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Io amo Dario Franceschini. No, intendiamoci, non in quel senso. Dario Franceschini è il ministro della Cultura, par excellence. Forget Gennaro Sangiuliano, forget Alessandro Giuli, ma forget soprattutto l’egemonia culturale. Dario Franceschini ha dimostrato, al di là di qualunque possibile, potenziale dubbio, come davvero vada esercitato il potere e come, del pari, vada organizzato e strutturato il mondo della cultura in un dispositivo granitico, per farla davvero l’egemonia, e non declamarla stancamente in un irrisolto mantra, barricati a fare gli staterelli generali del nulla.
Non voglio suonare come il Corrado Guzzanti che imitava con tono alla Sordi Francesco Rutelli, «Silvio, Silvio, ricordate degli amici!», questa non è una captatio benevolentiae, quanto piuttosto un giusto, ineluttabile riconoscimento a una figura che ancora popola, in spirito, le austere e bellissime sale del Collegio Romano e che terrorizza la destra assediata là dentro.
Questa destra potrà pure vacuame...
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