
Perché Obama e il fronte arcobaleno puntano sui giudici (non sui voti) per realizzare l’agenda gay
Alla fine di febbraio la governatrice dell’Arizona, Jan Brewer (foto a destra), ha posto il veto a un disegno di legge sulla libertà religiosa approvato dal parlamento dello stato e che aveva scatenato infinite polemiche a livello nazionale. La legge prevedeva di chiarire il confine fra libertà di coscienza e diritto a un trattamento equo in quei casi, sempre più numerosi, in cui certe pratiche commerciali ledono le convinzioni religiose di chi le pratica. Un fotografo che non approva il matrimonio fra persone dello stesso sesso è obbligato a fare un servizio fotografico al ricevimento di due gay o può rifiutarsi in nome del suo credo religioso? Può invocare l’obiezione di coscienza come un medico di fronte a un aborto o un cittadino di fronte alla leva obbligatoria?
In America da anni si moltiplicano denunce e dispute legali contro pasticceri che rifiutano di guarnire torte nuziali per sposi dello stesso sesso e altri esercenti che pongono obiezioni di coscienza ai clienti. Sono casi gravidi di implicazioni che vanno ben oltre l’ambito specifico del matrimonio omosessuale (un ristorante kosher può rifiutarsi di servire carne di maiale o sta discriminando qualcuno? Ci sono centinaia di migliaia di esercizi commerciali che fanno affari in linea con il credo dei proprietari, anche in ambiti che nulla hanno a che fare con le questioni sensibili di matrimonio e famiglia) e mettono in discussione il rapporto fra Stato e religione così com’è fissato nel primo emendamento alla Costituzione: lo Stato deve proteggere la libertà di religione, e allo stesso tempo deve guardarsi dall’introduzione di una religione di Stato. La posta in gioco è altissima: ha a che fare con l’ordinamento stesso dello Stato e mette in discussione i confini della libertà personale che il potere dovrebbe difendere.
Libertà religiosa o solo di culto?
Come ha notato di recente il governatore della Louisiana, Bobby Jindal, il sempreverde escamotage usato dai legali dell’amministrazione Obama di fronte a tutte le controversie di questo genere consiste nel «ridurre la libertà religiosa e semplice libertà di culto». Le convinzioni religiose sono rispettate dallo Stato nella misura in cui non escono dalla sagrestia o dalla moschea, dalla sinagoga o dal tempio. Se hanno un impatto sulla vita pubblica – è il caso degli esercizi commerciali – non si tratta più di libertà religiosa del commerciante ma di inaccettabile discriminazione del cliente.
L’Obamacare ha sancito questo orientamento giuridico pur senza codificarlo chiaramente con una legge votata dal Congresso. È stato sufficiente un tratto di penna del potere esecutivo per decretare che tutti gli istituti d’ispirazione religiosa ma con funzione pubblica (scuole, università, ospedali eccetera) devono offrire ai propri dipendenti un’assicurazione sanitaria che offra anche contracettivi e farmaci abortivi. E la libertà religiosa? Quella si applica soltanto ai soggetti religiosi nel senso più stretto del termine, quelli che si occupano della cura delle anime e discettano di princìpi religiosi in chiave puramente teoretica e devozionale. Se s’azzardano ad applicarli diventano cittadini come tutti gli altri, dotati per decreto del dovere inalienabile di sottostare a pratiche contrarie alla propria coscienza.
Il disegno di legge dell’Arizona è stato oggetto di un grandioso attacco concentrico, con tanto di boicottaggi intimidatori da parte di grandi aziende come Delta Airlines, che adombrava la possibilità di disertare gli scali dello stato, e minacce del Super Bowl di togliere a Phoenix la partita più importante dell’anno, foriera di prestigio e introiti. È stata rappresentata come una disputa fra omofobi e tolleranti, fra barbari e civilizzati. Autorevolissimi esponenti del governo hanno detto che la legge autorizzava la discriminazione degli omosessuali, affermazione cavalcata a rotta di collo dalle associazioni gay e dai giornali liberal, New York Times in testa, e una volta passata questa versione delle cose anche la governatrice Brewer, una repubblicana che non teme di dare battaglia ai democratici sui terreni di scontro più caldi, non poteva che chinare la testa e porre il veto per salvare quel che restava della sua immagine pubblica. Del resto, anche il senatore John McCain e Mitt Romney, gli ultimi due sfidanti di Obama, avevano chiesto a Brewer di fermare la legge discriminatoria e retrograda, richieste che testimoniano il generale allontanamento del partito repubblicano dalle posizioni sociali tradizionali.
La ricerca del caos giuridico
«La nostra società sta attraversando molti cambiamenti – ha detto Brewer – e tuttavia credo che questa legge crei più problemi di quanti ne risolva. La libertà religiosa è un valore centrale per l’America e per l’Arizona, ma lo è anche la non discriminazione». La più importante associazione per i diritti civili, l’Aclu, ha tirato un sospiro di sollievo per la decisione ragionevole della governatrice assieme a tutti gli altri soggetti che combattono il cancro della discriminazione: «Siamo lieti che la governatrice abbia fermato questa disgraziata legge, e che i negozi dell’Arizona siano aperti a tutti».
Peccato però che la legge attualmente in vigore non impedisca affatto ai commercianti dello stato di rifiutarsi di servire clienti omosessuali o altre categorie in nome della propria coscienza. Alcuni comuni hanno imposto leggi in questo senso, ma non c’è una legge statale che effettivamente impedisca una scelta che, a seconda dei punti di vista, è una oscurantista discriminazione o una difesa della coscienza personale.
L’Arizona è uno degli stati che ha recepito, nel 1999, la legge federale sulla libertà religiosa approvata negli anni della presidenza Clinton sotto il nome di Religious Freedom Restoration Act (Rfra). Allora Washington era arrivata a elaborare uno strumento legislativo per chiarire i confini dell’obiezione di coscienza dei titolari di esercizi per motivazioni religiose a seguito di una serie di sentenze e controsentenze a vari livelli che avevano ingarbugliato ancora di più il problema. Alcune parti fondamentali del Rfra sono state dichiarate incostituzionali dalla Corte suprema per via di un conflitto di attribuzione dei poteri, ma i singoli stati hanno mantenuto le proprie disposizioni in materia. Oggi per molti versi si stanno riproponendo, a suon di denunce e sentenze, le stesse condizioni di confusione giuridica sulla libertà religiosa che l’America ha affrontato alla fine degli anni Novanta, complicate questa volta dall’ondata di legalizzazioni del matrimonio gay e dalla riforma sanitaria di Obama, che fanno sorgere conflitti giuridici inediti.
Mistificazione riuscita
L’Arizona è il primo stato che ha affrontato il problema dal punto di vista legislativo (come negli anni Novanta aveva fatto il Congresso, pur con esiti non proprio esaltanti dal punto di vista della tenuta costituzionale) nel tentativo di aggiornare la legge alle mutate condizioni sociali. Prima che uno sconosciuto giudice in New Mexico, in Oregon o chissà dove ancora faccia scuola, si sono detti deputati e senatori, meglio che si chiarisca il problema con una riforma. Tanto più che allo stato attuale i commercianti possono tranquillamente discriminare clienti gay. Dal punto di vista dell’ordinamento dei poteri il ragionamento è difficilmente contestabile, ma il fronte liberal si è strenuamente opposto all’iniziativa, arrivando a distorcere il contenuto della riforma per rappresentarlo come chiaramente e inequivocabilmente omofobo. Un complotto dei conservatori più razzisti. Messa di fronte alla scelta libertà contro omofobia, cosa volete che scelga una pur combattiva governatrice che non ha nemmeno l’appoggio del suo partito sul tema?
Lo stesso ragionamento vale per tutti i giudici d’America che si trovano a dirimere controversie analoghe. Affermare il principio egalitario per via giudiziaria è estremamente più conveniente per gli attivisti dei diritti civili: i tribunali sono influenzati dalla cultura circostante più di quanto lo siano i parlamenti, ed è raro trovare un giudice oggi in America disposto a giocarsi reputazione e carriera con un pronunciamento controcorrente. Il dibattito parlamentare è irto di ostacoli, le posizioni piene di sfumature e, infine, c’è sempre una maggioranza di voti da trovare, il che rende il processo ancora più complicato.
Alexander Hamilton, il padre del federalismo americano, diceva che il potere giudiziario è il più debole dei tre, perché a questo non spetta «la forza né la volontà, ma solamente il giudizio». Nella battaglia culturale di oggi il potere giudiziario appare invece come il più forte dei tre poteri, tanto che il primo tentativo legislativo di fare chiarezza sulla questione capitale della libertà religiosa è stato affondato con una campagna pubblica pretestuosa e vagamente intimidatoria (il Super Bowl porta un indotto di centinaia di milioni di dollari alla città ospite, minacciare di annullarlo a causa del passaggio di una legge, qualunque essa sia, è un gesto di ritorsione che ha un impatto notevole). Meglio dunque passare dal più debole dei poteri diventato il più forte, quello che ha “soltanto” l’enorme potere del giudizio su questioni dirimenti per la società americana e occidentale.
L’attivismo del procuratore
L’attivismo giudiziario, poi, non è una grande novità nell’America di Barack Obama e del fedelissimo procuratore generale, Eric Holder, quello che ha ordinato ai tribunali federali di non difendere la legge sul matrimonio come unione fra un uomo e una donna prima ancora che la Corte suprema lo dichiarasse incostituzionale. Holder dà battaglia a qualunque disposizione contraddica la visione del mondo dell’Amministrazione ed è stato informalmente incaricato dal presidente che prometteva trasparenza nel governo di coordinare la caccia a giornalisti troppo attivi e propalatori di “leak” contro l’amministrazione. Le battaglie del procuratore vanno della riduzione delle pene per i reati di droga, che concepisce come pretestuose disposizioni per penalizzare gli afroamericani, alla battaglia contro la Corte suprema che ha diminuito le garanzie che gli stati del Sud sono tenuti presentare a Washington per dimostrare che l’accesso al voto è uguale per tutti i cittadini. Anche qui Holder è convinto che il rilassamento sia soltanto un sotterfugio per tornare all’esclusione degli afroamericani dalle urne praticato maliziosamente anche dopo il passaggio delle leggi per i diritti civili.
Che siano questioni a sfondo razziale o in sospetto di omofobia repubblicana, l’apparato giudiziario dell’amministrazione ha strategie efficaci per affermare la propria idea di società attraverso un capillare popolo giuridico politicamente non proprio neutrale.
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44 commenti
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Dimenticate una cosa: gli Stati Uniti sono stati a Common law (eccetto la Lousiana). Ciò vuol dire che la produzione del diritto è affidata ai giudici. E’ un modo diverso dal nostro, ma pur sempre legittimo. Il nostro, quello di civil law, si basa sulla centralità del parlamento e del suo ruolo di legislatore. Nel nostro paese, come in Francia o in Spagna, la legge nasce da una teorizzazione del legislatore che tenta di ‘abbracciare’ tutti i cittadini dello stato; mi spiego meglio: i politici che siedono in parlamento fanno le leggi partendo dal caso generale, loro non hanno una situazione particolare da cui partire, mentre i giudici si trovano davanti a loro dei casi unici e irrepitibili (il particolare) e da qui creano il diritto.
Cito testualmente:
Ma non smarronateci !
I diritti umani ce li avete come tutti gli altri cittadini !
Certo che, se gli omosessuali pretendono di equiparare la loro unione a quella di un matrimoniale tradizionale, la cosa fa ridere ! ( per non piangere ! )
Ripassino quando riusciranno a metter al mondo un figlio.
Ma non con il contributo di terzi !
Quindi una coppia per essere tale deve mettere al mondo un figlio O.o
Mio cugino e sua moglie o non avevano questa possibilità e hanno adottato due bambini splendidi che ora sono due ragazzi in salute e con grandi obiettivi nella vita… I miei cugini quindi non si sarebbero dovuti sposare? Il loro matrimonio vale meno?
Il discorso che chiedo io è: di fronte alla LEGGE, costituire un nucleo familiare, cosa comporta? comporta il pagare le tasse assieme e poter assistere la persona che ami in caso di malattia. Se mio fratello sta male e finisce in rianimazione, io posso entrare, ma non posso se capitasse alla persona che amo… non è una crudeltà questa? Poi a me che la famiglia tradizionale voglia continuare a essere difesa da principi religiosi o meno, non interessa nulla, non sono affari miei, dico soltanto, chi tra voi sarebbe capace, in un momento di dolore di dire a un ragazzo o una ragazza, che non può stare al fianco della persona che ama? Chi, saprebbe fare una cosa del genere in PRIMA PERSONA? perchè negando questo diritto, lo fate restando dietro, nascondendovi dietro alla parole…
Forse, e dico forse, perchè grazie a Dio sono cresciuto in un posto, in una famiglia e in un contesto dove ci si Ama e ci si rispetta, voi confondete un po’ troppo Amarsi con Fare sesso. Quel che uno fa nel suo privato sono fattacci che non riguardano nessun altro se non lui/lei. Esistono tanti che possono “accoppiarsi naturalmente” ( epoi voglio sapere cos’è per voi naturale, quante donne si fanno fecondare artificialmente pur essere in una perfetta coppia eterosessuale) e che, tuttavia, scelgono di non avere figli, o che hanno un regime sessuale promiscuo e, a volte, illegale. Qui nessuno dice che una coppia gay o lesbica vuole andare in giro a far sesso lungo le piazze, c’è una legge che tutela il pudore, ma che una coppia che vuole condividere gli stessi problemi e gioie della vita a cui viene detto “no” in nome di una natura che li ha creati.
Mia madre mi ha sempre insegnato che siamo tutti bravi a parlare finchè non siamo dentro ad una situazione, in effetti, sembra che per molti il concetto di Amore passi solo tra le tragiche pagine di un Libro e non della propria esperienza diretta.
Mi rattristo molto per come i valori cristiani stiano cadendo in basso, di come l’Amore evangelico stia sprofondando nell’omertà e nell’ipocrisia.
Ciao
P.
In linea di principio sono d’accordo che un libero professionista decida quale clientela servire e questo naturalmente vale anche per il cliente che decide a chi rivolgersi.
Diverso è il caso delle strutture pubbliche che devono fornire il servizio a tutti.
La questione qui però riguarda secondo me il ruolo della religione in uno stato che si professa laico dove in realtà viene tutelata legittimamemte la libertà di culto ma non c’è giustamente una religione di stato.
Nell’articolo si parla dell’America ma di fatto questo è quello che prevederebbe anche il nostro ordinamento anche se evidentemente non viene rispettato.
A mio avviso non esiste proprio una legge naturale che pre esiste alle leggi dello stato come qualcuno sostiene anche perché sono sempre gli uomini a darsi un ordinamento giuridico a meno che non si voglia credere che qualcuno più di altri sia portatore di verità rivelate. Qua però si presuppone l’esistenza di una entità superiore di cui solo i credenti ne sono convinti.
@Filomena
Uno stato può essere laico, in diversi modi, consentendo tutte le pubbliche espressioni delle religioni ( con il limiti a garanzia dell’ordine pubblico, ecc.) o sopprimendole tutte . Tu naturalmente concepisci quello che assolutizza solo il tuo punto di vista. Per te Dio non esiste, e non deve esistere per tutti.
La “legge naturale” non è espressione religiosa, ha radici più antiche del cristianesimo. Il tuo ordinamento è il “nichilismo giuridico” …ovvero la maggioranza ha ragione sempre “e fa come le pare”…. giusto?
Io non ho detto che voglio sopprimere le religioni anzi apprezzerei che fosse dato lo stesso spazio a tutte le religioni. Sostengo che però le istituzioni pubbliche con le religioni non c’entrano nulla.
La libertà di culto non è in discussione ma non dovrebbe secondo me influenzare le scelte dello stato e le leggi.
So che non sei d’accordo ma non credi che per i non credenti non ha molto senso seguire regole di vita dettate dalla religione?
@ Filomena
Ritorniamo sempre al solito punto:
la religione non è un fatto intimo è una visione che totalizza un individuo. Contrariamente… non vale nulla.
Deve necessariamente, in alcuni casi, tendere da influenzare lo stato e le leggi ( in particolare … nei valori non negoziabili) . Un credente ha i tuoi stessi diritti , solo che crede in Dio e tu no. Ed ha il diritto di ambire che lo Stato tenga conto di Dio, senza importi a te di credere per forza. Tu invece ritieni che il mio diritto deve essere dimezzato, ridotto all’intimo , mentre il tuo dio Nulla, colmare ogni spazio.
Non servire un gay deve essere reato, come lo sarebbe non servire un cattolico.
Ritengo, invece, una libertà non prestare il proprio servizio fotografico ad una cerimonia gay, beninteso però che deve esserci la stessa libertà di non offrire il proprio servizio anche ad una cerimonia cattolica (battesimo, cresima, comunione, etc…).
In entrambi i casi, può trattarsi di riti contrari alla propria coscienza.
Visto che il moderatore pubblica tranquillamente i post con link altrui pregherei di non censurare il mio post contenente il link dell’ultimo sondaggio (Febbraio 2014) realizzato dal Public Religion Research Institute rileva che oggi il 53% dei cristiani d’oltreoceano approvano l’uguaglianza matrimoniale e i pari diritti per la comunità LGBT, un incremento del 21% rispetto a dieci anni prima.
http://publicreligion.org/research/2014/02/2014-lgbt-survey/
Grazie. Ho apprezzato il trattamento paritario. Non sempre capita.
Buon lavoro.
Dall’omelia a casa Santa Marta di oggi
«È il dramma dell’osservanza dei comandamenti senza fede», ha osservato il Pontefice. «”Io mi salvo da solo, perché vado alla sinagoga tutti i sabati, cerco di ubbidire ai comandamenti, ma che non venga questo a dirmi che erano meglio di me quel lebbroso e quella vedova!”. E Gesù ci dice: “Ma, guarda, se tu non ti emargini, non ti senti al margine, non avrai salvezza”. Questa è l’umiltà, la strada dell’umiltà: sentirsi tanto emarginati che abbiamo bisogno della salvezza del Signore. Solo Lui salva, non la nostra osservanza dei precetti. E questo non è piaciuto, si sono arrabbiati e volevano ucciderlo»
Fonte: «Non ci si salva osservando i precetti» | Tempi.it
Guarda, che gli odiatori di gay e della loro libertà non mancano su queste pagine (vedi il commento precedente). Poi, è ovvio che anche gli odiatori dei cristiani devono essere ugualmente biasimati.
Francesco B, siamo sempre lì: Gesù esce dagli schemi, certo, non giudica nessuno, dice chiaramente che I ladri e le prostitute ci passeranno davanti nel regno dei cieli…ma non approva il peccato, non vuol dire che Gesù mi autorizza ad andare a rubare, mi invita casomai a non sentirmi migliore di un ladro.ecco…
E l’omosessualità è un peccato, e chi non è omosessuale non deve sentirsi migliore di un omosessuale, ma l’omosessualità rimane un peccato, e un Cristiano deve avere il coraggio di dirlo, come è un peccato il furto, l’adulterio, ecc.
So di aver scandalizzato quelli che osservano I precetti del politicamente corretto…
Sai non si tratta di scandalizzare chi sostiene il politicamente corretto ma parlare di peccato ha senso solo per i credenti per gli altri è una parola vuota. Se vuoi essere credibile devi parlate un linguaggio “comprensibile”
a tutti.
@ Filomena
Secondo te … per un credente, cosa significa peccato? Te lo sei mai chiesto? Se non fosse una parola vuota?
PS – Non è che nuoce alla salute porsi la domanda.
Immagino che sia il mancato rispetto delle regole dettate dalla dottrina, ma sto interpretando…..quindi potrei sbagliare.
Non è sbagliata ma…. ma è più complicata!
Rispondere il “mancato rispetto della dottrina” è come se alla domanda “cosa è una mela?” rispondessi “Un frutto che cresce su un albero!” Non è sbagliata , ma è quasi niente!
OK a in quest’ ora mi va bene tutto, ho troppo sonno
dobbiamo farcene una ragione. Ora è provato che tutti quelli di sinistra amano la distorsione, la malattia, la perversione e la vogliono imporre a turtto il mondo. Nella fattoria di Orwell loro ci vivono benissimo. Viva Putin e ai gay toccherà la stessa sorte di Sodoma
Giuliano, mi fa piacere constatare che vivi fuori dal mondo. Se dovessi leggere (e di usare la mente perché leggere solo non basta) capiresti che significato ha La fattoria degli animali.
Prego comunque per te, perché tu nelle persone non veda solo sodoma, come prego per me che non continui a farmi vedere Giuliano come un frustato e sessualmente represso.
Cosa ci azzecca “La fattoria degli animali” con il nostro discorso? Vedi un porco Stalin? Hai letto 1984… questo forse è più pertinente per leggere i nostri tempi!
All’età di 84 anni è morto Fred Phelps, il fondatore della tristemente famosa Chiesa battista di Westboro: il predicatore aveva guadagnato notorietà grazie ai picchettaggi ai funerali di persone gay o di soldati dove i suoi seguaci esponevano cartelli come “God hates fags” (Dio odia i froci), “God is your enemy” (Dio è il tuo nemico), “God hates you” (Dio ti odia), “Thank God for 9/11″ (Grazie Dio per l’11 settembre), “Fags die God laughs” (I froci muoiono, dio ride), “Thank God for dead soldiers” (Grazie dio per i soldati morti), “Usa = fag nation” (Usa=nazione di froci), “Thank God for maimed soldiers” (Grazie Dio per i soldati mutilati), “Pray for more dead soldiers” (Pregate per più soldati morti), “God killed your sons” (Dio ha ucciso i tuoi figli). In base al sito della congregazione religiosa, i suoi affiliati avevano dimostrato in più di 53mila eventi tra cui i concerti di Lady Gaga o il funerale di Steve Jobs, il fondatore di Apple.
La sua notorietà è cominciata nel 1998 picchettando il funerale di Matthew Shepard, un ragazzo gay di 21 anni torturato ed ucciso a causa della sua omosessualità. Uno dei cartelli esposti da Phelps in quella occasione recitava: «Matt all’inferno».
I veti di cui parlate vogliono bloccare questo.
Fred Phelps non lo conosco, ma sembra un fondamentalista da come lo descrivi.
Per quanto sia contro l’omonazismo, non sarei mai andata a picchettare per questo.
Un buon cristiano non si comporta così. Questo non è ama il prossimo tuo come te stesso.
E’ pur vero che la maggior parte dei gay da addosso alla religione cristiana, solo per odio.
Odio da entrambe le parti? E il dialogo dov’è? Lo dico spesso ultimamente: se non c’è rispetto, tolleranza (cioè sopportazione, che è la vera tolleranza) da entrambe le parti come si potrà instaurare un dialogo?
Il problema dei giudici è che faranno come gli gira il portafoglio. Basta pensare a quelli che negano il reato di pedofilia, o di violenza carnale.
http://www.corriereromagna.it/news/forli/2798/Evita-il-carcere-e-sviene-in.html
Ricordate solo questo: LA LEGGE NON E’ UGUALE PER TUTTI
E volete parlarmi di uguaglianza dei diritti? Non capite che di questo se ne occupano enti come la NATO, l’ONU, che più false non ce n’è?
Francesco B non è vero un tubo quello che dici, se Shepard fosse morto per altri motivi sarebbe stato ugualmente grave e il suo assassino e’ in carcere. Se un predicatore pazzo odia i gay mi fa schifo, come mi fa schifo Travaglio che odia Berlusconi, ma non per questo lo voglio in galera: lo voglio convincere che sbaglia.
Sicuro che vogliono bloccare solo questo?
Una persona che esprime riserve sul matrimonio gay (forse perché culturalmente non pronto) può essere equiparato ad un discriminatore, un omofobo, un criminale?
Fred Phelps era sicuramente un pazzoide e tirare conclusioni generali dall’esempio di un pazzoide… mi sembra discutibile e …. COMODO!.
Perché il fronte arcobaleno punta sui giudici e non sui voti per realizzare l’agenda LGBT?
Semplice: perché sa che per via democratica (cioè coi voti) i temi dell’agenda LGBT non verrebbero mai approvati, in quanto la gente – anche quella che vota i partiti di sinistra – non gradisce che due persone dello stesso sesso possano sposarsi ed adottare bambini.
I giudici, invece, in quanto non eletti da alcuno, sono spesso l’espressione di un potere “parallelo” a quello democraticamente espresso tramite le elezioni e perciò, in molti casi, si arrogano il diritto di ribaltare, tramite le sentenze, quella che è la volontà popolare. Se a questo aggiungiamo che molti giudici sono, di fatto, militanti presso precise organizzazioni che han fatto delle ideologie di sinistra il proprio credo, la frittata è fatta.
Detto questo, però, vorrei dire che anche se i temi dell’agenda LGBT fossero varati a maggioranza, non per questo sarebbero da considerarsi “buoni”: infatti le cose sono buone o cattive in sé (cioè c’è un “diritto naturale” immodificabile che precede la giurisprudenza), indipendentemente dal fatto che una maggioranza le approvi o non le approvi.
Dici bene, Daniele. I giudici sono corrotti. Quelli italiani poi non ne parliamo…
Quindi questa è un’imposizione totalitaria. Voglio vedere se Obama farà lo stesso con induisti e muslims. O se ci riuscirà. Non credo lo farà. Non porta al dito mica per niente un anello nuziale musulmano.
L’obiettivo al momento è sconfiggere il cristianesimo, e voi atei, gay e gayfriendly gli state dando una mano.
Poi se riusciranno tenteranno con l’islam e le altre, ma la vedo dura.
pensateci, perchè l’islam usa punizioni corporali. Lo volete? A Detroit i muslims stanno dando battaglia come a Londra per imporsi.
Osservo, medito e riferisco. Voi gayfriendly invece di buttarvi su quest’articolo, vi informate su quello che accade nel mondo? Fatelo, vi conviene.
Ridolfi le tue affermazioni sono smentite dai fatti. L’articolo di Ferraresi vorrebbe farci credere che Obama ha bisogno dell’appoggio dei giudici progressisti per “realizzare l’agenda gay” ma in realtà la grande maggioranza dei cittadini americani lo sostengono in queste scelte. Infatti le cose cambiano e ormai persino tra i credenti cristiani la maggioranza approva che due persone dello stesso sesso possano avere la loro unione riconosciuta e tutelata dallo Stato nel quale vivono. L’ultimo sondaggio realizzato dal Public Religion Research Institute rileva che oggi il 53% dei cristiani d’oltreoceano approvano l’uguaglianza matrimoniale e i pari diritti per la comunità LGBT, un incremento del 21% rispetto a dieci anni prima. A dimostrazione che non vi è alcun bisogno di subdole manovre di palazzo tra politici e giudici per otterenere questi risultati in quanto per la maggioranza della gente questa è semplicemente una questione di giustizia e uguaglianza. Agli estremisti religiosi conservatori ovviamente tutto ciò non piace, vorrebbero ancora reclamare il diritto di discriminare, maltrattare, insultare ed escludere le personbe omosessuali dal pari accesso a servizi nascondendosi dietro il comodo paravento delle “motivazioni religiose”. Naturalmente se qualcuno di un’altra religione o non credente negasse a loro l’erogazione di servizi pubblici esattamente per gli stessi motivi griderebbero all’ingiustizia e allo scandalo, ma finchè sono gli odiati gay ad essere discriminati non vi è niente da obiettare. I soli vecchi due pesi e due misure. Ultima cosa: che cosa e’ buono e che cosa e’ cattivo non lo decidono (per tutti) gli adepti di questa o quella religione, gli Stati Uniti non sono una teocrazia.
Bifocale
Il punto non è se Obama ha bisogno o meno di subdole manovre per ottenere i suoi capolavori, il punto è se compie… subdole manovre . E gli argomenti a sostegno lo possono tranquillamente dimostrare.
In democrazia che tiri a fare in ballo i sondaggi. Il 53%, (ammesso che sia vero, è risicato se si tiene conto dell’allegra macchina propagandistica a vostro favore). Ometti che gli USA è uno stato federale, che la DOMA non è stata abbattuta dai referendum (che sono stati fatti) ma dalla Corte Suprema (cinque voti a favore e quattro contrari). Che in California la “Proposition 8” (nata da un referendum) ha subito, grosso modo, la stessa sorte.
Io, per come la vedo, da rancoroso, penso che un dibattito pubblico, alla pari, DEMOCRATICO, non vi piace. Preferite un dibattito come quello di ieri, da Giletti: Una piagnona, presentata come martire, può gridare in faccia a Giovanardi … “omofobo” e, nel contempo, la deputata pdeissina può sostenere che un dibattito alla pari “non sa da fare” perché è come volere il dialogo tra ebrei e nazisti.
Ammettilo, preferite questi tipi di dibattito. Preferite le sentenze. Preferite impositive direttive UE… Sono cose più comode e belle. Giusto?
Dalla psicopolizia alla psicomagistratura: e’ questa la “differenza” tra dittatura e “democrazia” obamiana (e non solo).
Piuttosto che di ‘omofobia’, si dovrebbe cominciare a parlare di ‘normofobia’. Ovvero, paura delle persone normali che si accoppiano come previsto dalla natura.
Non mi sembra che ci siano mai stati pestaggi, offese, aggressioni o limitazioni di libertà per chi non vuole essere gay o per chi “si accoppia come previsto dalla natura”. Fermo restando che non vedo perché suggerire ad una persona di compiere tale presunto accoppiamento naturale, se vive una condizione di diversità omosessuale.
Non ho capito bene, Cornacchia, i gay sarebbero stati pestati per effetto della libertà di religione?
Dunque tu proponi di conculcare tale libertà per ragioni di sicurezza sociale?
“Non ho capito bene, Cornacchia, i gay sarebbero stati pestati per effetto della libertà di religione?”
Non mi sembra di aver mai sostenuto ciò, anzi, direi, per quel poco che mi interessa, che la religione, se intesa in senso equilibrato, dovrebbe avversare ogni violenza o anche semplice derisione o intimidazione.
Ho semplicemente affermato, in risposta all’utente precedente, che, in Italia, non esiste alcuna emergenza normofobia e non ho capito per quale ragione ad un gay si dovrebbe suggerire l’accoppiamento naturale, se non rientra nella sua indole o natura soggettiva che dir si voglia.
Siccome io non ci ho scritto Giocondo ti faccio notare che sei stato proprio tu che hai tirato fuori la faccenda dei presunti pestaggi ai gay e non l’utente a cui dici di rispondere.
E siccome la faccenda dei presunti pestaggi l’hai tirata fuori in un contesto in cui si parla della obiezione di coscienza legata alle convinzioni religiose, ecco che per incanto la mia domanda diventa più legittima e la tua risposta, ahimè, assente.
Per la cronaca, solo per sottolineare ancora una volta la tua malafede, ti faccio notare che il signore a cui dici di rispondere non ha affatto “suggerito” una sega nulla a nessuno.
L’utente ha sostenuto che c’è un problema di omofobia. Io chiedo di dimostrare i casi di soggetti pestati in quanto non omosessuali per valutare l’opportunità di fornire particolari tutele ai cd. normali, allo stesso modo in cui voi chiedete casi di pestaggi ai gay per valutare l’opportunità di fornire particolari tutele ai medesimi.
STOP.
Comunque, resto in attesa di sapere:
1) che ruolo deve avere la natura e la normalità nella vita di una persona? Si può essere liberamente anormali ed innaturali, in sessualità come altrove?
2) Lo Stato rispettosissimo delle libertà religiose e di coscienza deve essere altrettanto liberare verso le tendenze sessuali, cioé posso fare quel che voglio, in pubblico o in privato, finché non ledo tangibilmente un diritto altrui? Oppure, in quel caso, la tradizione, più o meno reale, pone presunti divieti?
P.S.: la libertà religiosa e di coscienza perché dovrebbe necessariamente deporre contro i gay?!!!!
Io potrei ritenere, nella mia libertà religiosa e di coscienza, che i rapporti eterosessuali sono intrinsecamente perversi e rifiutarmi di prestare la mia assistenza alle loro cerimonie. O no?
Secondo me sei definitivamente “sbroccato” come dicono a Roma, comunque ti rispondo ugualmente:
1) L’utente, casomai, ha parlato di “eterofobia” e non di “omofobia”.
2) L’utente non ha “sostenuto” un bel niente, ma ha asserito, a mio parere tra il serio e il faceto, che “si dovrebbe cominciare a parlare di ‘normofobia’”.
3) l’aggressione violenta e non solo verbale verso chi sostiene che il matrimonio è una faccenda riguardante maschio e femmina è sotto gli occhi di tutti e non necessita di essere provata a nessuno, visto che nessuno ha intenzione di “tutelare” le persone con gusti sessuali normali con leggi liberticide come quella di Scalfarotto.
4) Viceversa, siccome si vuol introdurre un provvedimento che mina alle fondamenta le libertà costituzionali di pensiero, culto ed espressione, a motivo di uno stato emergenziale relativo a presunte persecuzioni e discriminazioni mi pare il minimo che si pretendano i dati effettivi di tale emergenza.
5) La “normalità” è un concetto statistico e le persone debbono essere libere di non essere normali, ma anche libere, se vogliono, di adeguarsi alla norma.
6) In uno Stato democratico che si vuol far definire “civile” la fede non può essere relegata a fatto privato.
Infine tu sei padronissimo di ritenere ciò che vuoi e comportarti di conseguenza assumendotene gli oneri: in questo caso tu rinunci ai compensi dei matrimoni eterosessuali.
– Mai detto di essere intelligente.
1) Nella mia osservazione, ovviamente, c’è un refuso, di cui me ne scuso. Volevo dire: “L’utente ha sostenuto che c’è un problema di normofobia” e non “L’utente ha sostenuto che c’è un problema di omofobia”.
2) Parto dal presupposto che chi scrive qualcosa voglia attribuirgli un senso.
3) V’è già una legge che tutela, in maniera rafforzata, le persone che, per motivi religiosi, sostengono che il matrimonio sia un affare fra uomo e donna. Si chiama legge Mancini: vorrei avere le statistiche ad essa prodromiche, che dovrebbero dimostrare che tali persone fossero particolarmente discriminate.
4) Di dati ne sono stati riportati numerosi, basta guardare su internet e notare i raid punitivi contro coppie gay colpevoli di non nascondere pubblicamente la loro relazione. Non capisco perché uno che gira con il crocifisso al collo dovrebbe godere di un rispetto superiore o inferiore rispetto alla coppia gay.
5) Infatti, uno deve essere libero di essere normale quanto anormale.
6) Nessuna idea, in uno Stato democratico, può essere relegata ad un fatto privato, anche chi sostenesse, ad esempio, il satanismo o l’idea che un sasso sia Dio.
La legge Scalfarotto non parla di matrimoni, ma di libertà gay, siete voi che associate le due cose.
“Sbroccare” non significa non essere intelligente, ma “perdere il lume della ragione” anche in modo reversibile.
1) I refusi sono come il peccato originale, riguardano tutti, ma 2) ti conviene porre più attenzione a quello che scrivono coloro che vuoi riprendere, visto che in questo caso l’interpretazione che ne dai è quantomeno tendenziosa.
3) La legge “Mancino” (e non Mancini che a quei tempi forse giocava nella Sampdoria) non è stata approvata certo per tutelare i cristiani (della persecuzione dei quali non interessa un cappero a nessuno), ma per scoraggiare le discriminazioni e le violenze nei confronti degli ebrei, i quali, come prova delle angherie subite, possono mettere sul piatto della bilancia qualche milione di morti nelle camere a gas.
4) Se vi sono singoli episodi, per punirli basta e avanza la legge attuale.
Girare col crocifisso al collo a certe latitudini può costare assai di più che girare abbracciati a uno del proprio stesso sesso, tuttavia non mi consta che entrambe le cose siano vietate dalla legge sul suolo italico.
5) vallo a dire ai sostenitori delle “terapie riparative”
6) sono d’accordo.
7) non mi pare di aver scritto che la legge Scalfarotto parli di matrimoni, ma solo che essa è concepita per essere interpretata in modo da perseguire coloro che sostengono che il matrimonio sia una cosa fra maschio e femmina.
3) Anche gli omosessuali sono finiti nelle camere a gas e sono stati storicamente discriminati.
4) Sei d’accordo o meno che le due azioni devono essere tutelate allo stesso modo?
5) Anche qui: sei d’accordo o no?
7) Persegue semplicemente chi dice che gli omosessuali andrebbero ghetizzati o repressi. Al pari degli ebrei, etc… Se, poi, ci sono dei margini di ambiguità, basta chiarirlo, non pretendere che l’intera legge venga demolita.
3) anche i cattolici sono morti nei campi di concentramento, e allora?
4) certamente, ma come non è vietata la propaganda atea che vorrebbe eliminare tutti i simboli religiosi, non vedo per quale motivo si debba vietare l’esposizione dell’insegnamento cristiano.
5) io sono contrario alle imposizioni ideologiche e favorevole alla libertà individuale di “curarsi” da ciò che uno crede e come crede.
7) purtroppo non è così, visto che l’intento di chi la propugna è quello di tacitare chiunque si opponga alla teoria del gender, compreso chi si dice semplicemente favorevole al matrimonio tradizionale, che potrebbe essere tranquillamente accusato di discriminare gli omosessuali. In realtà per tutelare gli omosessuali da aggressioni e discriminazioni non servono nuove e fantasiose leggi, ma l’applicazione certa e inesorabile di quelle che già ci sono (te lo ricordi Beccaria?). Le nuove e fantasiose leggi servono come mezzo zittire, a suon di denunce penali, chi è contrario al matrimonio gay prossimo venturo.
io sono contro l’omopatia che ormai domina il mondo. Tuttavia trovo ridicolo che un negoziante rifiuti un servizio ‘per motivi religiosi’. Può farlo invece in nome della sua libertà: un libero professionista è libero di prestare o meno un ‘servizio’: un fotografo può accettare o meno di fare un servizio fotografico; un pasticcere può accettare o meno di fare una torta a qualcuno. Perché dovremmo scandalizzarci se un fotografo dice: ‘scusa, ma non accetto questo lavoro’? E’ un libero professionista: può fare ciò che vuole. ma invocare la libertà di religione è ridicolo e superfluo
Togliatti
Per serenità interiore dobbiamo prendere esempio da te … solo perché i diritti umani te li sai inventare a piacere.
Pure l’approccio sul senso della democrazia mi sembra che ne hai uno consono alla tua serenità interiore.
Nessuno ti impedisce di pensare e fare la vita che vuoi. Ma se vuoi un diritto, lo devi sapere discutere.
togliatti, si vede che hai colto il cuore dell’articolo! ripassa a settembre, asino.