L’ipertensione arteriosa è il primo fattore di rischio morte a livello globale, eppure se ne parla poco o nulla. E pensare che basterebbero 3,5 miliardi di dollari per salvare quasi un milione di vite ogni anno
Controllo della pressione arteriosa nell’ambito di una campagna sanitaria gratuita a Quezon City, Manila, Filippine, 3 maggio 2024 (foto Ansa)
Alcune delle grandi sfide che il mondo si trova ad affrontare sono oggetto di grande attenzione. Il cambiamento climatico, la guerra e l’immigrazione sono costantemente nei notiziari e ricevono ingenti finanziamenti da Stati e organizzazioni filantropiche private. Altri problemi rilevanti, come la tubercolosi e la malnutrizione, ricevono meno spazio nei media e pubblicità, eppure rientrano tra le principali priorità globali, con relativi finanziamenti.
Perfino quelle che sono state giustamente ribattezzate come malattie tropicali neglette [Neglected Tropical Diseases, ndt], tra le quali la rabbia, la cecità fluviale e la lebbra, che nei paesi più poveri uccidono 200 mila persone ogni anno, hanno un proprio programma e una propria attenzione all’interno dell’Organizzazione mondiale della sanità.
C’è però una sfida di cui si sente parlare poco o nulla, che colpisce più di un miliardo di persone e che potrebbe essere affrontata in modo molto efficace. Potremmo chiamarla a ...