura sanitaria per gli obesi che non si impegnano a dimagrire. L’annuncio è arrivato dopo una campagna che da mesi martella sul problema della compulsione da cibo, trattandola come uno dei morbi peggiori che affliggono l’Occidente. Il problema, in parte, è reale: nel Regno Unito, il 67 per cento degli uomini e il 57 per cento delle donne sono in sovrappeso, come indicano le stime del Global Burden of Disease, pubblicate sulla rivista scientifica Lancet. Oltre l’8 per cento della popolazione, invece, è affetta da disturbi alimentari come anoressia o bulimia.
SALUTISTI CRONICI IN AUMENTO. Queste due patologie si diffondono paradossalmente proprio nei paesi sviluppati, dove l’alimentazione non dovrebbe rappresentare un problema. In realtà, il cibo ha ricevuto così tante attenzioni ed è stato caricato di un significato tale, che una persona viene giudicata buona o cattiva a seconda di quello che ingerisce. Come accade nel caso dell’ossessione crescente per il cibo sano. Ursula Philpot, presidente del gruppo di salute mentale della British Dietetic Association, ha chiarito che i “salutisti cronici”«sono in aumento e guardano solamente alla qualità del cibo che ingeriscono (…) sulla base della loro idea personale di quali alimenti siano davvero “puri”». Ovviamente, i più soggetti a questa nevrosi sono «le persone della classe media, istruite (…), che hanno il tempo e il denaro per procurarsi quelle che ritengono essere le alternative più pure».
OBESI NEL 2050. L’assillo per il cibo determina costi sanitari crescenti, aggiungendosi al problema dilagante dei ricoveri legati all’uso di droga e alcol. E, a meno che non si trovi una soluzione difficilmente reperibile nel breve periodo, il governo prospetta che il 60 per cento degli adulti e il 25 dei bambini nel 2050 saranno obesi. Per questo motivo, se da una parte Londra, al pari di altri Stati occidentali, predica una libertà di scelta senza limiti, dall’altra interviene con un paternalismo senza precedenti. Cameron è riuscito a giustificare il suo piano di non curare i ciccioni, puntando il dito sul fatto che i meno abbienti, con un reddito inferiore a 35 mila euro, ottengono assegni dallo Stato senza curarsi. Ma il governo sta pensando anche a chiudere i fast food vicini alle scuole, oltre che a incrementare gli obblighi sulle calorie da mostrare nei menù dei ristoranti e sulle confezioni di cibo. Con vincoli che però rischiano di peggiorare soltanto l’ossessione per il cibo.
CAUSE ANTROPOLOGICHE. Secondo una raccolta degli studi più recenti in merito alle patologie legate all’assunzione orale di sostanze, molti disturbi moderni hanno cause antropologiche. La pubblicazione, che si intitola “Processi biologici e psicologici legati allo stress familiare cronico che inducono all’abuso di sostanze e all’obesità”, spiega che «l’incapacità di controllo» è spesso legata a fattori di compensazione psicologica, come «la mancanza di stabilità in casa o i continui cambiamenti di partner del genitore». Fra gli studi citati, diversi correlano la vulnerabilità moderna delle relazioni alla compulsione da cibo, sottolineando, ad esempio, l’incremento di patologie «nelle case con un solo genitore rispetto a quelle in cui ci sono genitori stabilmente sposati». Anche il Royal College inglese degli psichiatri ha ammesso che la «preoccupazione e lo stress alleviati dal cibo» sono spesso causati dalla «rottura della famiglia» o da una «separazione». Un maggiore accesso al cibo, l’ossessione del corpo o altri eventi scatenanti, «come la perdita di un amico, una presa in giro o gli esami scolastici», sarebbero solo «l’innesco in una personalità già vulnerabile».