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Ronald non è Donald

Di Massimiliano Herber
10 Giugno 2023
Veterano di guerra, family man, paladino antilockdown, dissacratore dei dogmi woke. Il governatore della Florida DeSantis pareva ai repubblicani il candidato perfetto per rilanciarsi dopo Trump. Poi è tornato Trump
Ron DeSantis
Ron DeSantis, governatore della Florida, è in corsa per la nomination del Partito repubblicano in vista delle presidenziali 2024 (foto Ansa)

È questione di tempismo e, forse, di fortuna. Di cogliere il momentum, come dicono gli americani. E sei mesi fa, dopo la roboante riconferma a governatore della Florida, più di un repubblicano era persuaso che fosse scoccata l’ora di DeSantis, che dopo Donald toccasse a Ronald. Sul palco di Tampa, benedetto da una pioggia di voti e di coriandoli, pareva chiaro che il quarantaquattrenne governatore bis fosse l’uomo del destino, «il combattente creato da Dio» – come aveva postato la moglie Casey – per far fronte alle sfide dell’America oggi. Il giorno della non-vittoria repubblicana alle elezioni di metà mandato era iniziato il dopo Trump; il partito che negli anni, come riflesso alla sua base fedele all’ex presidente, si era rassegnato alla sua metamorfosi e aveva finalmente trovato il profilo vincente e dall’immagine non compromessa: Ron DeSantis. E invece no.

Invece, qualcosa è andato storto: l’inverno dello scontento trumpiano non pare ...

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