Scuole paritarie, sbloccati i contributi. «Contenti, ma temiamo la burocrazia»

Di Elisabetta Longo
27 Settembre 2016
Il Consiglio di Stato boccia il ricorso Aninsei. Parlano il sottosegretario all’Istruzione Gabriele Toccafondi e l'esperta suor Anna Monia Alfieri

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«Sono contenta che finalmente sia arrivata la sentenza del Consiglio di Stato, ma sono preoccupata che i fondi restino ancora impantanati nella burocrazia». Un importante passo avanti è stato fatto per l’erogazione dei contributi statali alle scuole paritarie per l’anno 2015-2016, spiega a tempi.it suor Anna Monia Alfieri, esperta di politiche scolastiche e legale responsabile dell’istituto di cultura e di lingue marcelline a Milano. Venerdì infatti il Consiglio di Stato ha rigettato il ricorso fatto da Aninsei (Associazione nazionale degli istituti non statali di educazione e istruzione). I fondi erano stati momentaneamente congelati in attesa del responso del Consiglio di Stato, mandando in crisi le casse di parecchi istituti alle prese con gli stipendi di agosto. Ora quei fondi potranno essere distribuiti.

I TEMPI TECNICI. Il sottosegretario all’istruzione Gabriele Toccafondi si dice «dispiaciuto di questa situazione», parlando con tempi.it. «Spero che la distribuzione avverrà nel più breve tempo possibile, anche se ci sono dei tempi tecnici da rispettare», aggiunge. Quali siano questi tempi tecnici lo spiega ancora la religiosa: «Adesso il Ministero dovrà dare mandato agli Uffici scolastici regionali. Poi gli Usr dovranno redigere un decreto speciale per distribuirli. E così si perderà tempo prezioso, e io riceverò altre telefonate di dirigenti preoccupati. A ognuno di loro dico sempre di resistere, di non abbattersi e di non pensare affatto di chiudere».

GOVERNO DISPIACIUTO. I contributi, pronti per giugno, sono rimasti in attesa di giudizio fino al 24 settembre. «Purtroppo non era in nostro potere intervenire in questo caso, la confusione si è creata all’interno del mondo stesso delle paritarie», continua il sottosegretario Toccafondi. «Dispiace perché quest’anno il Ministero si è impegnato: abbiamo introdotto la defiscalizzazione delle rette dalla scuola d’infanzia alle superiori, il contributo di mille euro per ogni alunno disabile, ci siamo dati da fare sul fronte Imu».

«SCUOLE INDEBITATE». Nonostante la buona notizia, resta la preoccupazione: «Purtroppo in questo periodo ho ricevuto tante telefonate di dirigenti scolastici che mi hanno raccontato delle difficoltà affrontate durante il mese di agosto. Sono molte le scuole che si sono dovute indebitare per riuscire ad aprire regolarmente il 1° settembre», conclude suor Anna Monia Alfieri dando una stoccata al primo ministro. «Nell’ultimo periodo abbiamo visto il premier Matteo Renzi e i suoi ministri molto occupati sul fronte della libertà, dei diritti. Ma perché tra questi diritti non viene mai citata la libertà di educazione?».

Foto Ansa

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4 commenti

  1. recarlos79

    Suor Monia come fa ad esserci liberta’ se devi pagare? Che le scuole paritarie sono per pochi e a voi preti e suore sta bene cosi’. L’unica liberta’ e’ la piena parità’ di finanziamento. Toccafondi guarda al suo seggio elettorale ciellino. Ma chi non ha i soldi resta fuori.

    1. Luca P.

      Che l’unica libertà sia la piena parità finanziaria non ci piove!
      Suor Monia e tanti altri si stanno battendo per il riconoscimento dei costi standard dell’istruzione, qualcosa di simile a quanto avviene nella sanità con gli ospedali privati, proprio per garantire quando dichiarato nella costituzione circa la libertà delle famiglie di provvedere all’istruzione dei propri figli.
      Ma che ci sia un interesse del clero o dei “ciellini” a mantenere lo status quo … non mi pare proprio.
      C’è senz’altro la paura nel prendere delle posizioni forti contro lo Stato perché lo stato tiene finanziariamente per le “palle” le scuole paritarie pubbliche … basta che tolgano le briciole per mandare in crisi questa fetta della scuola pubblica.
      Questa vicenda ne è la prova più evidente.
      In mancanza di una situazione chiara e stabile basta un ricorso al momento giusto per far fuori la scuola paritaria.

      1. recarlos79

        Tante belle parole. Sono talmente tanti anni che le ascolto che non credo più’ alla buona fede.
        Tocca fondi elargisce mance elettorali per assicurarsi il voto del suo pubblico. Di governi per fare qualcosa ne hanno avuti e la sua difesa della categoria non aiuta per nulla se non a far rimanere le cose come sono.

    2. dante r

      Dice bene lei Recarlos: occorrerebbe la parità di finanziamento. Magari ci fosse! Uno studente della scuola statale costa allo stato circa 7000euro all’anno … mentre alla scuola paritaria lo stato da’ 500euro a studente !! Bella parità 14 a 1 !! Lo stato dovrebbe investire nelle paritarie, se non altro per convenienza

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