Schettino torna a bordo della Concordia: «Sono sotto processo, per difendermi ci metto la faccia»
Un piccolo show è andato in onda sulla banchina dell’isola del Giglio davanti alla quale ha ormeggiato, intorno alle 14.10, la barca che ha portato l’ex comandante Francesco Schettino a bordo della Costa Concordia, per assistere ad una nuova perizia ordinata dal Tribunale di Grosseto. Schettino è stato a bordo insieme ai periti per circa tre ore, durante un’ispezione accurata del generatore d’emergenza, per verificare se questo si fosse guastato subito prima o dopo lo schianto: è la prima volta che l’ex comandante risaliva sulla sua nave, dopo l’incidente in cui hanno perso la vita 32 persone.
«CI METTO LA FACCIA». Sia prima di salire, che dopo Schettino è stato circondato e quasi preso d’assedio dai cronisti. Rientrando al Giglio dopo l’ispezione, il comandante imputato per il tragico naufragio ha spiegato: «Ho dato il mio contributo tecnico di comandante ai miei consulenti tecnici che serviranno per l’esito finale delle perizie, sulla base delle quali, si individueranno le responsabilità. Io ci sto mettendo la faccia. Non posso dare nessuna spiegazione tecnica, per questo esiste un collegio peritale», ma – ha aggiunto – «Sono qui per assistere i miei consulenti impegnati negli accertamenti necessari a comprendere le cause e le dinamiche del mancato funzionamento di alcune apparecchiature». Secondo l’accusa, come oggi ha spiegato il procuratore capo di Grosseto «Nessuno dei 32 morti della Costa Concordia è deceduto perché il generatore diesel di emergenza non funzionò la sera del naufragio». Esattamente opposta invece la tesi della difesa di Schettino, ecco perché l’ex comandante ha dato importanza alla perizia a bordo di oggi. Schettino ha stroncato le domande di chi voleva sapere cosa avesse provato di nuovo a bordo: «Le sensazioni personali non credo possano essere oggetto di investigazione giornalistica. O si fa gossip oppure vi interessa avere dei riscontri tecnici». Poi ha aggiunto con tono molto brusco: «O si sente, o si ascolta o si capisce. Se avete seguito il processo dovete avere chiara la differenza tra cosa è un inchino e un passaggio ravvicinato alla costa».
«CHI PARLA DI ABBANDONO…». Poi un giornalista ha insistito nel ripetergli una domanda alla quale Schettino inizialmente non ha risposto: «Perché ha abbandonato la nave?». Il comandante ha iniziato a perdere le staffe e ha replicato con tono molto secco: «C’è già chi ha patteggiato, ammettendo colpe. Io ci metto la faccia. E sto facendo il processo. È chiaro? prima di dire “il colpevole”e “il responsabile”. Le perizie determineranno le varie responsabilità e le relative suddivisioni di responsabilità». Davanti all’insistenza di altri cronisti, e dopo che un passante lo aveva apostrofato con un «Affogati!», Schettino alla fine ha detto: «Chi parla di ordine di abbandono della nave non ha capito un caz…Voi giornalisti dovreste documentarvi meglio».
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