È triste e paradossale vedere il Pd ridotto a utile idiota dei manettari

Di Luigi Amicone
05 Dicembre 2019
L’abolizione della prescrizione porterà a uno Stato concentrazionario perfetto, di ispirazione nazi-comunista, dove qualunque cittadino potrebbe rimanere indagato, imputato o recluso a vita

Caro amico e direttore Emanuele Boffi, ho letto con ammirazione il tuo rendiconto sulla lodevole iniziativa intrapresa dall’Unione delle camere legali per spiegare la stupidità criminogena di una riforma (riforma?!) della giustizia che abolirebbe la prescrizione, con tutti i gli effetti esiziali sulla durata dei processi e, di conseguenza, sul potere infinito che in questo modo si attribuirebbe a un ordine giudiziario come quello che vige in Italia, Paese dove già la metà delle persone attualmente in carcere non ha ancora avuto un processo e una sentenza di primo grado.

Ecco, con l’abolizione della prescrizione, andremmo alla creazione di uno Stato concentrazionario perfetto, di ispirazione nazi-comunista, dove qualunque cittadino potrebbe rimanere indagato, imputato o recluso, “in attesa di giudizio”, ad libitum, a piacere, a vita. Cioè, secondo modi e tempi stabiliti non più dalle leggi, ma da una teoria di giustizia ed equità che di fatto si risolve nella barbarie dell’essere oggetti – siccome oggi in Italia lo siamo solo al 90% – dei soggetti giudiziari forti, pubblici ministeri e giudici.

Ora, se non può e non deve scandalizzare che i promotori di questa bestialità siano i Cinquestelle, il prodotto bestiale dell’antipolitica, può e ci deve scandalizzare una sinistra che subisce passivamente costoro, oggi per altro crollati nel consenso del popolo. Da che il popolo ha aperto gli occhi sul disastro civile e la cattiva vita in cui ha trascinato l’Italia quel Joker di padre-padrone e di superbia nichilista a nome Beppe Grillo, concentrato di delirio ideologico ammantato di profezia visionaria, invidia sociale, odio manettaro.

Ma se questa è la disgrazia che all’Italia è toccato di subire, con la conseguente distruzione di libertà e di benessere che è sotto gli occhi e sulla pelle del popolo, non è un paradosso pazzesco che proprio il Pd (che con l’ex ministro Orlando si era detto contrario all’abolizione della prescrizione) si trovi oggi sul punto di essere utile idiota e volenteroso complice della “riforma” del ministro Bonafede?

Mi sembra incredibile come la sinistra stia dando prova della più assurda incoerenza anche sul fronte a lei caro della cosiddetta Giustizia con la “G” maiuscola. Hanno fatto così con il taglio dei deputati, dichiarandosi prima contrari e poi votando opportunisticamente l’ennesima “riforma” demagogica ostile al dettame e allo spirito della Costituzione. Stanno facendo così con la Giustizia.

Amici del Pd mi hanno invitato a raccogliere firme per la separazione delle carriere dei magistrati. Ora, dopo aver approvato un’infinità di provvedimenti di sedicente “anticorruzione” che sono serviti a produrre solo regresso e ulteriore corruzione ad ogni livello della società, sembra vogliano rassegnarsi ad approvare l’orrenda e incivile “riforma Bonafede”.

Purtroppo, mi sembra che sia proprio questo il punto che definisce la crisi in largo e in profondità del nostro povero Paese destinato alla fuga dei suoi giovani e dei suoi ed esteri capitali: la distanza siderale che corre tra i bellissimi principi di diritto e di umanità affermati a parole dalla pubblicistica e dalla partitocrazia sedicente “democratica”; e, d’altra parte, la pratica quotidiana di costoro, concretamente e quotidianamente complici, per viltà, stupidità e opportunismo carrieristico, a giustizialismi da quattro soldi.

È così, che nel Paese della “Costituzione più bella del mondo”, degli intellettuali predicatori dell’illuminismo dei Verri e Beccaria, dei convegni a difesa dei diritti dei carcerati, dei Girotondi e delle Sardine indignate per presunte svolte disumane e fasciste, siano precisamente gli intellettuali, i giornalisti, i politici, in breve, la buona borghesia di sinistra, dei presunti garantisti e dei sedicenti difensori della Costituzione, i carnefici delle libertà costituzionali e i reggicoda di un governo senza più un soldo di verità e di consenso popolare.

Per tutto questo, caro amico e direttore Emanuele, andiamo avanti, vai avanti a combattere la buona battaglia. Che anche in questo caso mi auguro sfoci in un’ennesima mobilitazione contro una legge e un governo di nemici del diritto, delle libertà e delle regole di ogni civile convivenza e democrazia.

Foto Ansa

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