
Sanità. Indovinate un po’ dove sono gli ospedali migliori d’Italia «nonostante gli scandali»
L’ospedale San Raffaele è «l’eccellenza che resiste, nonostante tutto». Lo scrivono Michele Bocci e Fabio Tonacci su Repubblica riportando i risultati del “Programma nazionale esiti 2012”, la ricerca dell’Agenas – agenzia nazionale per i servizi sanitari delle Regioni – sulla qualità delle strutture sanitarie del nostro paese, non a caso definita un po’ da tutti i giornali come la “classifica degli ospedali italiani”. Ebbene, nonostante sia «afflitto da scandali e debiti», il San Raffaele «è ancora il miglior ospedale italiano per qualità delle cure», sentenzia Repubblica, che pure al nosocomio fondato da don Verzé (e alla sanità lombarda in generale) ultimamente non ha risparmiato nessuna critica.
LE ECCELLENZE. L’Agenas ha spulciato le schede di dimissione di 1.440 ospedali pubblici e convenzionati italiani, stilandone la classifica «in base a una quarantina di indicatori, dalla mortalità per infarto, a quella per gli interventi cardiochirurgici o per l’ictus, dal tasso di cesarei a quello delle operazioni di colecisti in laparoscopia». Ebbene, considerando i primi classificati, persino Repubblica deve ammettere che «6 su 10 sono lombardi». E che «gli scandali non hanno ridotto la capacità assistenziale del San Raffaele di Milano, che resta la realtà con i numeri più lusinghieri», facendo registrare punteggi altissimi su 5 dei 15 indicatori più significativi.
Ecco i primi dieci migliori ospedali italiani secondo l’Agenas:
1. San Raffaele, Milano
2. Spedali Civili, Brescia
3. Santi Antonio e Biagio, Alessandria
4. Ospedale A. Manzoni, Lecco
5. Azienda ospedaliera di Perugia
6. Poliambulanza, Brescia
7. Fornaroli, Magenta
8. Niguarda, Milano
9. Alto Chiascio, Gubbio
10. Santa Maria del Carmine, Rovereto
I PEGGIORI. Ovviamente, sempre sulla base dei risultati raccolti dall’agenzia, si ottiene anche la classifica delle strutture peggiori. E se il peggiore è il Federico II – constatano amaramente Bocci e Tonacci – gli altri ospedali della sua regione non se la passano tanto meglio: «Sono 5 le strutture campane tra le peggiori 10 d’Italia», si legge su Repubblica.
La classifica Agenas degli ospedali peggiori, in effetti, è questa:
1. Federico II, Napoli
2. Azienda ospedaliera G. Martino, Messina
3. Azienda ospedaliera dei Colli P. Monaldi, Napoli
4. San Filippo Neri, Roma
5. Azienda universitaria policlinico, Napoli
6. Stabilimento ospedaliero di Venere, Bari
7. Presidio ospedaliero San Rocco, Caserta
8. Sant’Anna, Pomezia
9. Ospedale della Val di Chiana
10. Sant’Anna e Sebastiano, Caserta
TOSCANA IN TESTA. Quanto alla qualità delle cure a livello di territorio, la Toscana – scrive Repubblica – «a leggere i numeri dell’agenzia sembra essere in questo momento la realtà locale dove la sanità funziona meglio per i cittadini. Anche in questa valutazione la Campania è in fondo. Basta pensare che quasi in un quarto dei casi (24,5%) gli indicatori di esito delle sue strutture sono inferiori alla media. La Toscana si ferma all’8,6%, il Veneto all’11, l’Emilia al 12, la Lombardia e il Piemonte al 13. Vanno male anche Abruzzo (23%), Puglia (22%) e Lazio, Sicilia e Calabria (tutti al 19%). E non è un caso che queste ultime due conoscano più di altre il fenomeno dell’emigrazione sanitaria verso Milano, Bologna, Roma».
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4 commenti
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Ma qs eccellenza é datata,ql era la sanità di Formigoni !
Ora con Maroni e la sua deformigonizzazione che procede a passi spediti non so qt ci vorrà x ridurre tutto in rovina.
Non c’è lo con Maroni che in se non é malvagio ma con le sue idee.
Mi chiedo una cosa sola ai tempi delle elezioni Formigoni era sotto ricatto e quindi ha dovuto cedere anche xche non era appoggiato neanche dai suoi” amici” berlusconini ma voi di tempi xche avete ceduto al male facendo una campagna vergognosa a favore di chi aveva fatto cadere Formigoni.
Almeno chiedete scusa.
francesco, auguri, ma scrivi da cristiano, che ci fai venire l’ansia a leggerti. su formigoni aspettiamo il lavoro dei giudici ( che guarda caso funzionano come un elastico….con berlusconi sono dei fulmini, con penati lumache, con MPS talpe)
Condivido con il Alocin.
Un lombard a te, e uno a me
Sventata la mozione di sfiducia presentata dalle opposizioni, ora Formigoni detto “er bufalo” (” sono forte come una mandria di bufali”, ipse dixit) se la deve vedere con le pretese della Lega, che gli ha salvato la cadréga. I leghisti vogliono che la Regione Lombardia spinga sul pedale del nordismo, delle politiche sovraregionali, del federalismo. E gli chiede di avviare anche qui l’uso di una moneta virtuale, sull’esempio di Nantes. In poche parole, una camera di compensazione dove le aziende si scambiano crediti contro servizi, senza esborso di euro. I leghisti vorrebbero chiamare questa moneta virtuale “lombard”, così tanto per farsi due risate. Formigoni è appeso alle voglie del Carroccio, e qualcosa gli toccherà concedere. Bisogna solo stabilire, per esempio, se i “lombard” si possono usare anche per le compensazioni delle vacanze. Tipo: una settimana ai Caraibi vale 10 mila “lombard”, un weekend in barca 3 mila. Poi alla fine si fanno le compensazioni, come sanno tutti gli uomini di mondo
Alocin 12 giugno 2012 alle 11:14
Egregio signor Fabrizio Ravelli,
io sono un terrone e le rispondo un terrone a me un terrone a te,
mia madre aveva un tumore maligno,e per potersi curare è venuta in Lombardia al San Raffaele con il SSN e ringraziando Dio è guarita, anche grazie alle accurate cure dei dottori e degli infermieri: questo e non solo questo mi fa dire che il servizio sanitario in Lombardia funziona 1000 volte meglio che in altre regioni d’ Italia, nonostante le vacanze e i giri in barca del presidente Formigoni ( che ringrazio).
Cordialmente Alocin
Questo è un mio commento al blog del sig Fabrizio Ravelli di Repubblica .it, rispetto al suo pre(giudizio).
Secondo me contano i fatti.