
L’operazione Ruffini nel centro Ztl della sinistra ha un problema: il traffico

Si chiama centro ed è il luogo mitologico per eccellenza della politica italiana. Tutti sognano di starci, tutti agognano a convogliare lì le “energie sparse nel paese”, tutti giurano che – grazie al loro progetto serio, anzi serissimo – gli italiani seguiranno.
Da che è morta la Dc, è, più o meno, così, ciclicamente, a sinistra. A sinistra più che a destra, perché la destra, in Italia, un campione di centro, seppur bizzarro e ben poco democristiano, ce l’ha avuto e portava il nome di Berlusconi Silvio. Fu lui a inventarsi il centro del centrodestra quando ormai la gioiosa macchina da guerra occhettiana già marciava verso sicura vittoria. E, invece, per trent’anni, il centrodestra il problema del centro l’ha risolto con Silvio stesso che ha convogliato nello strano contenitore del suo partito carismatico molte delle forze riformiste, socialiste e cattoliche in esilio dopo la fine della Seconda Repubblica. Unico sconquasso ai tempi di Monti, ma è durata il tempo di un amen. S’è vista come è finita Scelta (poi sciolta) Civica.

Ruffini e tutti gli altri
Il problema, come si vede ancora oggi, è più di là, a sinistra, dove pure, per un certo periodo, il centro nel centro-sinistra (qui il trattino ha valore politologico) ha avuto una sua gloria e una sua funzione. Non è mica un caso che, data la penuria di guide, si torni a parlare ancora – fin troppo – di Romano Prodi. Ormai di leader sono rimasti solo quelli della stagione dell’Ulivo, e van tirati fuori dalla naftalina.
In verità, il problema esiste. Con una Elly Schlein, che per storia e frasario, sa parlare solo a una parte dell’elettorato di centro-sinistra (il trattino qui è un baratro), quelli del centro della sinistra son presi dal dubbio d’essere gli ultimi giapponesi ad essere rimasti sull’isolotto del Pd. Qualcuno, la cosa, l’ha accettata e, ben piazzato, s’accontenta (leggi Pierferdinando Casini). Gli altri – tutti gli altri che capiscono che con la Schlein il Pd è tornato a essere Pds – hanno cominciato a sgomitare per occupare il leggendario “centro”.
Ieri una fotocomposizione di volti apparsa sul Giornale rendeva bene l’idea del traffico in quella zona. C’erano le immagini di: Ernesto Ruffini, ormai ex Agenzia delle entrate, oggi di gran voga; Giuseppe Sala, sindaco di Milano; Matteo Renzi, Italia Viva, già presidente del Consiglio col Pd; Carlo Calenda, Azione, ex ministro Pd; Beppe Fioroni, ex ministro, ora a capo di “Tempi nuovi”; Riccardo Magi, radicaloide segretario di +Europa; Luigi Marattin, ex renziano, ora leader di “Orizzonti nuovi”; Giuseppe De Mita, figlio di, a capo di “Popolari in Rete”; Clemente Mastella, l’intramontabile, che è in “Noi di Centro”; l’highlander Bruno Tabacci di “Centro democratico” e Michele Boldrin, che ha dato vita a Drin drin (non chiedeteci cosa sia, non lo sappiamo).
Basta una parola
Quel che sappiamo è che, come tante altre volte e non è di buon auspicio, abbondano i generali e scarseggiano le truppe. Magari ci sbagliamo, chissà, e gli italiani andranno invece in brodo di giuggiole ad ascoltare uno che fino a ieri faceva il direttore dell’Agenzie delle Entrate e lo voteranno in massa solo perché, da Prodi in giù, almeno dieci professori hanno assicurato che Ruffini è l’uomo giusto per resuscitare il “centro della sinistra”.
In attesa di sviluppi, l’unico giudizio politico che ci sentiamo di dare su questo centro che pare una trafficata Ztl è riassunto nell’occhiello che campeggiava ieri sopra le foto dei dodici Napoleoni pubblicata dal Giornale: “Sovraffollamento”.
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