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Per un’Europa fedele alla dignità umana

Lanciata a Parigi la piattaforma culturale della federazione europea “Uno di noi”, che riunisci organizzazioni pro-life e pro-family di tutta Europa

Elisa Grimi
06/03/2019 - 9:58
Cultura
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Sabato 23 febbraio si è svolto presso il senato di Parigi, a Palais du Luxembourg, il lancio della piattaforma culturale della federazione europea “Uno di noi”, che riunisci organizzazioni pro-life e pro-family di tutta Europa. Tema della giornata: “L’avvenire della cultura europea e il risveglio delle intelligenze”. Numerosi gli intellettuali, filosofi, storici, giuristi, medici, che si sono riuniti per discutere il manifesto “Per un’Europa fedele alla dignità umana”, stilato dal filosofo parigino dell’Institut de France, Rémi Brague (lo trovate pubblicato di seguito in una traduzione a cura di Rodolfo Casadei).

Ritorno alla ragione

A dare il benvenuto Thierry de La Villéjegu, direttore della Fondazione Jérôme Lejeune e vice-presidente di One of Us, che ha abilmente evidenziato e richiamato a tutti i presenti il senso e lo spirito del progetto: non quello di lamentare il disordine ambientale imperante e le rovine che lo circondano, né di accendere contrasti per resistere agli assalti trasgressivi della modernità, piuttosto quello di promuovere il ritorno della ragione, il risveglio delle coscienze anestetizzate, e una riflessione sull’uomo, oramai soggetto sbriciolato e perfino “spezzato”.

La qualità di una civiltà

Un tema questo, ha ribadito Thierry de La Villéjegu richiamando il filosofo Terenzio di Cartagine, che riguarda ciascuno uomo in quanto essere umano. Ha quindi proseguito evidenziando come politici e giornalisti siano asettici quasi non si aspettassero più nulla dall’essere umano e ha ribadito l’importanza della bussola della ragione e dello stimolo della filosofia, ringraziando il professor Brague per l’attenzione costante che ha riservato e riserva nel suo lavoro all’umano laddove molti altri non lo vedono più, donando la fede alla ragione e la ragione alla fede. Ha inoltre sottolineato il sostegno della Fondazione Lejeune al progetto “Uno di noi”, iniziativa questa lanciata nel 2013 in opposizione al finanziamento da parte dell’Unione Europea a politiche aventi come obiettivo la distruzione dell’embrione umano. Thierry de La Villéjegu ha richiamato le parole del professor Jérôme Lejeune, ancora attuali: «La qualità di una civiltà si misura dal rispetto che essa ha per il più debole dei suoi membri. Non ci sono altri criteri di giudizio». 

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I cinque punti

Il manifesto di “Uno di noi” ripercorre le esigenze di un centro-destra liberale di cui si stenta a trovare traccia in Europa, affezionato ai valori della propria tradizione e con uno spirito imprenditoriale di crescita e sviluppo teso al benessere delle generazioni future. Il documento rintraccia nell’attuale crisi d’identità europea cinque elementi principali.

Il primo riguarda la filosofia, dal momento che si assiste alla negazione della sua vera definizione di ricerca della verità e la sua sostituzione con altre forme di ricerca, in particolare con la ricerca scientifica, che seppur indubbiamente degne sono però diverse.

Il secondo riguarda lo spirito del diritto romano, che sembra star cedendo sempre di più il passo al positivismo giuridico.

Il terzo punto interessa il secolarismo radicale e militante, che si sta diffondendo ed è la fonte di una forma crescente – seppur taciuta magistralmente dai media – di “cristofobia”, con la conseguenza di un reale screditamento della fede, dei valori cristiani, e del contributo della cristianità alla cultura europea presente ampiamente nell’arte, nel pensiero e nei costumi.

Il quarto punto richiama all’attenzione la scienza, anch’essa non immune da rischi, e infine, il quinto punto riguarda lo stato di diritto, la sua difficoltà a difendersi dai propri errori, così come dai regimi totalitari e dai poteri demagogici, e dalle azioni di coloro che cercano di imporre le loro richieste attraverso la rivolta e la violenza.

Vita umana in tutte le sue dimensioni

Il manifesto non si limita però solamente a tratteggiare la crisi modernista della società contemporanea ma vuole essere propositivo nel rimarcare la necessità dell’impegno da parte degli intellettuali nel ristabilire in Europa i princìpi e i valori fondamentali, e nel volere urgentemente abbandonare un falso egualitarismo e relativismo. Ribadisce dunque quali priorità: l’affermazione della vita, la protezione della famiglia fondata sul matrimonio tra un uomo e una donna, l’incoraggiamento alla natalità e alla sensibilizzazione all’“inverno demografico”, l’affermazione della binarietà sessuale e il rifiuto di una ideologia di genere, l’affermazione della libertà di pensiero, di espressione e d’educazione, la difesa della riproduzione naturale e la marcata opposizione alla “maternità surrogata” e a tecniche di fertilizzazione in vitro, lo sviluppo del potenziale della natura umana. Così conclude il manifesto: «“Uno di noi” cerca di promuovere la vita umana in tutte le sue dimensioni ridando forza ai princìpi e agli ideali che hanno permesso la nascita e la continuazione della civiltà europea. Siamo motivati più dall’entusiasmo e dalla speranza che dai nostri motivi di scontentezza o di sofferenza. Nel disordine e nell’agitazione, noi vogliamo l’ordine giusto e la serenità. Nell’oscurità, cerchiamo la luce».

Il dibattito

Oltre a  Rémi Brague, sono intervenuti al terzo forum: Katalin Novák, ministro per la Famiglia e le politiche per la Gioventù del governo ungherese, Assuntina Morresi, docente di chimica fisica all’Università di Perugia e membro del Comitato nazionale per la bioetica, il matematico Oliver Rey, CNRS, Université Paris 1 Panthéon-Sorbonne, il filosofo Pierre Manent, direttore all’EHESS, e il presidente della federazione “Uno di noi” Jaime Mayor Oreja, politico spagnolo del Partito Polare Europeo già ministro degli Interni del governo Aznar.  

Premio europeo per la vita

Il dibattito ha visto coinvolti più intellettuali di diverse nazionalità attraverso una ricca serie di testimonianze e sollecitazioni volte a finalizzare e migliorare ulteriormente gli scopi della piattaforma. È stato sottolineato come il progetto non abbia finalità politiche ma sia un ambito di discussione pre-politico, cioè volto alla discussione di proposte sociali, ed è quindi emersa l’ipotesi dell’ideazione di laboratori nelle università in Europa. Un invito forte quello che Jaime Mayor Oreja ha rivolto a tutti i presenti di responsabilizzazione e collaborazione. A conclusione del dibattito è stato inoltre conferito il premio europeo per la vita, nella sua terza edizione, a Carlo Casini, presidente onorario di “Uno di noi” e del Movimento per la vita italiano. Si è scelto di destinare il premio attraverso Casini alle “madri d’Europa”, un messaggio chiaro – come poi ha messo in luce il Movimento per la vita – che “Uno di noi” ha voluto rimarcare alla presenza di centocinquanta intellettuali e membri delle associazioni pro-life.

C’è ora da sperare che la luce che si cerca nel buio pian piano emerga, seppur in modo inizialmente lieve ma certo. Il lancio di questa piattaforma culturale è significativo, sia per l’impegno, nobile e coraggioso, che vede riuniti per la prima volta intellettuali di diverse nazioni ed esponenti di molte associazioni, sia per la provocazione che implicitamente rivolge a quelle istituzioni che in primis dovrebbero interpellarsi sulla proposta culturale da loro sempre più dimessamente e confusamente avanzata in ambito sociale, formativo ed educativo.

Il testo del manifesto

Per un’Europa fedele alla dignità umana

Sembra che negli ultimi decenni l’Europa sia rimasta senza morale. Per questo appaiono tanti segni di scoraggiamento. Non si tratta di un conflitto fra due Europe alternative e rivali ma di una crisi morale profonda che minaccia la sopravvivenza stessa della Europa come civiltà. Resta da vedere se si tratta di una crisi che conduce ad un rinascimento o dell’annuncio del crepuscolo, della fine dell’Europa.

La crisi attuale

Da molti secoli l’Europa vive della fedeltà ad una triplice eredità che essa riceve dalla filosofia greca, dal diritto romano e dalle religioni della Bibbia: l’ebraismo ed il cristianesimo. A questo bisognerà aggiungere due sue creazioni proprie: la scienza moderna e il riconoscimento delle libertà fondamentali. Senza questa eredità non si possono comprendere né la cultura europea né le sue grandi creazioni artistiche. Non è un caso che la Università sia stata una delle espressioni più alte della civiltà europea, la sua grande istituzione culturale. La grandezza dell’Europa, la sua missione comune nei riguardi dei popoli e delle nazioni, deriva da questa triplice eredità a da queste sue due grandi creazioni. 

È anche in questo spirito che alcuni dei padri fondatori della Comunità europea hanno agito, con l’intenzione di rendere impossibile una guerra in Europa. È nello stesso spirito che oggi “Uno di Noi” intende difendere la vita opponendosi a certe derive presenti nell’Unione Europea.

Se l’Europa muore la causa sarà una mancanza di fedeltà a se stessa. In effetti la crisi attuale è il risultato dell’indebolimento di questi cinque elementi costitutivi della sua identità.

  • La filosofia ha subito il duplice attacco della negazione della sua definizione autentica come ricerca della verità, e la sua sostituzione con altre forme di ricerca, in particolare scientifiche, certamente apprezzabili, che però appartengono a un altro ordine.
  • Lo spirito del diritto romano è in agonia davanti al positivismo giuridico che pretende che qualunque cosa possa essere diritto purché assuma la forma di una legge dello Stato approvata a maggioranza e davanti all’ “uso alternativo del diritto”, che lo pone al servizio di interessi politici o ideologici. 
  • Un laicismo radicale e militante che diffonde una specie di “cristofobia”. Non solo si nega la fede cristiana ed il suo valore, ma anche il suo contributo alla cultura europea, mentre è evidente che l’Europa le deve il meglio della sua arte, del suo pensiero e dei suoi costumi. 
  • Nemmeno la scienza è libera da minacce, come il disprezzo nei confronti della scienza pura, il relativismo e l’idolatria della tecnica. 
  • Lo Stato di diritto fa fatica a difendersi dai suoi propri errori ma anche dagli attacchi dei regimi totalitari o demagogici e dalle azioni di coloro che cercano di imporre le loro rivendicazioni con le manifestazioni di piazza e con la violenza. 

Non mancano sintomi che confermano questa diagnosi. Fra gli altri la caduta del tasso di natalità, la crisi della famiglia e del matrimonio, la negazione dell’identità culturale dell’Europa e dei suoi elementi costitutivi; la moda del relativismo, il multiculturalismo, gli attacchi alla libertà di coscienza e di espressione,  la negazione del senso della vita, il rifiuto della oggettività dei princìpi e delle regole morali, l’accettazione sociale dell’aborto, dell’eutanasia e di altri attentati contro la dignità della vita umana, l’ideologia di genere e certe forme di femminismo radicale, le ingiustizie come la miseria, il degrado delle condizioni di vita, le guerre o lo sfruttamento dei minori, la negazione del senso del dolore, considerato come il male supremo, l’occultamento della morte, il disprezzo della persona come essere unico e responsabile, l’espansione dell’ateismo. In poche parole, la disumanizzazione dell’uomo. 

L’impronta del cristianesimo

Questi ultimi fatti, cioè l’espansione dell’ateismo e la sua conseguenza che è la negazione della condizione umana in ciò che ha di più sacro, più che sintomi sono le cause principali di una crisi che si può superare solo recuperando il senso di queste grandi realtà minacciate: la filosofia, il diritto, la religione, la scienza e la garanzia delle libertà fondamentali.

Fra i contributi delle religioni bibliche, ed in particolare del cristianesimo, alla formazione dello spirito europeo, si trovano l’idea di un Dio personale e dell’amore come essenza di Dio, la concezione della persona e della sua dignità, il senso della creazione, la speranza di una pienezza di vita immortale, la libertà e responsabilità dell’uomo (nozione, questa, condivisa con il pensiero classico), l’idea della coscienza o della soggettività e del primato della vita interiore in cui si incontra la verità, il perdono e il comandamento dell’amore universale, lo sviluppo del concetto di sovranità popolare, della libertà e dei diritti umani. 

È soltanto nello spazio in cui il cristianesimo ha segnato gli spiriti e le istituzioni che sono potuti apparire e svilupparsi l’Illuminismo, i regimi politici moderni e la scienza matematizzata della Natura. Ciò che temiamo, pertanto, non è la Modernità, ma solo le sue deformazioni, che forse  oggi sono dominanti. I nostri avversari non sono la libertà, la ragione e la scienza ma il dispotismo, l’irrazionalità di una affettività incontrollata e l’ignoranza. Molti sono coloro che deplorano i mali che soffriamo ma che contribuiscono a distruggere, certamente senza saperlo, ciò che potrebbe curarli. Si lamentano della malattia ma al tempo stesso disprezzano la sua cura. 

Quello che vogliamo

“Uno di noi” vuole contribuire al ripristino dell’Europa come forza morale positiva attraverso il ripristino dei suoi valori e principi fondamentali. 

L’Europa deve recuperare il senso della superiorità dello spirito sulla materia ed il gusto dell’eccellenza. Deve abbandonare il cammino del falso egualitarismo e del relativismo. Una chiave di questo si ritrova nella riforma dell’educazione, che deve recuperare, rafforzare e diffondere i contributi benefici della civiltà europea. 

I beni materiali necessari alla vita devono essere al servizio del bene comune. Il sistema proprio dell’Europa è quello dell’economia sociale di mercato. Questa sarà sempre preferibile ai sistemi collettivisti, purché essa tenga presente che le leggi del mercato non sono applicabili a tutti gli ambiti della vita sociale. Esistono un gran numero di realtà e di beni che, come avevano capito già i Romani, non sono oggetto di commercio fra gli uomini, 

I nostri sforzi sono volti a risvegliare la coscienza europea, fondata sul patrimonio comune spirituale e culturale che ha forgiato l’Europa e su una lealtà comune verso i diritti fondamentali della persona. A tal fine vogliamo sensibilizzare l’opinione pubblica e per questo prenderemo posizione sulle questioni più pertinenti che emergono sia nella vita politica che nel dibattito civile.

Le nostre priorità

Orienteremo in particolare la nostra riflessione e la nostra azione sulle seguenti priorità. 

1- Affermazione della vita

Il diritto alla vita dipende dalla semplice appartenenza alla specie umana e non da fattori accidentali come l’età, il sesso, il grado di sviluppo o il possesso di determinate capacità. L’embrione umano possiede il genoma proprio della nostra specie, con caratteristiche che lo costituiscono come un individuo unico, irripetibile e distinto da sua madre e da suo padre. Dal momento della concezione si genera un nuovo essere umano che si sviluppa in modo continuo, coordinato, graduale e autonomo se nulla glielo impedisce.

“Uno di noi” difenderà la vita del bambino non nato con proposte che, a seconda delle diverse circostanze, offrano la maggiore protezione possibile della vita umana dal concepimento fino alla morte naturale. 

Allo stesso modo, “Uno di noi” veglierà sul rispetto dell’identità genetica umana. Si opporrà alle esperienze di alterazione genetica di embrioni umani che mirano a “migliorarli” o ad attribuire loro caratteristiche determinate, specialmente quando la sicurezza di questi procedimenti non raggiunge il massimo che si può esigere in base all’etica medica. Le recenti notizie relative a interventi di alterazione genetica su zigoti umani rendono urgente una tale presa di posizione.

La protezione della vita umana si va indebolendo anche al suo punto terminale: la vecchiaia, la disabilità o la malattia incurabile. “Uno di noi” lotterà contro la legalizzazione della eutanasia e contro l’accanimento terapeutico e promuoverà le cure palliative che rispettano la vita della persona nella sua fase terminale. 

2- Protezione della famiglia fondata sul matrimonio fra uomo e donna 

La tendenza attualmente dominante in Europa è quella del declino del matrimonio come fondamentodella famiglia. L’ortodossia “progressista” difende e promuove “l’apparizione di nuovi modelli di famiglia”. Noi al contrario pensiamo che stiamo vivendo una crisi della famiglia che ha effetti assai nocivi per l’avvenire della nostra società. 

“Uno di noi” si oppone alla ridefinizione del matrimonio (oggi l’introduzione del matrimonio fra persone del medesimo sesso, domani la poligamia, ecc.) ed appoggerà le misure dirette a proteggere la famiglia fondata sul matrimonio fra un uomo e una donna.

3- Incoraggiamento della natalità e sensibilizzazione a riguardo dell’”inverno demografico”

Un tasso di natalità largamente inferiore a quello che permette il rinnovamento delle generazioni conduce il continente verso il declino socio-economico, rende insostenibile a lungo termine lo Stato sociale e porta, se prolungato indefinitamente, alla pura e semplice estinzione. 

“Uno di noi” appoggerà misure volte a sostenere la natalità  e sensibilizzerà la società europea sulla gravità dell’inverno demografico. 

4- Affermazione della binarietà sessuale e rifiuto della ideologia di genere

L’umanità è composta di uomini e di donne. La cosiddetta “teoria del genere” pretende tuttavia di sostituire la nozione biologica di sesso con quella culturale di “ genere”, che sarebbe costruita e convenzionale. Questa ideologia, che non ha alcun fondamento scientifico e sopprime uno dei fondamentali pilastri antropologici (l’umanità sessuata), vuole imporsi come modello educativo. 

“Uno di noi” opererà perché questo modello non possa imporsi; promuoverà invece una educazione sessuale e affettiva integrale che rispetti le convinzioni morali delle famigliee non comporti una sessualizzazione prematura dell’infanzia. 

5- Affermazione della libertà di pensiero, di espressione e di educazione

Siamo pericolosamente vicini ad una dittatura del “politicamente corretto”. Una nuova asfissiante ortodossia che, paradossalmente, coincide col più assoluto relativismo intellettuale ed etico, soffoca la libertà di dibattito in tutta Europa, che sia nelle università, nei parlamenti e nei mezzi di comunicazione. 

“Uno di noi” difende la libertà di pensiero, di espressione e di educazione in tutti gli ambiti della cooperazione europea e denuncerà , ove si verifichi, l’uso abusivo dei “ delitti di odio” o della proibizione di “discriminazioni” come strumenti di terrore e di imposizione di una uniformità ideologica. 

6- Affermazione della riproduzione naturale; opposizione alla gestazione surrogata 

La cosiddetta “gestazione surrogata” implica la cosificazione della gestante, ridotta ad essere un “contenitore” spersonalizzato, e la mercificazione della riproduzione (utero in affitto) .

Per questo “Uno di noi” appoggia il divieto di “gestazione surrogata”, mentre promuove contemporaneamente alternative lecite per le coppie formate da un uomo e da una donna che hanno difficoltà nella generazione o nella gestazione, come l’adozione. Ugualmente si opporrà alla eventuale produzione di uteri artificiali come alternativa alla riproduzione naturale. 

7- Sviluppo delle potenzialità della natura umana

I progressi delle tecnologie NBISC ( nanotecnologie, biotecnologie, informatica, scienza cognitiva) potrebbero presto permettere l’alterazione dei fondamenti stessi della natura umana.

Non ha senso progettare una tale alterazione quando tanti aspetti inerenti alla natura umana così come essa è già oggi restano da promuovere. E cioè lo sviluppo della solidarietà, il rispetto dell’altro, il miglioramento delle condizioni di vita specialmente nei paesi meno avanzati, la lotta per migliorare la salute, l’educazione e tutto ciò che contribuisce al benessere, ecc.

“Uno di noi” si oppone dunque ai progetti cosiddetti “transumanisti”: la modificazione genetica dell’embrione umano, la creazione del “superuomo” in laboratorio, la criogenizzazione umana. Queste pratiche potrebbero implicare la fine dell’unità della specie, che sarebbe allora divisa in diverse umanità con capacità differenti, e potrebbero anche condurre alla fine dell’uomo così come noi oggi lo conosciamo. 

Conclusione

“Uno di noi” cerca di promuovere la vita umana in tutte le sue dimensioni ridando forza ai princìpi e agli ideali che hanno permesso la nascita e la continuazione della civiltà europea. Siamo motivati più dall’entusiasmo e dalla speranza che dai nostri motivi di scontentezza o di sofferenza. Nel disordine e nell’agitazione, noi vogliamo l’ordine giusto e la serenità. Nell’oscurità, cerchiamo la luce.

(Traduzione dal francese di Rodolfo Casadei)

Foto da Shutterstock


Tags: assuntina morresiJérome Lejeuneoliver reyUnione Europea
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