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Quello marcio non sono io. Scajola si toglie qualche sassolino dopo molti processi e molte assoluzioni

Intervista all'ex ministro esponente di spicco di Forza Italia, "collezionista" di accuse giudiziarie (da Finmeccanica alla casa al Colosseo) ma anche di archiviazioni. Di cui però il circuito mediatico si dimentica sempre di parlare

Rachele Schirle
07/02/2015 - 1:30
Politica
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Cscajola-foto-claudioscajola-itlaudio Scajola, tra gli uomini più potenti del centrodestra italiano e conseguentemente per quindici anni tra gli uomini più influenti d’Italia, è stato arrestato a Roma l’8 maggio 2014 con una operazione condotta dalla divisione distrettuale antimafia di Reggio Calabria e condotto in carcere in diretta televisiva. Su di lui è stato detto e scritto di tutto ma ora, dopo due mesi di prigione, cinque di arresti domiciliari e un’ordinanza che gli consente di parlare con chiunque, anche telefonicamente, ma di non allontanarsi dal comune di residenza, Imperia, è stato rinviato a giudizio per «procurata inosservanza di pena», articolo 390 del codice penale. Insomma, nessun favoreggiamento alla latitanza dell’ex deputato di Forza Italia, Amedeo Matacena, come molti giornalisti hanno detto e scritto e come anche è stato creduto dall’opinione pubblica visto il clamore dell’arresto. La scorsa settimana, però, ha ricevuto la notizia che un altro procedimento nel quale era stato coinvolto su iniziativa della procura di Napoli si è concluso con un’archiviazione del fascicolo, disposta dal gip su richiesta dello stesso pm che aveva disposto l’avviso di garanzia, Henry John Woodcock. Con lui parliamo non soltanto di vicende giudiziaria ma anche, molto, di attualità politica.

Onorevole Scajola, è l’ennesima soddisfazione giudiziaria che incassa dopo quelle relative alla casa vicina al Colosseo, l’inchiesta sul porto d’Imperia e persino una mirabolante accusa relativa all’illecita detenzione di un’anfora romana.
Premesso che non parlerei proprio di “soddisfazioni”, quella dell’anfora è una vicenda incredibile se pensa che la mia famiglia e io abbiamo subìto per un reperto di nessun valore una doppia perquisizione, in ufficio e a casa, e ci è stata sequestrata l’anfora nonostante mia moglie abbia prontamente esibito un documento del soprintendente ai beni archeologici della Liguria che affidava proprio a mia moglie il compito di conservarla e custodirla.

Ma dopo tutti questi procedimenti, ormai una decina tra quelli che si sono conclusi, finora tutti in suo favore, e quelli ancora aperti, non si sente nell’occhio del ciclone?
Non credo che vi sia dietro una regia, se è quello che intende. Penso però che quando sei colpito sul piano giudiziario e mediatico, sei debole, allora c’è la catena di chi ti scarica addosso tutto ciò che trova. Questo fenomeno, naturalmente, incrocia la viltà degli uomini.

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Ritornando all’inchiesta Finmeccanica: non c’era alcuna tangente, nessun intervento anche solo improprio da parte sua, nessuna opacità. Pensa che questa inchiesta non sarebbe nemmeno dovuta partire?
Mi sono molto interrogato in proposito e sono giunto a una conclusione. Dovrei essere risentito nei confronti dei magistrati della procura di Napoli. Eppure, se i pm non avessero avuto la correttezza di valutare che non c’era alcun estremo per rinviarmi a giudizio, oggi sarei a processo anche per questo reato come per la vicenda Matacena. E, mi creda, anche in questo secondo caso sono totalmente estraneo alle accuse, sia pure a quelle molto modeste che mi vengono addebitate nel processo che si è aperto a Reggio, non a quelle mirabolanti che sono state fatte credere all’opinione pubblica e che hanno accompagnato un arresto che ha avuto una regia, sul piano televisivo, che nemmeno Steven Spielberg avrebbe saputo costruire in maniera più impressionante. Ritorniamo dunque a un vecchio concetto, che si dimostra sempre più vero. Nell’opinione pubblica e nei media si è consolidata l’idea secondo la quale la vecchia «comunicazione giudiziaria», che il legislatore ha poi cambiato nella formula «avviso di garanzia» proprio perché notizia comunicata nell’interesse dell’indagato, è una condanna.

Onorevole Scajola, accade se quotidiani come il Corriere della Sera aprono il giornale sul suo avviso di garanzia.
Lei sta parlando dello stesso giornale, ma non è certo il solo, che non ha scritto mezza riga sul mio proscioglimento. Su quell’avviso di garanzia sono stati aperti i telegiornali locali e nazionali. Mio cognato, che in quei giorni, nell’ottobre 2012, si trovava in Scozia, ha appreso la notizia dal telegiornale della tv britannica e la notizia ha letteralmente fatto il giro del mondo. E sa chi ne ha fatto le spese?

Claudio Scajola?
Ovviamente sì, ma con me l’Italia. Nel mondo il circuito mediatico giudiziario non produce i danni e le distorsioni che avvengono nel nostro amato paese. In Italia con casi come questo avveleniamo il dibattito pubblico e ci danneggiamo sul piano dell’immagine. Abbiamo dato un esempio di poca serietà a tutti, anche ai brasiliani che hanno visto coinvolta una delle figure più autorevoli della loro Repubblica, l’ex ministro Nelson Jobim che proprio su Tempi.it – e ringrazio di questo il vostro giornale – disse a caldo che quelle accuse non stavano in piedi, che mi aveva conosciuto in incontri istituzionali e niente più: «Visitai un cantiere (credo a La Spezia), dove potei vedere una nave per pattugliamento. In nessun momento – disse Jobim – ebbe luogo una qualche “trattativa riguardo a tangenti”. Le notizie che circolano in Italia sono false». Con questa inchiesta abbiamo prodotto un danno irreversibile alla credibilità del nostro paese e delle nostre aziende di Stato. Finmeccanica è un gioiello e opera bene tra mille difficoltà. Sa chi ha tratto vantaggio dal nostro harakiri? Inglesi, tedeschi e americani. Da un lato provochiamo così un danno micidiale a noi stessi e dall’altro forniamo all’opinione pubblica l’idea che sia tutto marcio e che un interessamento a fin di bene come quello che svolsi da ministro dello Sviluppo – e in generale a favore di tutte le imprese italiane che ho avuto l’onore di affiancare durante i miei due mandati presso il dicastero di via Veneto – nasconda invece la ricerca di arricchimento. Una tangente da 500 milioni, si figuri! Ho battuto l’ennesimo record. Come quello, del resto, del mio arresto nella vicenda Matacena…

arresto-scajola-youtubeIn che senso, scusi?
Nel senso che nella storia della giustizia italiana sono la sola persona indagata per quel reato a essere stato arrestato. Tanto è vero che anche gli amici hanno stentato a credere che potessi essere chiamato a rispondere del solo reato di «procurata inosservanza della pena».

Vabbè ma qualcosa avrà pur fatto…
Guardi, il cosiddetto «caso Matacena» per quanto mi riguarda, non esiste. Vado a tutte le udienze del processo, da quando è iniziato. Da quando è stato effettuato il mio arresto è stata presentata come un’operazione formidabile e io sono stato descritto come colui che voleva andare a fare il referente della ’ndrangheta in Europa. No, dico, ma si rende conto? Roba fuori dal mondo e che fa capire che anche certi inquirenti pensano che la politica si riduca al solo tentativo di arricchimento, anziché di servizio. Si è fatta apparire un’inchiesta come un’iniziativa contro la criminalità organizzata quando qui non si vede l’ombra di un criminale. La mia “colpa”? Essermi interessato della valutazione o meno di status di rifugiato politico per Amedeo Matacena, quando questi già si trovava – su disposizione dei magistrati reggini – in stato di fermo a Dubai, regolarmente detenuto. Quale fuga? Quale favoreggiamento alla latitanza? Sa quale domanda ulteriore mi pongo adesso? In che modo usciranno i pubblici ministeri reggini da questo vicolo cieco? Prevarranno le prove e il diritto o il condizionamento prodotto dallo stesso clamore mediatico suscitato? Ho grande fiducia nella capacità dei giudici di individuare la verità, ma spero anche che a questa si possa giungere in tempi brevi. È anche per questo che ringrazio Woodcock. Gli sarebbe convenuto rinviarmi a giudizio e trascinare la cosa per anni o riconoscere che non c’era nulla a mio carico? Mi sono detto: Woodcock è stato con me un magistrato corretto. Purtroppo una parte di pm si innamora delle proprie tesi e le persegue anche contro l’evidenza fattuale. Non è stato così, nella vicenda Finmeccanica.

Si è mai spiegato come mai da parte del suo partito siano mancati importanti gesti di solidarietà e vicinanza? Ne ha avuti da esponenti di altri partiti?
In molti è prevalsa la valutazione: «Uno in meno, c’è spazio per me». E ancora: «Scajola è ingombrante, ha contribuito a costruire Forza Italia, è una figura con collegamenti a livello nazionale e riconoscimenti a livello internazionale, aveva un’idea di partito come progetto politico, strutturato in forma democratica e partecipativa, è uno che crede che la politica è progetto». È prevalsa la linea dell’occupazione di quel che c’è, sempre meno, e anche l’idea che Scajola avrebbe potuto influenzare Berlusconi sul partito progettuale anziché del partito compravendita.

sergio-mattarella-video-quirinale-itVenendo alla politica: disastro in Forza Italia. Chi ha sbagliato nella gestione di Mattarella?
Non è giusto addossare la colpa a tizio o a caio. È stato compiuto un errore di fondo: il capo dello Stato deve essere eletto con il più ampio consenso possibile. L’onere della proposta spettava al partito che esprimeva il 45 per cento dei grandi elettori, il Pd, che doveva avanzare una soluzione capace di intercettare il gradimento più vasto. Non credo si possa dire che la proposta fosse provocatoria o di parte. Mattarella esprime una cultura politica cattolica dopo diversi presidenti di altro orientamento ed è una persona da diversi anni lontana dall’agone politico e dunque poteva essere recepita bene. Invece qualcuno ha pensato che il manuale Cencelli si applicasse al Quirinale: se le presidenze delle camere e la presidenza del consiglio sono in mano alla sinistra, allora la presidenza della Repubblica deve essere espressa dal centrodestra. Una valutazione politica grossolana, ignorante.

E allora?
E allora la contromossa doveva essere: bene la segnalazione di Mattarella, ma allora votiamolo dalla prima votazione. Se il centrodestra avesse giocato questa carta sarebbe stato compartecipe dell’elezione e avrebbe smascherato giochi diversi. Non si può dire, come è stato fatto, nome giusto e metodo sbagliato.

Il nuovo presidente è un democristiano, ma di sinistra. Lo conosce? Che capo dello Stato sarà?
Ho una conoscenza relativa, superficiale, perché è di una generazione precedente alla mia. Non c’è dubbio che per motivi diversi la presidenza della Repubblica ha assunto un ruolo improprio rispetto alla competenza costituzionale. E costa tre volte Buckingham Palace e due volte la Casa Bianca. Mattarella, per cultura politica ed educazione, può essere l’uomo che riconduce il Colle alla sua giusta dimensione costituzionale, sia sul piano sostanziale che formale.

Esiste un problema di riferimenti politici per l’elettorato cattolico e in generale moderato?
Certo che sì. Sono almeno due elezioni, politiche 2013 ed europee 2014, che i moderati manifestano il loro disagio non andando a votare o scegliendo Renzi, la Lega o Grillo. Ci vuole una proposta politica nuova, capace di ridestare l’area moderata. Una cosa è il patto del Nazareno, un’altra annullare Forza Italia. C’è spazio per un soggetto politico nuovo.

Scajola fa ancora notizia. Anche nelle primarie liguri il centrodestra sembra al palo. È così anche nella sua regione?
Non ho votato, né fatto votare per Paita o Cofferati. Sono un uomo di centrodestra che si pregia della sua coerenza. Certo, più ancora che nel resto d’Italia, alcuni nostri ex amici, vista l’inconsistenza di Forza Italia, hanno cercato strade diverse.

Fitto ha delle ragioni nel porre in discussione la linea fin qui tenuta?
Conduce la battaglia giusta di chi si trova in un partito che stenta a costruire il suo percorso.

Perché lo tengono fuori?
Non sono più informatissimo sulle vicende, non appassionanti, dei vertici azzurri. Ma resto della stessa opinione di sempre: un partito deve includere, non escludere.

La Lega cresce. C’è un modo per arginarla?
La Lega ha un leader che comunica bene, un mezzo progetto politico che va diretto alle sensazioni primarie degli italiani, ma l’alternativa di governo è un’altra cosa.

E Alfano? Come è uscito dall’elezione del capo dello Stato?
Francamente la posizione di Angelino – e me ne dispiaccio – ha dato spazio alle critiche di chi vede Ncd come un partito trasformista e poltronista.

Il futuro di Scajola?
Contro la mia volontà sono stato costretto a difendermi da solo dalla “in-giustizia”. Sto collezionando una per una vittorie di tappa, quando sarà finito il percorso – spero presto – se avrò cose da dire, come sempre, le dirò.

Tags: amedeo matacenaangelino alfanoclaudio scajolafinmeccanicaforza italiahenry john woodcockMatteo RenziNcdNelson JobimPdSergio MattarellaSilvio Berlusconi
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