Venerdì sera, Roma. In tanti con le gambe, e ancora di più con la testa, già immersi nel secondo fine settimana d’estate. Piazza San Silvestro, benché centrale, è fuori dalla movida, circondata da uffici e da negozi che chiudono alle 19. L’appuntamento non è annunciato da manifesti, da spot, o da lanci mediatici. Eppure ci sono più di 500 persone, per lo più giovani.
Come in tutte le “veglie” che si sono svolte e continueranno a svolgersi in Italia, non ci sono slogan o discorsi: ci sono donne e uomini dalla schiena dritta, il cui silenzio pesa più di mille comizi, ciascuno con un libro che invita alla riflessione. Alla loro prima iniziativa, meno di un anno fa, erano in 7; oggi ogni “veglia” fa contare centinaia di partecipanti.
Per chi immaginava di far passare senza opposizione il ddl Scalfarotto sull’omofobia, il paramatrimonio fra persone dello stesso sesso e il divieto penale di parlare di famiglia, per i partner istituzionali del variegato mondo Lgbt e per le lobby, anche mediatiche, di riferimento, le Sentinelle in piedi sono diventate più di un fastidio: non sono confessionali, quindi non le si può accusare di clericalismo; non sono partitiche, quindi non vi è nessuna strumentalizzazione da evocare; sono tranquille (ciò che spiace di più agli attivisti Lgbt); non reagiscono alle provocazioni, neanche alle più volgari, quindi non le si può etichettare di estremismo. Soprattutto non demordono: le piazze si moltiplicano, la quantità e la qualità dei partecipanti cresce.
Non solo questa specie non è estinta, ma è pronta, se chiamata a raccolta, a dare ragione pubblicamente della propria speranza. È pronta, raccogliendo la provocazione del Papa argentino, a dire con i fatti, con le parole e con i silenzi, che vi è una parte di Europa che non si è stancata di fare la mamma e che non preferisce fare la nonna. È vero, sono ancora tanti i sessantottini, vecchi d’età o di mentalità, la cui prospettiva di vita è portare a spasso il barboncino discettando di quanto è bella l’eterologa e di quanto è pedagogico che un bimbo – se sopravvive all’aborto – abbia due papà. Ma ci sono sempre più giovani che non pensano all’Europa come a una vecchia sterile e decrepita, ma costruiscono il futuro dando la vita. Nel momento in cui il Palazzo, al di là dell’età media di chi ci sta dentro, è ripiegato su una sorta di gerontocrazia ideologica, la piazza è sempre più il luogo per proclamare le ragioni della vita e della famiglia. Ce ne vogliamo convincere una buona volta?