Romano/ Cicchitto: «Ormai ogni atto giudiziario finisce in Parlamento»
La maggioranza ha superato una nuova prova di compattezza: la mozione di sfiducia che pendeva sulla testa del ministro dell’Agricoltura Saverio Romano, accusato di concorso in associazione mafiosa, è stata respinta. Un esito largamente scontato, un po’ come i toni della discussione parlamentare.
Tempi ha chiesto un parere all’on. Fabrizio Cicchitto, capogruppo del Pdl alla Camera, che considera l’intera operazione pretestuosa: «L’opposizione sta presentando mozioni di sfiducia su singoli ministri per appesantire i lavori parlamentari. Possibile che ogni atto giudiziario debba finire in Parlamento? Abbiamo perso tempo. Inoltre sono d’accordo con Antonio Martino (Pdl), il quale ha ricordato una verità da troppo accantonata: in Costituzione, la sfiducia individuale non esiste».
«Fate attenzione – ha avvertito Antonio Di Pietro – voi siete solo il Paese formale, siete un governo pieno di soggetti politici che intendono mandare il Paese alla rivolta sociale. Dall’altra parte c’è il Paese reale che è alla disperazione e sta per arrivare alla violenza. E i mandanti siete voi».
In passato ha detto di peggio. Da tempo evoca un’esplosione violenta, e si tratta di provocazioni pericolose. Siamo sul terreno della più pura irresponsabilità. Su questo piano, do atto al vecchio Pc di essere stato molto attento nell’evitare spinte eversive. Stupisce la mancata presa di distanza del Pd: come può un partito che si dice riformista mantenere un rapporto organico con Di Pietro?
Sei deputati radicali eletti nelle liste del Pd non hanno votato l’autorizzazione all’arresto del ministro Saverio Romano, in segno di protesta contro il Parlamento e la sua scelta di non intervenire sulla giustizia e sull’emergenza carceri. Per il Pd si sono sottratti alla logica di lealtà della loro coalizione. Per Marco Pannella è «come ai tempi del Pcus». Chi ha ragione?
I radicali hanno una passato politico preciso, che va rispettato. E la loro mossa è perfettamente logica con la loro storia, non c’è nulla di cui stupirsi. La reazione del Pd, invece, è di tipo autoritario: inserirli in lista e poi pretendere una disciplina totale, effettivamente evoca i fantasmi sovietici cui fa riferimento Pannella.
Aldo Cazzullo ha puntato il dito contro un Pdl che ha perso la sua prima vocazione, quella di argine contro le procure, per trasformarsi. «Nel manto della Madonna della Misericordia degli affreschi medioevali, sotto cui corrono a ripararsi anche sedicenti perseguitati e autentici malandrini».
Oggi le procure sono per certi versi addirittura più “arroganti”, rispetto al periodo 92-94. Lo dimostra l’arresto dell’onorevole Alfonso Papa. E rispetto a una linea di questo tipo, che utilizza tra l’altro le intercettazioni in modo così pesante, non possiamo che ergere una barriera garantista a 360°. Altrimenti, se continua così, ci ritroveremo le richieste di cinque-dieci deputati in galera.
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