
Quanto dovranno attendere le paritarie per i fondi statali che (in ritardo) la Lombardia ha iniziato a stanziare?

Il ministro Giannini dice che il governo non c’entra e prega di rivolgersi alle Regioni. Il sottosegretario Gabriele Toccafondi conferma: «Il saldo dei fondi 2014 destinati alle scuole paritarie è a disposizione delle Regioni già dall’aprile 2015». Intanto, sabato 1 agosto, giorno di primo grande esodo per le vacanze, a Tempi arriva l’sos di una preside di istituto paritario. «Scusate, siamo nel panico, rischiamo di non pagare gli stipendi perché in Regione Lombardia non sbloccano i versamenti. Ci date una mano?».
NORME CONTRADDITTORIE. Eccoci qui. Mentre è in pieno corso il braccio di ferro per resistere all’impulso illiberale e suicida che vorrebbe far chiudere le scuole pubbliche non statali attraverso sentenze che impongono il pagamento di tasse non dovute dagli enti di istruzione no profit, ma che la stratificazione di normative contraddittorie autorizza a contendere (vedi caso Cassazione che ha condannato due scuole paritarie a pagare l’Ici dando ragione all’amministrazione comunale di Livorno; e all’inverso, la condanna per “lite temeraria” dell’amministrazione comunale di Bari per aver intentato causa sull’Ici a analoghe scuole rette da religiose), il sistema pubblico dell’Istruzione in Italia fa i conti con un’ennesima ingiustizia di pura e squisita natura burocratica.
[pubblicita_articolo]RITARDI. Vi immaginate cosa succederebbe se un magistrato di Cassazione o un giudice costituzionale non ricevesse con puntualità svizzera, il 27 del mese, il suo stipendio di 15-20 mila euro? Vi immaginate che casino scatenerebbe la Fiom di Landini o la Cgil di Camusso se l’impiegato pubblico ricevesse in ritardo di settimane la paga che gli spetta da contratto? Ecco, per ottenere il loro miserabile dovuto, le scuole pubbliche non statali possono pure aspettare mesi. Come ci spiega Anna Monia Alfieri, inesauribile difensore civico delle scuole libere e responsabile regionale delle scuole cattoliche Fidae, succede questo: «Gli stanziamenti dello Stato per le scuole paritarie ci sono – stiamo parlando di quattro soldi, briciole, ma indispensabili alla sopravvivenza delle scuole pubbliche non statali – ma sono fermi nelle casse regionali dalla scorsa primavera».
«COSA ASPETTANO?». «Hanno promesso i versamenti a chi ne ha diritto a giugno – continua – poi hanno rimandato a luglio, adesso dicono di pazientare perché non sono ancora arrivati i durc, la documentazione degli Uffici scolastici regionali sulla regolarità dei versamenti pensionistici degli istituti che hanno diritto ai contributi dello Stato. Intanto le nostre scuole sono in ginocchio e non sanno come pagare gli stipendi. Ripeto, non stiamo esigendo un privilegio. Stiamo chiedendo quel che ci spetta e che lo Stato ha già stanziato. Ho sempre cercato il dialogo e il confronto con le istituzioni. Ho fiducia che le regioni abbiano agito correttamente e non sia responsabilità loro questo assurdo ritardo. Però, se non è colpa delle regioni, cosa aspettano a smuovere gli uffici territoriali per versare questi soldi?».
«PAGAMENTI COMINCIATI». Interpellata da Tempi l’assessore all’Istruzione, formazione e lavoro della Regione Lombardia, ammette i ritardi ma assicura che, almeno in Lombardia, il caso è risolto. «Posso assicurare che Regione Lombardia ha sbloccato le risorse. Ci spiace di questo ritardo, ma non è certo colpa nostra. Per la prima volta lo Stato centrale ha sperimentato questo metodo di versamento dei contributi alle scuole non statali via Uffici scolatici regionali. E purtroppo la trafila degli adempimenti richiesti per legge è stata lunga. Le delibere erano già pronte. Il ritardo è stato dovuto alle necessarie verifiche dei durc e alle complicanze burocratiche richieste da questa sorta di partita di giro inaugurata dallo Stato nel trasferimento delle risorse spettanti alle scuole paritarie. Fortunatamente si tratta di un adempimento che l’anno prossimo tornerà a Roma. Ripeto, ci scusiamo per il ritardo, ma ora il flusso dei pagamenti è iniziato e, almeno per le scuole paritarie lombarde, posso assicurare che riceveranno il contributo governativo a giorni o al massimo agli inizi di settembre».
Foto scuola da Shutterstock
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5 commenti
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Complimenti alla battaglia che porta avanti Anna Monia Alfieri esponendosi, tra l’altro, in prima persona. Il circolo vizioso (magari fosse virtuoso…) della pesante catena burocratica che opprime e rallenta l’erogazione di fondi gia stanziati, e’ un problema nel problema: la liberta’ di scelta nell’educazione scolastica delle scuole pubbliche paritarie all’interno del “calderone bollente ideologico” della scuola pubblica italiana. Forza Anna Monia Alfieri non demorda !
Proprio le scuole che fanno scadere i contratti degli insegnanti a giugno per riassumerli a settembre, così da non pagarli l’estate, si preoccupano dei fondo perché altrimenti non riescono a pagare regolarmente gli stipendi?
Evidentemente se il problema è pagare gli stipendi luglio vuol dire che gli insegnanti sono assunti a tempo indeterminato.
Menomale che la Lombardia è avanti ma anche qui il problema è grave. Se i soldi arriveranno a settembre le scuole oltre a non pagare gli stipendi non potranno versare i contributi e quindi non saranno in regola per il durc, e di conseguenza… Èun cane che si mangia la coda.
Faccio i miei più vivi complimenti a sr Anna Monia che con la sua consueta lucidità di analisi riesce a riportare ordine nelle cose e nelle situazioni. Avremmo bisogno di più persone cosi capaci di spendersi per una buona causa senza secondi fini. La sua voglia di dialogo con tutti e la capacità di ricomporre le parti sino a scuse ufficiali di un Assessore, bè non è cosa da poco. Bravo a Tempi che sa scovare gente con la testa… Anna Monia lei non molli mai…