«E poi occorre un gigantesco investimento educativo e culturale. Perché l’educazione è il principale fattore per la sicurezza di un popolo». Chi scrive ricopia queste parole dalla newsletter del 26 marzo. Alle provocazioni si deve rispondere.
Presidente Renzi, non le credo. Non ci imbroglia più. Le scuole paritarie serie, di tradizione cristiana, quella che educa persone che non si fanno esplodere e che non tagliano teste, stanno morendo. E non è solo un fattore economico. I loro docenti migliori, abilitati, capaci ma affamati perché lo stipendio – con tutta la buona volontà – è inferiore a quello dello Stato, sono costretti ad andarsene, piangendo, da una situazione in cui professionalmente sono realizzati; dovendo far vivere moglie e figli, hanno accettato il ruolo nella pubblica statale, restando a non far niente in sala professori, o con compiti risibili, oppure lanciati dai presidi nelle situazioni di peggior degrado, con l’opposizione dei colleghi abituati a non far nulla…
Nessuna libertà per i docenti, in Italia: sei bravo, apprezzi la pubblica paritaria, ma non puoi sceglierla: faresti la fame. Neppure puoi avere i 500 euro per l’aggiornamento. Magari li avranno i diciottenni… I docenti pubblici paritari, che hanno sfornato generazioni di gente per bene che non è costata nulla allo Stato, ad esempio la prima donna astronauta italiana, o il famoso chirurgo della mano che opera le malformazioni dei bambini in utero, i docenti di questa bella gente per campare dovranno starsene in sala prof ad aspettare una supplenza o a realizzare uno stupido laboratorio buttato giù da altri, per mettere fumo negli occhi ai genitori… Le sappiamo queste cose (chieda a sua moglie, confermerà): che i docenti insegnino a leggere e a scrivere e lascino perdere le maschere di carnevale di cartoncino in inglese…
Caro presidente Renzi, so che lei non mi risponderà mai, perché giustamente ha altre cose da fare (allora non dia la sua mail invitando a scriverle; dopo un po’ ci si sente – elegantemente parlando – presi in giro…), ma io vorrei dirle il parere di una persona di esperienza, che potrebbe essere sua mamma, una al di sopra di ogni sospetto con cui ho parlato di “questi ragazzi dell’Isis”. È la madre generale di un gruppo di suore e laici dediti all’educazione e alla formazione di bambini ragazzi giovani, persona di fascino spirituale e cultura spettacolari, che pochi nel nostro Parlamento potrebbero uguagliare. Questa suora schiva, ma acuta e determinata, è stata per dodici anni chef d’établissement in una grande scuola pubblica cattolica di Chambéry. Come lei sa in Francia le pubbliche paritarie sono effettivamente scelte, in quanto, anche se gestite da privati, sono finanziate dallo Stato. A Bardonecchia un liceo italiano pubblico paritario può costare ai genitori 6000 euro all’anno; dopo 15’ di tunnel del Fréjus c’è Modane, dove lo stesso liceo che ne costa 700. Conviene fare il pendolare.
A questa suora ho chiesto un parere su questi giovani francesi delle banlieues, ragazzi per bene, figli di musulmani gran lavoratori, anche benestanti… Lei li vedeva 20 anni fa, arrivare nel nostro liceo a 13-14 anni…erano già appartenenti alla terza generazione di emigrati. Caratteristica: privi di qualsiasi radice culturale e religiosa, ragazzi vuoti interiormente, estranei ad ogni slancio ideale. Moralmente distrutti. La scuola francese, con il suo laicismo esasperato, li ha stroncati nella loro umanità. Nessun ricordo di tradizioni, feste, dei paesi di origine; la parola “cristiano cattolico” abolita dal vocabolario… Alla domanda dell’insegnante nella prima ora dell’anno di cultura religiosa di quella scuola cattolica di Chambéry, riguardo a “quali tradizioni hai?” la risposta era “moi je ne sais pas, moi je suis athée”, “Moi je ne suis rien”… “Religion chrétienne? Je ne sais pas… Ah! Oui, Une photo… J’étais tout petit. Mamie (la nonna) sait peut-etre… Moi non plus”. Sradicati. Distrutti nel cervello. Incapaci di sperare, di pensare. Ad un certo punto, negli ultimi anni, il governo francese si è accorto che questi giovani delle scuola pubbliche statali (le più numerose) erano facile preda degli integralismi religiosi, delle sette… e ha tentato di invertire la rotta, di aumentare la cultura religiosa nelle sue scuole, per porre rimedio ad un’ignoranza bestiale. Ma orami era tardi. In Francia ci sono decine di migliaia di potenziali affiliati all’Isis. Ragazzi perbene.
Caro Renzi, lei dirà che non siamo la Francia. Ma si chieda se non ci stiamo arrivando e se non è peggio, in certe nostre zone. Mandi gli ispettori (lo so, lo so… sono pochissimi in Italia; ce l’hanno detto alla conferenza di servizio dei presidi, a Milano pochi giorni fa) in certe scuole primarie della zona vesuviana… veda come vengono gestiti i bambini portatori di h: il PEI, questo sconosciuto… Verifichi la cultura delle maestre e controlli se sanno insegnare a leggere e fare di conto (se sanno…). Le basi. Faccia scorrere un po’ di curricula di laureati che arrivano da certe università italiane: se vuole glieli mando, oscurando i dati sensibili. Buoni per il macero, non di certo per la buona scuola pubblica paritaria e statale italiana. Li mandi anche al nord, gli ispettori, ma non alle pubbliche statali doc come il Parini (qui al massimo c’è il docente che è sempre ammalato al martedì pomeriggio quando ci sono i consigli di classe; lasci perdere: il preside non può farci niente) o il Leonardo: tempo perso. Là si lavora. Al massimo, in questi scientifici prestigiosi troverà qualche docente che discrimina e mobbizza gli studenti che fanno il quarto anno all’estero… ma se eccedono i limiti, i ragazzi intelligenti preferiscono l’Australia e risolvono il problema. Ciao ciao! Fuga di cervelletti, non ancora diplomati. Li mandi, questi ispettori, nei Tecnici e nei Professionali, ma non quelli dei salesiani, dove si lavora seriamente e di gran lena… mandi a controllare che aria tira nelle classi dei Tecnici e Professionali statali. Che gente esce da lì? Con quale formazione, anche culturale? Tecnico non può essere sinonimo di ignorante. Che esperienze di vita fanno i ragazzi? Come sono i docenti? Quanto questi “fanno corpo” di fronte ai terribili rischi di dipendenze e di distruzione delle menti?
Lei ha una bella parlantina, Renzi. Ma ci sono situazioni che la farebbero – e la faranno – ammutolire. In tutto ciò, le buone scuole pubbliche paritarie italiane, che sarebbero scelte volentieri dai genitori poveri, stanno scomparendo. A Milano, la mazzata definitiva la darà il nuovo candidato del suo partito, già fagocitato dalla vecchia guardia uscente. Con ciò, l’Italia aspetta che siano debellati i diplomifici, gestiti dai politici. Ci avvisi, quando sarà, che festeggiamo! Con un analcolico. Devo guidare.
Ma non finisce qui. La soluzione c’è, l’unica possibile, ed è sulla sua scrivania: la proposta del “costo standard di sostenibilità”, ampiamente argomentato con la scienza e la tenacia di tre testardi ricercatori (Alfieri, Grumo, Parola) che hanno prodotto il saggio Il diritto di apprendere. Nuove linee di finanziamento per un sistema integrato, Edizione Giappicchelli 2015. Buona lettura!
Sr. Miranda Moltedo
Preside IC Paritario
Marcelline Quadronno
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